Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
A 30 km da Catania e a 81 m s.l.m. sulle pendici orientali dell'Etna.
Pare che nel territorio dell'attuale Giarre sorgesse la città greca di Callìpoli (Kallipolis), fondata da coloni calcidesi nel VII secolo a.C. e distrutta nel 403 a.C. da Dionisio I.
Ad oggi, pur non esistendo alcuna fonte certa della corrispondenza tra Kallipolis e la cittadina jonica, si segnala il rinvenimento di tracce di una fattoria romana, di manufatti fittili e monete di epoca greca e romana.
La presenza di numerosi siti archeologici potrebbero collocare l'ubicazione dell'antico sito tra le frazioni di San Giovanni Montebello e Santa Maria la Strada, precisamente tra le contrade Coste e Chianti. La tradizione vuole, infatti, che negli stessi luoghi esistessero sia un altro insediamento greco dal nome Kalkis (posteriore a Kallipolis, fondato da alcuni ex abitanti scampati alla vendetta di Dionisio) che uno romano chiamato Bidium. Rinvenimenti di reperti sono stati segnalati nel tempo anche a Giarre centro, mentre a Santa Maria la Strada è certa la significativa presenza del pozzo di Ruggero I il Normanno, risalente all'anno 1081.
Le prime notizie del borgo risalgono al XVIII secolo, quando si formò il primo nucleo abitato alla dipendenza della Contea di Mascali, feudo ecclesiastico.
Il 5 ottobre 1558 il vescovo catanese conte Nicola Maria Caracciolo convocò nella chiesa di S. Maria degli Angeli a Mascali alcuni rappresentanti per offrire loro queste terre, ricche di acqua, prevalentemente in pianura ma infestate da boscaglia nociva e pericolosa.
Questa data segnò l'inizio del popolamento del territorio, anche perchè le terre furono concesse a censi molto bassi e a chi voleva stabilmente dimorare nel territorio. A quest'ultimi veniva anche donata la terra necessaria per la costruzione di un modesto alloggio.
Il vescovo, morendo nel 1567, lasciava erede la mensa vescovile di Catania di un fondaco di sua proprietà, denominato delli Giarri.
Acesi e messinesi investirono in queste terre i loro capitali e in un secolo i grandi possedimenti incolti furono trasformati in vigneti ricchi di vino e generosi di guadagni. Giarre divenne un centro di benessere, e conobbe, pertanto, un rapido sviluppo grazie allo spostamento a valle dell'antica via consolare, avvenuto a seguito del terremoto del Val di Noto del 1693, divenendo punto di passaggio obbligato per i viaggiatori che si spostavano tra Catania e Messina. Tale strada d'origine romana, infatti, prima attraversava gli abitati di Trepunti, Macchia, Tagliaborse e Mascali, situati a monte dell'attuale centro abitato. Nel 1784 aveva aperto una strada che dal centro arrivava alla marina di Riposto da dove tutte le merci dell'hinterland partivano per i vari porti del Mediterraneo. Lo sviluppo di Giarre appare legato,infatti,alla sua felice posizione sulla via consolare che univa Catania con Messina.
Il suo nome è da attribuirsi alle stazioni di posta dove si trovavano le giare a cui i cavalli potevano abbeverarsi.
I vescovi conti, in vista dell'incremento demografico di Giarre, nel 1681 concessero un vasto appezzamento di terreno per la costruzione di una chiesa sacramentale, mentre già nella seconda metà del '700 arrivarono nel centro i Padri filippini di Acireale per aprire un oratorio e una scuola per l'istruzione superiore dei giovani. E proprio i Padri filippini, quando si resero conto che la piccola chiesa costruita un secolo prima dedicata a S.Agata e a S.Isidoro non era più sufficiente per la popolazione giarrese, nel 1794 progettarono e fecero edificare la chiesa Madre, dedicata a S.Isidoro, patrono del paese. Nello stesso periodo arrivarono a Giarre i Padri Agostiniani Scalzi, che si stabilirono nella zona del Convento. Agli inizi dell'Ottocento si concluse nella contea la secolare lotta tra Mascali e Giarre per il controllo del territorio.
Nel 1815 il Parlamento siciliano pronunciandosi per l'autonomia amministrativa di Giarre che di fatto, a partire dal 1818, si staccò da Mascali e elesse un proprio decurionato, amministrandosi autonomamente. Tutti i quartieri, ad eccezione di Nunziata, chiesero di restare uniti a Giarre.
Cominciò così il lento processo di decadenza di Mascali prima che la lava del 1928 la distruggesse totalmente. Conclusasi la contea con Mascali, Giarre dovette affrontare la questione dell'autonomia commerciale rivendicata dalla classe dirigente di Riposto. Dopo alcune lotte, nel 1841 Riposto riuscì a staccarsi assieme a Torre da Giarre. Da quella data le strade dei due paesi si diversificarono: a Riposto l'elemento dominante rimase il ceto dei commercianti, dei negozianti e dei trafficanti, mentre a Giarre la classe più rappresentativa fu quella delle professioni liberali. Durante il periodo fascista, con il decreto del 9 novembre 1939, i due paesi furono unificati sotto il nome di Giarre-Riposto. Il 12 maggio 1942 un altro decreto autorizzò i due comuni ad assumere la denominazione di "Ionia". Nel settembre del 1945, con decreto luogotenenziale, Giarre e Riposto furono dichiarati nuovamente divisi. Giarre oggi comprende le frazioni Altarello, Carruba, Macchia, San Giovanni, San Leonardello e Trepunti. Economia:
Oggi è uno dei centri più dinamici della provincia soprattutto per quanto riguarda il commercio di primizie di frutta e ortaggi ( pere, mele, pesche, agrumi, uva da vino e da tavola, patate primaticce). Fiorenti sono la viticoltura e l'agrumicoltura e buono è il patrimonio zootecnico con allevamenti di bovini, caprini, ovini e suini.
L'industria è presente nei settori della pastificazione, meccanico, estrattivo con fabbriche di macchine per l'estrazione di essenze agrumarie e dei materiali da costruzione. Vi sono anche fabbriche di dolci, di mobili e di imballaggi. Buone risorse sono anche il turismo estivo (12.000 presenze alberghiere annue) ed il commercio.