Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Cenni storici:
Il paese giace sulle pendici sud-orientali dell'Etna,presso il ciglio di un ripiano lavico, a 4 km dalla costa ionica e comprende Monterosso e Lavinaio.
Il paese ha una storia medioevale segnata dalle eruzioni dell'Etna del 1169,del 1329 e del 1408,e una fase feudale che registra i domini di notabili aragonesi del Re Alfonso, i Platamonte e i Moncada.
L' anno 1169 a seguito di una forte eruzione accompagnata da forte scosse di terremoto, gli abitanti lasciarono la parte costiera e si ritirarono in queste amene contrade ricche di boschi e di abbondante legname; qui diedero vita al piccolo borgo di Casalotto.
Nel 1408 questo borgo fu minacciato da una colata lavica che si fermò poco distante dal piccolo borgo; le preghiere degli abitanti a S. Antonio Abate, radunatisi presso l'omonima chiesa, fecero si che venisse scelto come loro patrono e protettore.
Successivamente, lotte interne con la vicina Aquilia indussero gli abitanti di Casalotto e dei borghi vicini a chiedere al vicerè di Palermo la separazione da Aquilia Vetere; questa fu ratificata nel 1640 a firma dei luogotenente cardinale Giannettino Doria arcivescovo di Palermo.
Nel 1672,per privilegio di Carlo II,Aci Sant'Antonio fu elevato,con altri villaggi,a Principato e assegnato a Stefano Riggio,dal cui casato discende Stefano II, ultimo signore del paese ammesso tra i governatori delle Due Sicilie.
L'11 di Gennaio dell'anno 1693 fu un giorno di grande lutto perchè un terribile terremoto, di proporzioni mai registrate, distrusse l'intera Sicilia orientale: ad Aci S. Antonio perirono 143 persone e vennero abbattute tutte le chiese tranne quella dei padri mercenari; il suo attuale aspetto prende forma con la ricostruzione promossa dal principe Riggio.
Il 1700 fu il secolo d' oro per Aci S. Antonio. Pittori scultori architetti, valenti mastri d' opera si avvicendavano per la ricostruzione e l'abbellimento dei maggiori edifici. Opere pregevoli di questo periodo furono:la chiesa di S. Antonio Abate, quelle di S. Biagio e di S. Michele arcangelo, il palazzo Reggio Carcaci, il palazzo Puglisi il palazzo Gagliani. L' 800 vide consolidarsi la ricca borghesia terriera e lo sviluppo dell'attività commerciale con la vicina città di Catania. Largo impiego in questa attività commerciale ebbe il carretto che fu riccamente ornato da valenti mastri carradori.
Nel 1826 si separa da Aci San Filippo e Aci Catena,con le quali fino ad allora formava un unico feudo.
L'economia del paese è basata principalmente sull'agrumicoltura (del limone verdello in particolare)e sulla viticoltura.
Allevamenti: equini ed ovini.
Industrie ed Imprese: aziende enologiche,aziende alimentari,piccole fabbriche di laterizi,cave di pietra vulcanica.
Artigianato: è l'ultimo comune della provincia di Catania,inoltre,a produrre ancora carri e carrozze, oggetti in pietra lavica.