"...sorge all'incrocio di tre valloni, con case da ogni parte su per i dirupi,
..."
Elio Vittorini
Scicli si estende su una larga pianura incastonata all'interno di tre valli strette ed incassate dette Cave (le valli di Modica, di Santa Maria La Nova, e di San Bartolomeo), originate da fratture tettoniche di epoca remotissima e divenute letto di corsi d'acqua torrentizi. Antichissime ed incerteLe sono le origini della città che ha vissuto da proagonista le più importanti dominazioni avvicendatesi nei secoli in Sicilia: dai Siculi ai Greci, dai Romani ai Saraceni, dai Normanni agli Aragonesi, tutti hanno lasciato le loro indelebili testimonianza, tuttora riscontrabili sul Colle di S. Matteo , primo nucleo di Scicli. Distrutta dal sisma del 1693, venne in seguito ricostruita seguendo i più fini principi barocchi che hanno dato vita ad uno dei gioielli architettonici più fastosi di Sicilia. L'economia di Scicli è basata quasi esclusivamente sull'agricoltura intensiva e sulla produzione di primaticci. La coltivazione in serre, di cui tutta la fascia costiera è coperta, sta raggiungendo il primo posto fra le risorse economiche della città e della provincia. Oltre ai primaticci e alla serricoltura, particolare importanza riveste anche la produzione di agrumi, olio carrubbe, vino e in quest'ultimo periodo anche di fiori. Elio Vittorini si sofferma sulla sua magica morfologia ne "Le Città del Mondo": «La città di Scicli sorge all'incrocio di tre valloni, con case da ogni parte su per i dirupi, una grande piazza in basso a cavallo di una fiumara, e antichi fabbricati ecclesiastici che coronano in più punti, come acropoli barocche, il semicerchio delle altitudini...». Pier Paolo Pasolini visitò da giornalista la città vecchia (Chiafura) scavata nella roccia che sovrasta il centro storico, descrivendola come "una specie di montagna del Purgatorio, coi gironi uno sull'altro, forati dai buchi delle porte delle caverne saracene, dove la gente ha messo un letto, delle immagini sacre o dei cartelloni di film alle pareti di sassi e lì vive, ammassata, qualche volta col mulo". Leonardo Sciascia è stato più volte a Scicli, dove teneva conferenze e incontri e dove viveva l'amico e pittore Piero Guccione, sciclitano di nascita.