Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Cefalà Diana è un paese adagiato su uno scosceso spuntone di terra arenaria. Il suo territorio si estende su una superficie che supera di poco i nove chilometri quadrati.
L'attuale paese di trova in una zona abitata sin dall'età romana, frequentata nell'epoca bizantina, citato da Idrisi.
Secondo alcuni studiosi, qui si troverebbero gli unici resti archeologici (i Bagni) direttamente attribuibili al periodo della dominazione araba in Sicilia.
La torre merlata di quello che fu il castello di Cefalà Diana domina l'ampio panorama che fa da sfondo alla Rocca Busambra.
Il nome del paese deriva certamente dal greco Kephalè (testa) in virtù della forma della rupe dove sorge il castello.
Nell'Impero bizantino, tuttavia, è importante ricordare che il termine kefalades/????????? (plurale di kefalàs/???????) era anche un appellativo attribuito agli arconti nobili militari, probabilmente per sottolineare il loro ruolo di capi o comandanti dell'esercito - un po' come noi usiamo il termine capoccia nel senso di capo: in questo senso, allora, non è escluso che alcune di queste famiglie abbiano effettivamente un legame con un kefalàs bizantino, soprattutto se si considera che diverse famiglie erano legate ai ranghi nobili militari della Grecia medievale (così come dell'Albania ). Chefalà è il cognome di una greca famiglia nobile. Va aggiunta un'ultima ipotesi a riguardo (soprattutto nel caso di Cefalà): osservando la toponomastica greca, va notato che diversi toponimi greci contengono la radice Kefal - ad esempio l'isola di Kefalonia e il villaggio cretese di Kefalas, in questo senso, non si può escludere una derivazione dalla toponomastica greca bizantina.
L'impianto originario del castello sembra risalire all'epoca greca, mentre l'attuale struttura può essere collocata tra la seconda metà del XIII secolo e l'inizio del XIV secolo per poi subire nel corso del '300 e '400 modifiche e restauri. Fu edificato solo per questioni strategiche e militari, dalla sua posizione particolare, garantiva un controllo generale riguardo la viabilità fra Palermo e l'intero cerealicolo della Val di Mazara.
Da alcuni documenti patrimoniali risulta che già dopo il 1093 passerà in possesso feudale a Niccolò Abate col titolo di Baronia. Nel XII secolo divenne feudo, conservando la maggior parte della popolazione musulmana.
Nel XIII secolo venne edificato il nuovo castrum per sostituire il castello normanno, mentre nel XIV secolo la zona si spopolò a causa di una epidemia di peste.
Nel 1300 castello e feudo passarono come proprietà acquisite alla famiglia Chiaramonte che mantenne il possedimento per parecchi anni.
Nel 1329 il castello entrò a far parte del sistema difensivo dei Chiaramonte assieme al castello d' Icla su monte Ciarastella e la rocca di Sant'Angelo, parte della triade di fortezze che la famiglia Chiaramonte realizzò per controllare i suoi possedimenti, guadagnandosi presto la fama di "rocca imprendibile".
Vent'anni dopo, il castello venne attaccato dai palermitani come reazione contro le razzie di un gruppo di catalani che lì aveva trovato rifugio, e venne in seguito utilizzato come magazzino.Nel 1406 la baronia venne concessa agli Abbatellis, cui venne confiscata nel 1503 dopo la ribellione degli ultimi membri della famiglia.
Solamente dopo la fine dei Chiaramonte la fortezza perderà il suo ruolo militare.
Nel XVIII secolo (1684) i Diana , divenuti duchi di Cefalà nel 1684, fondarono intorno al castello il villaggio feudale di Cefalà Diana su "Licentia Populandi" concessa a Don Niccolò Diana.
L'attuale paese ha rispettato il nucleo originario del XVII secolo.
Il castello di Cefalà è situato a ridosso del caseggiato che si stende su una pendenza in vista della lussureggiante vallata dell' Eleuterio.
A pochi chilometri dal paese lungo la Nazionale 121 troviamo le Terme arabe un monumento islamico originale, oggi importante riserva naturalistica della Sicilia occidentale. Un edificio di forma rettangolare che consta di un'unica sala, al centro di essa esiste una grande vasca originariamente suddivisa da muretti in tre vasche minori.
A 10.82 metri dall'ingresso principale si trova una triplice arcata (Tribelon) formata da due archi a tutto sesto ed uno a sesto acuto che poggiano su svelte colonne sormontate da capitelli e pulvini. In virtù di determinate analogie che presentano le strutture. L'edificio è sicuramente di età araba - normanna e probabilmente risalente intorno al XII secolo.
Non è tuttavia da escludere l'ipotesi di una costruzione dei "bagni" in epoca guglielmina ed eseguita da maestranze musulmane che si ispirarono alla loro cultura. Dopo i recenti restauri, gli sforzi sono concentrati per riportare l'acqua all'interno della struttura e aprire così una nuova stagione per il settore turistico termale.
ECONOMIA
Cefalà Diana vive prevalentemente di agricoltura. Frumento e olio sono le principali produzioni del luogo. Ma adesso il Comune intende dare un nuovo impulso all'economia locale, realizzando un insediamento per le attività artigianali, commerciali e micro-industriali non inquinanti. L'individuazione di un'area di circa 290 mila metri quadrati sulla scorrimento veloce Palermo-Agrigento è il primo passo per superare la storica situazione di arretratezza produttiva e le condizioni di ritardo strutturale della zona. Il progetto di sviluppo ruoterà attorno al patto territoriale "Alto Belice Corleonese.