Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Racalmuto si sviluppa a 445 metri sul livello del mare nei pressi di un altopiano interno ed in provincia di Agrigento. Il nome Racalmuto deriva dall'arabo Rahal-mut che significa " il casale dei morti" poiché in quella zona sono stati ritrovati numerosi sepolcreti in quanto il borgo sorgeva sopra le rovine di un altro antico paese, forse di origine sicula o colonia agrigentina. Gli Arabi si stabilirono con piccoli nuclei di coloni, dediti all'agricoltura. Sorgeva, infatti, su una vallata fertile e irrigata da acqua abbondante. Probabilmente il piccolo villaggio era difeso da un Castello. Il geografo Edrisi ne situa, infatti, proprio uno dove sorgeva Racalmuto. Nel 1038, il Castello fu espugnato dai Bizantini e, nel 1087, dai Normanni, che rasero al suolo il villaggio. Il conte francese Roberto Malcovenant, che seguiva i Normanni in Sicilia, venne nominato barone di Racalmuto. Successivamente, la terra di Racalmuto venne concessa alla famiglia Barrese che eresse, nel 1229, l'importante fortezza del "Castelluccio", per meglio difendere il paese. Dopo la guerra del Vespro, gli Aragonesi spogliarono i Barresi dei loro domini che vennero concessi, qualche anno dopo, alla famiglia Chiaramonte. Il centro feudale si sviluppo' attorno al trecentesco Castello edificato per volere di Federico Chiaramonte. A seguito del matrimonio di Costanza Chiaramonte con il marchese Antonio Del Carretto, nel 13O7 Racalmuto passò a questa famiglia. Ma l'antico paese non esisteva più, e il luogo dove prima sorgeva ero stato chiamato Casal Vecchio. Nel 1355, una grave pestilenza, decimò la popolazione, ma la città risorse, nel 1400, grazie ai provvedimenti di Matteo Del Carretto. Il Castello venne restaurato e tornò ad essere abitato . Nel 15O3, un avvenimento religioso scosse la vita del paese: la venuta della Madonna del Monte. Una tradizione mariana che rimarrà nel cuore dei fedeli. A partire dal XVI secolo la citta' ebbe un nuovo assetto urbano grazie all'insediamento dei conventi dei Carmelitani, dei Francescani, dei Minori osservanti e degli Agostiniani. Sino al 1576, Racalmuto fu dominio baronale, ma, dall'anno successivo, divenne Contea e alla fine del XVI secolo, contava oltre 4.000 abitanti. Si arricchisce di conventi, monasteri, chiese, collegi, ed ha anche un ospedale. Il maggior tempio viene dedicato all'Annunziata. Nel 1600, fiorisce l'opera dell'artista racalmutese Pietro D'Asaro (il monocolo racalmutese). Nel 1700, la decadenza di Racalmuto fu molto evidente e dovuto a soprusi e tasse esose. Passò alla nobile famiglia Gaetani (1739), e un secolo dopo, a quella dei Requienses. Nel secolo scorso divenne un importante centro minerario ed ebbe un certo incremento anche l'industria del sale. Oggi a Racalmuto è cresciuta l'attività agricola e decaduta quella mineraria e il paese conta una cospicua produzione agricola di uva della varietà detta "Italia", cereali e mandorle. Ha dato i natali allo scrittore Leonardo Sciascia.