Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
l paese di Raffadali è adagiato su una lussureggiante collina a circa 423 metri sul livello del mare, in una posizione che domina la Valle del fiume Drago in un territorio delineato dai valloni Safo e Mendolazza Anche se è stata fondata nel periodo arabo, la cittadina sorge su un territorio che presenta testimonianze preistoriche di estremo interesse, che attestano la presenza di una comunità all'inizio dell'età neolitica (4.000 a.C.). Tra le scoperte archeologiche più note, ricordiamo le celebri "vergini di Businè". Per molto tempo, vari studiosi hanno ritenuto che in questo territorio sia sorta anche Erbesso, mitico granaio dei romani. Il territorio raffadalese venne occupato dai saraceni tra l'839 e l'841 e conobbe, durante il lungo periodo della loro dominazione, una grande floridezza economica e commerciale. Gli arabi denominarono il casale da loro fondato "Rahalafdal", cioè casale eccellentissimo, rinomato per la ricchezza della produzione agricola e la bellezza della posizione. Nell' XI secolo le terre del casale dette "Raffa" furono sotto la signoria di un principe saraceno Alì e qualche studioso fa derivare da ciò il toponimo "Raffadali" ovvero terre di Alì, credenza poco attendibile visto che nelle antiche scritture figurava già il nome "Rahalfadale".
Dopo due secoli e mezzo di dominazioni musulmane, Raffadali passò sotto il controllo dei nuovi conquistatori normanni. Il 7 ottobre 1095 avviene la concessione feudale di Raffadali a Giorlando Montaperto. Nel 1245, regnante Federico II di Svevia, furono espulsi gli ultimi saraceni, e i cristiani che rimasero fondarono l'odierna cittadina nella contrada Rahalfadali e sul luogo stesso dove, tre secoli prima, era sorto l'antico casale arabo. Il nome si modificò, in questo periodo, in quello di Raffadali. Per secoli il feudo è rimasto legato al nome della potente famiglia dei Montaperto. Sarà Pietro Montaperto ad ottenere da Re Ferdinando, il 27 marzo 1507, lo "jus populandi", vale a dire la licenza di popolare il territorio. In tal modo viene dato impulso all'attività costruttiva e il paese si espande. Nel 1523, fece edificare il borgo (alcuni studiosi sostengono che si tratti di una riedificazione) e fece costruire il castello, che ancora oggi, nelle sue strutture essenziali è ubicato nel centro storico di Raffadali. Originariamente il castello era una fortezza e ciò si può desumere dalla torre di base, nel lato Sud - Ovest, che si presenta ancora oggi nella sua interezza; successivamente venne trasformato, durante il rinascimento, in casa signorile. Nel 1649 Giuseppe Nicolò Montaperto, con i suoi vassalli, riportò l'ordine in Agrigento, che si era ribellata per fame al Vescovo Traina. Per premiare il coraggio e la fedeltà dei Montaperto, Filippo IV insignò del titolo di principe di Raffadali Giuseppe Nicolò Montaperto, elevando il feudo a principato nel 1650. Nel secolo XVI vengono costruiti la Chiesa Madre, la Chiesa di Sant'Antonino Abate e, nel XVIII secolo, la Chiesa di San Giuseppe. Ultimo signore di Raffadali fu Salvatore Montaperto Valguarnera.
Spicca fra i raffadalesi illustri il nome del missionario Francesco Spoto (1924-1964) che fu ucciso nel Congo dai ribelli indigeni, dopo aver cercato invano di salvare gli altri confratelli missionari.
All'agricoltura è dedita la maggior parte della popolazione. Vi è, inoltre, un discreto patrimonio zootecnico.