Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Caronia si trova sull'omonimo monte, che da il nome alla catena montuosa a 304 metri sopra il livello del mare. Infatti Caronie è un altro nome, meno noto, dei monti Nebrodi su cui appunto sorge Caronia. Il comune confina a Nord con il mar Tirreno, dove si trova la frazione di Marina di Caronia, Canneto e Torre del Lauro, a sud con il comune di Capizzi, ad est con il comune di San Fratello e a ovest con il comune di Santo Stefano di Camastra.
Il fiume Caronia che attraversa il territorio, ha assunto oramai carattere torrentizio.
Il comune è salito agli onori della cronaca poiché tempo fa, a Canneto (frazione di Caronia) alcuni elettrodomestici e oggetti contenenti parti metalliche prendevano fuoco senza alcuna ragione apparente.
La cittadina sorse sul sito dell'antica Calacte (Kalè Akté, "Bella costa", in greco) che, secondo lo storico Diodoro Siculo, fu fondata nel 446 a.C. da Ducezio, condottiero siculo su preesistenti insediamenti. Ducezio, dopo essere stato sconfitto da Siracusa e mandato in esilio a Corinto, sarebbe tornato con alcuni corinzi per fondare la colonia Calacte. Probabilmente esisteva un piccolo abitato siculo sul sito di Caronia già nell' inizio del V secolo a.C., e questo abitato si è poi sviluppato in un centro urbano nel periodo ellenistico. Dai reperti archeologici ritrovati si deduce che l'insediamento antico era ubicato in prossimità del mare e quindi coincidente con l'odierna Marina di Caronia.
Calacte ebbe grande importanza in epoca ellenistica e romana. Si narra che la città era adornata da templi e ville e che dopo la conquista romana, all' inizio del II secolo a.C., batteva moneta propria con le effigi di Dionisio, Apollo ed Eracle.
Durante l'impero Romano fu rilevante centro agricolo e commerciale, esportava soprattutto vino, trasportato in anfore. Anfore vinarie del IV secolo d.C. prodotte a Caleacte sono state trovate a Roma. Probabilmente Caleacte esportava anche il tonno in anfore, tant'è che l'autore Silio Italico nel I secolo d.C. parlava del "litus piscosa calacta."
I recenti scavi archeologici a Caronia e Marina di Caronia hanno mostrato che la città ellenistica sul sito dell'odierna Caronia fu distrutta verso la fine del I secolo d.C. da un incendio o un terremoto. Gli abitanti sembrano dopo questo incidente aver traslocato al più comodo abitato sul mare, l'odierna Caronia Marina. Poco dopo la metà del IV secolo d.C., l'abitato portuale di Calacte a Caronia Marina fu distrutto, probabilmente da un terremoto. La vita dell'abitato a Caronia Marina continuava, ma dopo il V secolo d.C. su scala molto ridotta.
Si pensa che Calacte sia stata distrutta dai pirati saraceni intorno all'anno 1000 d.C. e ricostruita dai sopravissuti nell'attuale sito con il nome di Caronia. Il nome della città compare in un documento del 1178 dell'arcivescovo di Messina che assegnava all'abate di Maniace ventisei chiese tra le quali quella di San Nicola di Caronia e della Madonna della Marina.
Il toponimo Caronia (Al Qaruniah) è rammentato dal geografo arabo Idrisi, famoso per i suoi saggi riguardanti Palermo sotto il dominio islamico.
Dopo il dominio dei Normanni, che vi fondarono il "Castello" attorno al quale si sviluppò l'odierno abitato, Caronia passò in mano agli Aragonesi. Nel 1296, per concessione di Federico II d'Aragona, fu ceduta ai Ventimiglia che lo sfruttarono come scalo commerciale,e nel 1330, passò sotto Matteo Palici, vicario del regno di Sicilia. Successivamente passò a Blasco Aragona, nel 1408 a Enrico Rosso conte di Collesano e nel 1540, nel corso della dominazione spagnola, divenne feudo dei Pignatelli Aragona Cortez, la cui presenza è attestata dal vessillo comunale che presenta tre pignatte in campo senape.a Ettore Pignatelli.
Oggi Caronia punta allo sviluppo economico basato sul turismo naturalistico e balneare per la presenza del Parco dei Nebrodi e delle spiagge delle frazioni di Marina di Caronia, Torre del Lauro e Canneto.
Agricoltura, pastorizia e artigianato sono le attività principali che si svolgono nel comune. Le colture prevalenti sono le olive, l'uva, i funghi, gli agrumi, il sughero e il legname. In particolare, la produzione di olio d'oliva è molto apprezzata. Da qualche anno si tenta la produzione di ceramica a livello industriale. Notevole è inoltre la produzione casearia.