Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Il Comune di Cianciana occupa con le sue case e i suoi feudi suburbani il sito ed i campi di quell'antica città chiamata «Ferla». Il nome «Ferla» appare per la prima volta nella «Conventione et concordia» del 23 luglio 1269; pare che questa città sia stata distrutta da un terremoto. Già Erodoto, nel II secolo a.C. parla dell'esistenza di un avamposto punico nel punto in cui il Platani (Alico) descrive un'ampia ansa. Attraverso scavi effettuati nel territorio verso il 1965 da giovani universitari nella contrada Cianciania sono stati rinvenuti una cisterna, una colonna, vari cocci e resti. Da esami tecnici effettuati è risultato che si trattava di una cisterna romanica; la colonna, alta circa un metro, di stile ionico, è in pietra levigata. Cisterna e colonna ed altri reperti sono stati di nuovo sotterrati per l'impossibilità finanziaria di continuare gli scavi. Sempre nella stessa zona sono visibili dei blocchi sovrapposti alti circa un metro - un metro e mezzo ciascuno, che fanno pensare a resti di vecchie mura di cinta di un'antica città. Sono state inoltre rinvenute delle preziose monete che riproducono l'effigie di Cesare dittatore e simboli dell'antica Roma. In tempo posteriore al terremoto sorse, nella stessa contrada , il casaletto di Chincana, così denominato forse in nome del proprietario romano. Si pensa si trattasse di una villa romana, "Villa Cianciana" appartenuta ad un patrizio romano, edificata, si pensa, in età imperiale e successivamente divenuta in Sicilia un possedimento della chiesa di Roma. Da queste antiche origini venne, dunque, il nome al casaletto medievale di Chincave, Chincana o Chancana. Il feudo, che ebbe vita sino al secolo XIV, quando venne distrutto per ragioni rimaste ignote, ne assunse il nome, che poi cambiò in seguito in Ciancianìa, da cui venne fuori il nome di Cianciana. Nell'anno 1583 Girolamo II Ficarra aveva acquistato il feudo dalla casa Lanza ; nel 1646 il feudo passò a Diego Joppolo duca di S. Antonino e intorno al 1656 , una volta edificato dal barone, si ascrive la nascita del comune di Cianciana che restò dominio della famiglia Joppolo fino al 1812, anno in cui esso divenne municipio libero. Si chiamò prima S. Antonino, poi S. Antonino di Cianciana, poi soltanto Cianciana; da baronìa venne elevato a duchea nel 1659 e a principato nel 1687. Suoi signori furono Don Diego (1668-1716), Don Antonio Giuseppe (1666-1716), Ludovico (1716-1733), Pietro (1733-1769). Morto senza prole Pietro Joppolo, il feudo passò ad Ageslao Bonanno, Duca di Castellana, figlio di Donna Antonina Joppolo. Infine, il feudo di Joppolo andò in eredità al principe di Petrulla e Duca D'Angiò Don Ageslao Gioeni, che fu l'ultimo barone di Cianciana. Dopo la costituzione del 1812 e l'abolizione della feudalità, Cianciana, municipio libero, non più obbligato a sottostare ai diritti signorili, come il resto dei comuni siciliani, fu assegnato al XII distretto che era quello di Bivona. Il paese si estende nella valle media del Platani, alle falde meridionali del Monte Calvario a 390 metri sul livello del mare. È un centro agricolo, ma nel suo territorio vi sono giacimenti di zolfo e salgemma che, però, non sono sfruttati. Ha una popolazione di poco più di 5.000 abitanti, che si dedica prevalentemente all'agricoltura. Vengono prodotti soprattutto grano, olio, uva, mandorle, carrubbe, liquirizia. Il patrimonio zootecnico è modesto, e scarse sono anche le attività artigianali. A causa delle difficili situazioni economiche, molti lavoratori hanno deciso di emigrare e le rimesse degli emigrati costituiscono, per diverse famiglie il cespite principale.