Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
A 765 m s.l.m. e a 69 km da Catania sulle pendici settentrionali dell'Etna.
Il nome Randazzo (Rannazzu in siciliano) deriva probabilmente dall'antico Rannazzu che significa "grosso borgo" per via della sua vasta espansione urbanistica.
Alcune necropoli scoperte recentemente e numerosi oggetti delle varie epoche rinvenuti nel territorio randazzese hanno avvalorato l'ipotesi che Randazzo, sorta nella tarda epoca bizantina nel IX secolo, sia stata edificata sulle rovine dell'antica Tissa.
Randazzo acquistò notevole importanza durante la guerra del Vespro (1282), quando il Re Pietro d'Aragona vi insediò il proprio quartier generale per la guerra contro gli Angioini.
Prescelta come dimora estiva dal Re Federico II d'Aragona (1303), nel 1312 vi nacque Guglielmo d'Aragona, al quale, all'età di otto anni, fu conferito il titolo di Duca di Randazzo. Nel XIV secolo ebbe capitoli civili e statuti propri, che furono successivamente soppressi nel 1345.
Appartenne poi al Regio demanio, ma non ebbe sviluppo sensibile per la sua posizione vicina al cratere dell'Etna che la faceva ritenere sotto il costante rischio di colate laviche. Sino al 1500 la città rimase divisa in tre quartieri nei quali si parlavano tre diversi dialetti: il greco, il latino e il lombardo. In seguito essa assunse l'attuale struttura urbanistica, di stampo medioevale, costruita con conci di pietra lavica locale.
Popolata da greci, latini e lombardi che conservarono fino a tempi recenti i propri dialetti e le loro chiese fu chiamata "Urbs Plena nel XVI secolo.
Decadde sotto la dominazione spagnola e nella prima metà del XVIII secolo risultava abbandonata da oltre la metà della popolazione.
Durante la II guerra mondiale fu l'ultimo caposaldo della resistenza tedesca in Sicilia, conquistato dagli alleati il 13 agosto 1943. Economia:
Oggi il centro storico della città appare suggestivo tra monumenti medioevali, edifici che portano ancora i segni dell'ultimo conflitto mondiale e botteghe artigiane dove è possibile acquistare oggetti di artigianato artistico di fattura locale: oggetti in terracotta, ceramiche, ferro battuto, vetreria artistica, lavori in rame, in legno e in pietra lavica, strumenti medievali e barocchi.
Prodotti agricoli: uva da vino, nocciole, olive, mandorle, nocciole, castagne.
Allevamenti: ovini, caprini, bovini ed equini. Gastronomia: in gastronomia sono molto utilizzati i tanti prodotti spontanei che la natura offre a questi luoghi.
I "fungi di ferra" (gustoso fungo locale il cui nome scientifico è pleurotus ferulae) costituiscono l'ingrediente caratterizzante della migliore cucina locale che insieme ai funghi porcini, agli "sparacuogni" (asparagi selvatici) ai formaggi, all'olio e all'ottimo e prezioso vino, costituiscono il vanto deiristoranti randazzesi.