Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Camporeale (Masciddi o Campurriali in siciliano) è situato a cavallo delle due provincie di Palermo e Trapani, che si sono contese il fertile territorio per circa 150 anni, fino al 1954, anno del passaggio alla circoscrizione amministrativa di Palermo, di cui costituisce la 181 parte della superficie. Appartenuto per lungo tempo alla provincia di Trapani, dista 44 km dal capoluogo palermitano e sorge nellaVal di Mazara. Si trova alle falde delle colline: Cozzo di Cipolla, Cresta di San Cosimo, Spezzapignatte (m.610), che sovrastano l'amena pianura di Mandranova e lo difendono dai venti nordici.Il fiume Belice, che ha dato il nome alla vallata, attraversa il suo territorio.
Il panorama che sì presenta al visitatore è ricco di colline, monti, pianure e verdeggianti vallate. Dal cunettone si può ammirare la ridente vallata costellata da poggi, promontori, colline e paesi circostanti.
Per alcuni studiosi, è presso Camporeale che si sarebbe trovata l'antica città romana di Longaricum. Il nome del paese pare derivare dal latino Campus regalis, il cui significato è: il campo degno di un re.
La nascita si fa risalire al 22 maggio 1779, allorché il re concesse al nobile Giuseppe Beccadelli di Bologna il dominio assoluto sui Feudi e le tenute di Macellaro, Valdibella, Grisì e Massariotta, incamerate da Ferdinando IV di Borbone già dal 1767, in occasione dell'espulsione dal regno di tutte le comunità gesuitiche. Fu così che il Beccadelli ne divenne il primo principe.
Le loro tenute vennero amministrate sino al 1 agosto 1778 da una giunta speciale; in seguito le si vendette al bando. Sulle colline di Macellaro andava formandosi una nuova cittadina: l'abitato da quel momento non si chiamò più Macellaro, ma Camporeale, in virtù dell'antico titolo nobiliare concesso un secolo prima, precisamente nel 1664, da re Carlo III a Pietro Beccadelli, principe di Camporeale.
L'antico nome Macellaro, secondo testimonianze storiche e archeologiche, probabilmente derivava dall'antico nome di Makella, posta tra Palermo e Segesta, che venne distrutta nel 260 a.C. dai consoli romani Caio Duilio e Gneo Pompeo.
Camporeale fu tra i centri più colpiti nel drammatico terremoto che nel gennaio del 1968 colpì la valle del Belice e causò gravi danni alle abitazioni, soprattutto nell'area della parte superiore dell'abitato, che pertanto vennero demolite.
Il nuovo centro, sorto per il trasferimento parziale del paese, si estende a Sud di Camporeale, in contrada Mandranova, su una leggera sopraelevazione del terreno (m. 350) che si innalza di circa m.10 dalla strada di campagna esistente. Due strade principali dividono il paese in quattro canti e in quattro quartieri principali: S. Ignazio, S. Calcedonio, Fornazzo e Triangolo.
All'indomani del sisma molti camporealesi cercarono fortuna nei paesi del nord, provocando, nella già evidente crisi socio-economica della cittadina, un'impennata.
Del resto, l'allora principale fonte di reddito della popolazione era l'agricoltura, che soffrì non poco della mancata ricostruzione del post-sisma.
ECONOMIA
L'economia locale è legata all'agricoltura e alla commercializzazione dei suoi prodotti principali: grano, vino, meloni e cereali. Sono anche presenti allevamenti di ovini. Fiorente è l' industria del legno che con le falegnamerie danno lavoro a molte famiglie, produce infissi e porte soprattutto per altri paesi. A livello artigianale è attiva anche la lavorazione del ferro. Da segnalare la presenza della famosa industria enologica "Rapitalà".Scarsissima, di contro, la presenza di altre colture erboree (olivo, agrumi, fruttiferi vari), mentre su 2714 ettari di seminativi quasi 2000 sono costituiti dal solo frumento. Il patrimonio zootecnico e discretamente consistente,