Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
La frazione più grande del comune di Bompietro è Locati, sede, un tempo, di un carcere in un luogo malsano e malarico, bonificato sembra, a poco a poco, dai familiari dei carcerati, che si stabilirono nelle vicinanze di quel carcere.. L'origine di Locati, all'epoca territorio della Contea di Collesano, è alquanto incerta.
Le prime notizie storiografiche risalgono alla conclusione della guerra dei Vespri allorquando la Sicilia fu assoggettata agli Spagnoli, in particolare alla famiglia dei Ferrandina, che fece di Collesano una contea autonoma il cui territorio si espandeva dal fiume Roccella fino all'Himera meridionale e l'odierna Locati segnava il punto di confine con il territorio di L'Alimena.
Notizie storiche riportano che Caterina Moncada moglie di Giuseppe Federico Alvarez Toledo duca di Ferrandina e marchese di Villafranca, figlia di Ferdinando Aragon Moncada y Moncada e nipote di Luigi Guglielmo Moncada il quale fu Presidente del Regno dal 1635 al 1637, Viceré di Sardegna nel 1647, Viceré di Valenza nel 1657; Commendatore di Belvis della Sierra, tre volte Grande di Spagna, generale della Cavalleria del Regno di Napoli e maggiordomo maggiore di re Carlo, dopo la morte del padre Ferdinando, avvenuta nel 1713, venne in incognito a Locati per verificare l'efficienza della gendarmeria doganale e, vedendo che il territorio intorno era tutto acquitrinoso e non coltivabile, ne donò ai poveri alcune parti di terra incolta, priva di alberi, di case e di altre migliorie fondiarie che furono bonificate. Il ricordo della sua azione in favore delle popolazioni locali è tuttora menzionato nella denominazione di una via in suo onore: Via Ferrandina, mai modificata da allora.
Proprio per la sua posizione di frontiera, Locati divenne posto di dogana dove le merci venivano controllate e veniva pagato il dazio necessario per transitare sul proprio territorio attraverso la regia trazzera Catina-Thermae, da Enna a Termini Imerese, che scendendo dall'Imera Meridionale sfruttando i valloni Gangitano e Passo di Mattina, raggiungeva Alimena transitando a Nord del Castello di Resuttano. La trazzera, nota localmente come Lilibetana diretta a Catania "di Passo della Mattina" e "di Sagnefere", era adoperata come grande via di comunicazione tra i paesi della fascia pedemontana delle Madonie. la Lilibetana, attualmente è denominata via Rampanti, ma fino a qualche anno fa veniva chiamata in dialetto “a trazzera”.
Particolare importanza per la nascita e lo sviluppo di Locati ebbe la costruzione di un carcere, di cui esiste tuttora la medesima via, sia perché nei suoi dintorni vennero costruiti i primi insediamenti rurali, come residenze per le maestranze e le guarnigioni che per il sorgere di locande che offrivano ospitalità e ristoro a viandanti e animali che vi sostavano prima di riprendere il loro viaggio.
Tale sosta era di fondamentale importanza e si rendeva indispensabile non solo per evitare di attraversare, nelle ore notturne, un luogo detto “maluppassu” “Mal Passo” in cui i briganti dell'epoca tendevano vere e proprie imboscate ai passanti derubandoli dei beni che trasportavano ma anche perché la presenza della guarnigione ne rendeva il luogo sicuro per custodirne le merci.
Cominciò così a sorgere un vero aggregato rurale, i primi insediamenti nascono nella parte a sud del paese e la via più antica è la Via Bisicchia larga appena 2 metri e lunga poco meno di 15.
Proprio allocare è tuttora considerato come il più attendibile derivante della denominazione Locati che a quell'epoca si soleva chiamare "E Lucati" cioè "Gli Allocati" e oggi Locati.