Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Santa Maria di Licodia (Santa Marìa de Fuddia in siciliano) sorge a 442 m s.l.m. e a 25 km da Catania sulle pendici sud-occidentali dell'Etna, sull'orlo di un ripiano lavico inciso dal vallone di Licodia (affluente del Simeto).
Il nome Licodia ha origini greche che significa terra ricca di lupi e dall'Abbazia Benedettina di Santa Maria del XII secolo. Il paese ha una storia antica; ne sono testimonianza i numerosi reperti archeologici rinvenuti nella zona, attribuiti ad insediamenti siculi, greci, romani, bizantini, arabi e normanni. Il comune di Santa Maria di Licodia è ricco di zone archeologiche: Pietra Pirciaria, con le tracce di cinta murarie, Luppino, Poggio dell'aquila, Mancuso, Mendorlito e Montalto civita. Recenti scavi hanno portato alla luce un villagio ellenico del VI secolo a.C. .
L'odierna Santa Maria di Licodia si sviluppò attorno all'abbazia fatta edificare nell'agosto 1143 da Simone del Vasto, conte di Policastro e signore di Paternò che, unitamente alla contessa Tommasa, la cedette al priore Geremia, monaco benedettino della chiesa di Sant'Agata
Il conte diede facoltà ai monaci di fondare un casale, soggetto solo alla giurisdizione del priore del monastero di Licodia. Il diploma di infeudazione fu confermato da Guglielmo II, Re di Sicilia, nel 1168. Il monastero fu elevato ad abbazia nel 1205 dal vescovo catanese Ruggero Oco, che nominò frà Pietro Celio primo abate di perpetuo di Santa Maria di Licodia, dandogli anche facoltà di estendere ai suoi successori le insegne pontificali e pastorali. L'abbazia possedeva una biblioteca dove, nel XIV secolo, furono scritte, in siciliano, "le Costituzioni Benedettine". Con la riforma istituzionale del 1816, e la nascita del Regno delle due Sicilie, l'abitato perse la sua antica signoria monastica essendo stato aggregato a Paternò. Riottenne l'autonomia amministrativa nel 1840 con un decreto di Ferdinando II. I licodiesi della metà dell'Ottocento ebbero grandi capacità innovative: insieme ai paesi limitrofi valorizzarono i terreni della vallata del Simeto trasformandone le colture da estensive ad intensive. Rinomate ancora oggi le coltivazioni del "sanguinello" e del "moscato".
Queste colture fecero di questa zona una delle più ricche dell'etneo.
Economia:
Centro prevalentemente agricolo, Santa Maria di Licodia si distingue per la produzione di uva da mosto, olive, mandorle, frutta e agrumi che si possono gustare nell'annuale Sagra delle Arance e della Zagara che si tiene nei mesi di marzo-aprile.
Allevamenti: ovini.
Industrie ed Imprese: aziende enologiche, piccole industrie per la trasformazione di prodotti agricoli.