Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Fiumedinisi sorge in una zona litoranea collinare, posta a 196 metri sopra il livello del mare.
Il nome del paese deriva dal latino Flumen Dionisii, che significa fiume di Dioniso, dio del vino nella religione greca pagana e si riferisce alla fiumara presente nel luogo.
Il territorio fu famoso sin dall'antichità per i suoi giacimenti metalliferi sfruttati per coniare monete.
Nel VII sec. a.C. i coloni greci Calcidesi, attratti da questi giacimenti, fondarono, su un’altura nei pressi dell’attuale centro abitato, la colonia di Nisa, e diedero al fiume del luogo il nome di Chrysorhoas (Aurea Corrente).
Occupata dagli Arabi, fu in seguito conquistata dai Normanno-Svevi. In epoca normanna il centro abitato fu trasferito presso l’attuale sede con il nome di “Flumen Dionisyi”.
Nel 1197 Enrico VI Hohenstaufen di Svevia, padre di Federico II(lo “Stupor Mundi”)., vi perse la vita durante una battuta di caccia.
Successivamente il feudo fu governato da diversi signori: da Ruggero di Vallone nel 1320, da Giaimo di Villanova nel 1336, dalla famiglia Romano Colonna per diverso tempo a partire dal 1393 durante il quale conobbe un periodo di ampio splendore. Durante la rivolta antispagnola di Messina del 1674-78 Fiumedinisi rimase fedele alla Corona e i messinesi videro in Fiumedinisi il “Paese più nemico di Messina”. (Laloy). Per questo motivo il paese fu saccheggiato dai messinesi i quali depredarono ovunque, “commettendo sulla popolazione eccessi inenarrabili”. (Galati). La ricostruzione avvenne per opera del Re Carlo II il quale espresse la sua “reale gratitudine” con un messaggio ancora oggi leggibile su una lapide posta sul prospetto principale della chiesa Matrice. Fiumedinisi fu pesantemente colpito dalla epidemia di peste del 1743 e profondamente devastato dalla tremenda alluvione del 1855 la quale causò la perdita di importanti strutture produttive tra le quali la fabbrica di Mussola, che dava lavoro a più di mille persone, e la fonderia mentre lo stabilimento cartaceo di S. Giorgio subì dei danni. Fino agli inizi degli anni 60 dello scorso secolo a Fiumedinisi era attiva l'estrazione mineraria.
È interessante sapere che re Carlo III di Borbone nel 1737 fece coniare le monete con il metallo ricavato dalle miniere di Fiumendinisi, facendovi imprimere la scritta: Ex visceribus meis, ossia "Dalle mie viscere", intendendo che le monete erano state coniate in Sicilia.
Le attività economiche principali sono l'agricoltura e l'artigianato. Le colture prevalenti sono i limoni, gli ortaggi, le castagne, le noci e l'uva. Caratteristici sono inoltre i manufatti in legno.