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:: Fondachelli Fantina » La storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?


(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)





Il Comune di Fondachelli Fantina (Fundaghellu in dialetto gallo-italico) si trova in provincia di Messina, a circa 628 metri sopra il livello del mare tra Novara e Francavilla di Sicilia, all’estremo limite dei monti Peloritani, nel punto in cui tendono a degradare verso il mare. I monti che circondano il Comune formano una grande conca dentro cui si apre il letto del torrente Patrì, lungo i quali sono sparsi i vari quartieri del Comune. Il paese si trova proprio in mezzo alle due catene montuose: da un lato i Peloritani con monti abbastanza alti, come il Monte Bonavita di 1232 metri e Pizzo Polo di 959 metri; dall’altro lato i Nebrodi con il gruppo calcareo di Rocca Salvatesta con i suoi 1340 metri e le Rocche di Durante con 1209 metri di altitudine. Da Rocca Salvatesta si può osservare un vasto panorama: il Santuario di Tindari, le Isole Eolie, Capo Milazzo, la Calabria , lo Stretto di Messina e l’imponente Etna. Ai piedi della Rocca si estende una fitta pineta, chiamata il “bosco” dalla gente del luogo e protetta dalle guardie e dagli operai della forestale.
Il nome del paese deriva dal termine Fondaci, proveniente dall'arabo Funduq che significa "Magazzini". L'appositivo Fantina è di incerta origine.
Il centro, formato da diversi casali sparsi, sorse nel territorio di Novara di Sicilia e fu una frazione di questa città fino al 1950, anno in cui divenne comune autonomo. Seguì quindi le vicende storiche di Novara, appartenendo alla famiglia Palizzi fino al 1353 e poi ai Gioieni. Durante la dominazione svevo-normanna alcune popolazioni dell'Italia settentrionale si stabilirono nel paese. Traccia della loro permanenza si rinviene nel dialetto "Gallo-Italico" che ancora si parla nel paese.
Il territorio del Comune è stato soggetto a profondi mutamenti , dovuti all’azione continua delle alluvioni, che hanno creato conseguenze spesso tragiche e devastanti facendo scomparire intere borgate.
In prossimità della frazione di Fantina , distante sette chilometri circa da Fondachelli, il Monte Baratta sovrasta i quartieri di Pernina, Baghigno Dodaro, Masseria e Raiù , tutti disabitati dopo l’alluvione del 1973. Trefontane, Acquamenta e Cugno Merro sono nomi di località montane e dei tre principali affluenti di testa del Patrì, che per oltre un secolo hanno spinto a valle, durante le alluvioni, interi terreni destinati a pascolo e a seminativo. Sui quartieri di Carnale, Giarra e Fantina sovrastano Pizzo Rossa e Monte Guggitto mentre dietro Ruzzolino e Serro si innalzano i monti Serro Vento e Buon Riposo. Gravi danni al territorio furono causati anche dalla attività mineraria sviluppatasi tra il 1720 e il 1880, che contava ventisei miniere sparse nel territorio di Fondachelli e di Fantina. Le miniere richiedevano molto legname per sostenere le volte delle gallerie; questi tunnel sotterranei indebolivano peraltro la stabilità dei terreni. Più le montagne venivano degradate e più aumentava la pericolosità del torrente Patrì. Sono stati gli anni ’50 anni di rinascita , di risveglio dopo anni di abbandono e povertà. In quegli anni furono costruite strade, case e acquedotti. Ma già nel 1951 un’alluvione danneggiò bastioni, orti e case, un’ altra nel ’58 sotterrò anche un mulino e alcune case di Ruzzolino, vicino alla fiumara per finire con quella del 1973, quando una valanga di acqua, fango, detriti e grossi massi, ruppe argini, case, sconvolse gli orti e causò anche quattro morti e l’esodo di circa seicento persone e il completo spopolamento della frazione Raiù, la più colpita. Frane, smottamenti e straripamenti hanno continuato a colpire sempre in maniera imprevedibile posti diversi della vallata ed oggi i quartieri abbandonati sono tanti: Pernina, Masseria, Baghigno Dodaro, Sant’Antonio, Belardo e Serro Ruzzolino.
Le attività economiche principali sono l'agricoltura e l'allevamento. I prodotti maggiormente coltivati sono i cereali, la frutta secca, l'uva da mosto e il legname. Gli allevamenti presenti sono quelli di bovini, suini, caprini e ovini. Sono inoltre molto buoni i formaggi prodotti localmente.


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