Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Ferla, paese che sorge verso il Fiume Anapo ha origini remote. L'attestazione documentaria più antica risale al 23 luglio 1269, dal quale viene stipulato un accordo tra il barone di Ferla Perrucchio Lanza e Damiano Rubeo barone di Xirume al fine di risolvere delle questioni riguardanti i pascoli nei territori incolti. Tuttavia grazie alle recenti indagini archeologiche si calcola che il territorio di Ferla, era già abitato prima della colonizzazione greca dell'VIII Sec. A.C. Lo testimonierebbero i ritrovamenti archeologici e le stesse notizie intorno al Castel di Lega. La comunità insediata su tale castello doveva essere situata sulla collina denominata ?Castello? a sud dell'attuale abitato. Tracce di necropoli e di abitazione rupestri, ancora oggi documentano l'esistenza di un nucleo abitato di età pre-greca in tale sito e nelle immediate vicinanze. Gli studi archeologici e filologici lasciano chiaramente capire che ?Ferula? non è quel moderno castello, ma un antico centro sorto durante la stagione medievale in un sito in cui le testimonianze preistoriche greco-romane paleocristiane si erano abbondantemente sovrapposte. Con i normanni il territorio di Ferla divenne baronia di Goffredo, figlio del conte Ruggero. In seguito passò al Pallancino e quindi ad altre famiglie nobili di Sicilia. Nel 1625 divenne marchesato e passò a Giuseppe Rau e Grimaldi da Noto. I diritti baronali si estinsero con Francesco Tarallo Borgia. La presenza di una, seppur limitata, comunità umana nel luogo è confermata anche negli anni della evangelizzazione cristiana e nelle età successive. In tal senso il piano di San Sebastiano va visto come luogo centrale di un nucleo urbano scelto da un popolo che qui ha mantenuto con continuità, dall'età ellenistica ad oggi la sua presenza. Il centro urbano fu ampliato e delineato come città nell'età normanna ed è forse da tale momento storico che assunse la denominazione attuale. Ma stando ad un'altra testimonianza, il nome fu cambiato dagli abitanti di Piazza Armerina, che in gran parte vi emigrarono, prendendo forse spunto da molti alberelli di ferula che crescono nella zona (una pianta erbacea un tempo usata per fare gli sgabelli). Dal nome ferula ricavarono dunque Ferla. Lo stemma municipale ricorda, infatti, l'origine del nome e riproduce l'alberello della Ferula. Per quanto riguarda la composizione urbana c'è da dire che Ferla, prima del terremoto del 1693 ,doveva avere un impianto planimetricamente irrazionale perché condizionato dalla notevole accidentalità del suolo su cui sorgeva l'abitato. Il paese si sviluppava sul piccolo pianoro che si estende dalla Matrice al Carmine e poi da qui scendeva seguendo le pareti scoscese che conducono a valle, in contrada ?Ronco?. Il terremoto, cancellò per intero la cittadina medievale comportando la perdita di 800 abitanti. Da quella data in poi il centro abitato fu costruito più a Nord, da quello antico fu ripreso solo la parte in piano e quella ruotante intorno alla chiesa Madre e alla chiesa di San Sebastiano. Nelle zone scoscese, come è ancora oggi evidente grazie alla conservazione di un ampio complesso di ruderi a sud del quartiere Castelverde, l'architettura non fu più ricostruita a scopo abitativo anzi, in alcuni casi fu usata per ricavarne degli orti e delle stalle. Le attività economiche principali sono l'agricoltura e l'allevamento. i prodotti maggiormente coltivati sono il grano, i foraggi, le olive e le noci. Gli allevamenti presenti sono quelli bovino ed ovino.