Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
L'atto di nascita del Comune della Milicia è il 15 settembre 1621. Il fondatore, Francesco Maria Beccadelli di Bologna, ricostruì le cadenti case del preesistente baglio del 400 (oggi Piazza Madre chiesa) e trasformò in Chiesa l'annessa Cappella. Due anni dopo, nel 1623, venne fondata la Parrocchia e nominato il primo parroco. Il paese si sviluppò secondo un progetto urbanistico a scacchiera, che rispettava i canoni urbanistici dettati dal Re spagnolo Filippo III. La storia del paese non segna niente di particolare, solo la coltivazione della terra prima cannamela, poi vigneti, quindi sommaccheto e uliveto, ed oggi uliveto e limoneto.
Per quel che riguarda la genesi di questo piccolo centro fino a ieri si sosteneva che occorresse risalire a Ruggero d'Altavilla e alla battaglia della piana di Campogrande (1068), nel corso della quale il Gran Conte sconfisse le armate musulmane dell'emiro Ayyub, da qui il nome Altavilla per onorare il normanno e Militia (spedizione militare e, per traslato, valore guerresco), corrottosi poi in Milìcia e infine in Mìlicia.
Un recente studio di tre altavillesi, i professori Gaetano e Salvatore Brancato e il dottor Vito Scammacca, ha corretto il tiro e deluso gli inguaribili romantici.
Per quel che riguarda la famosa battaglia, descritta da Goffredo Malaterra, fu combattuta nel territorio di Misilmeri.
Il nome della masseria Milichio Milicha, compare per la prima volta nel Repertorium Regni Pheudorum del 1398, come allodio dei Ventimiglia. Quanto alla derivazione onomastica, il territorio su cui insisteva la masseria confinava con quello di Solunto, in cui in età classica si venerava Zeus Meilichios, dolce come il fico, frutto che in Sicilia è, con solida logica contadina, strettamente di genere femminile: dduci comu 'na ficu.
Il toponimo si riscontra in tutto il territorio di Altavilla: Fico Soprana era una fonte utilizzata come abbeveratoio e per irrigare; Cortile della Fico lo spiazzo antistante il fondaco; Ficazzana l'antico nome dell'attuale contrada Pozzillo. L'assonanza è evidente e, tutto sommato, appropriata: infatti dal 1400 al 1600 la masseria, di dolcezza in dolcezza, si "riconvertì" in cannameleto, ossia luogo di produzione dello zucchero di canna: a quanto pare con notevole successo.
Grazie anche alla ricchezza d'acqua del territorio e alla posizione prossima a Palermo, centro del potere politico e economico. La fortuna, tuttavia, è un'amante infedele, infatti:... molti anni sono che si retrovano gravati di grossissimi debiti dovuti sopra lo stato e il contado della Milìcia... si legge nell'atto notarile del 1621, con cui Francesco Maria Beccadelli di Bologna, giurecolsulto, Capitano di giustizia, Maestro razionale, Vicario generale del Regno di Sicilia, ecc. ecc., acquistò il feudo, ormai fallimentare, dai legittimi possessori.
L'anno successivo, dopo una strenua battaglia legale, il nobile ottenne la concessione del mero e misto imperio, ossia di esercitare la sua insindacabile volontà sul territorio, e la licentia populandì, ossia di colonizzarlo.
E nel regio decreto viene anche imposto il nome da attribuire al novello centro abitato: Alta Villa, in riferimento al sito posto su una collina, a settanta metri d'altezza, da cui si domina il paesaggio da Capo Zafferano a Cefalù.