Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Situato lungo la costa settentrionale dell'isola il comune di Acquedolci è bagnato a nord dalle acque del mar Tirreno e confina a sud col territorio di San Fratello, posto sulle pendici settentrionali dei Nebrodi.
Il nome deriva probabilmente dalle sorgenti d'acqua dolce presenti nel suo territorio e precisamente dalla spiaggia, denominata, appunto Delle Acque Dolci.
Il nome trae origine, probabilmente Il nucleo originario del paese è costituito dal quartiere "Marina Vecchia" posto ad est dell'attuale centro. Piccolo borgo, con qualche centinaia di abitanti, in origine si raccoglieva intorno al Castello di appartenenza, in epoca feudale, del Signore di San Fratello, il quale esercitava la sua podestà baronale su tutto il territorio. Ricostruito nel 1600 il Castello venne abitato dal Conte di Palagonia e successivamente dai baroni Cupani.
Il centro abitato sorse nel 1922, in seguito alla frana dell' 8 gennaio che colpì il paese di San Fratello provocando il trasferimento di circa 1500 persone nel borgo denominato "la Marina" in ricoveri di fortuna.
Il Governo accertatosi della calamità promulgò un legge che prevedeva la ricostruzione dell'abitato di San Fratello in altro luogo, identificato nella frazione "Acquedolci". In pochi anni ad Acquedolci si costruirono gli alloggi popolari, i "padiglioni", l'ufficio postale, il plesso scolastico, il Municipio, la Chiesa Madre, il cimitero ed un'ottima rete idrica e fognaria.
Divenuto Comune autonomo nel 1969 Acquedolci trae le sue principali fonti di reddito da un'intensiva e florida agricoltura, dovuta alla particolare posizione favorevole del territorio e caratterizzata da oliveti , da agrumeti e dalla presenza di fiorenti attività artigianali e commerciale quali la lavorazione del ferro battuto, del marmo e delle materie plastiche.
Di particolare rilevanza architettonica sono i ruderi di un vecchio castello, la chiesa Parrocchiale e la chiesetta di S. Giacomo. Importanti sono inoltre le zone archeologiche di Pizzo Castellaro, che conservano resti del Paleolitico superiore.
Di particolare rilievo la grotta di S. Teodoro, situata a circa un chilometro dall'abitato nel territorio di Acquedolci, dove scavi remoti e recenti hanno portato alla luce resti di antichissimi insediamenti e di scheletri umani e animali risalenti al paleolitico superiore.
Le attività economiche prevalenti sono l'agricoltura e l'artigianato. I prodotti maggiomente coltivati sono i cereali, le olive e gli agrumi. I manufatti tipici sono in legno, ferro e marmo.