Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Distante da Trapani circa 39 chilometri (100 dalla citt à di Palermo, il capoluogo di provincia), a 6 metri sul livello del mare, San Vito Lo Capo, con le frazioni di Macari e Castelluzzo, conta circa 4200 abitanti.
Il paese è uno dei più famosi luoghi di soggiorno estivo della Sicilia, per la bellezza della sua spiaggia che nel 2011 è stata eletta la migliore spiaggia italiana e l'ottava in Europa.
Si trova sulla costa occidentale della Sicilia, sul promontorio di Capo San Vito, con a occidente il Golfo di Macari e a oriente la Riserva dello Zingaro e il Golfo di Castellammare.
San Vito Lo Capo nasce alla fine del settecento, nel territorio demaniale ericino, alle falde di Monte Monaco, nella bianchissima baia posta tra Capo San Vito e Punta Solanto. Ma la storia di questa solare cittadina inizia certamente più indietro nel tempo. Tracce dell'epoca paleolitica, mesolitica e neolitica si trovano nelle numerose cavit à naturali, un tempo abitazioni, che si affacciano sul mare. Resta avvolta dal mistero l'esistenza di un'antica borgata, Conturrana, una rupe immensa a 500 passi dalla riva staccatasi dalla montagna. Qui, probabilmente intorno alla fine del IV sec. a.C., esistette un piccolo centro abitato. Nucleo generatore di San Vito Lo Capo è l'attuale Santuario, antica fortezza saracena che nell'arco dei secoli ha subìto numerosi interventi edilizi. La prima costruzione, realizzata intorno al '300, fu una piccola cappella dedicata a San Vito Martire, patrono del borgo marinaro. Secondo una tradizione accettata e riportata da tutti gli agiografi e cultori di storia siciliana,il giovane Vito (di origini presumibilmente della Lucania), dopo essersi convertito al Cristianesimo, per sfuggire ai rigori della decima persecuzione ordinata da Diocleziano (303-304), e alle ire del padre Ila e del prefetto Valeriano, assieme al suo maestro Modesto e alla nutrice Crescenzia fu costretto ad abbandonare il paese e col favore dei venti approdò sulla costa del feudo della Punta, in territorio di Monte Erice, dagli antichi chiamato Capo Egitarso. Qui cominciò a predicare la parola di Dio tra la gente del luogo, in una borgata poco distante dalla spiaggia, chiamata Conturrana.
In nome di Dio guariva gli infermi, quanti fossero colpiti da rabbia o morsi da animali, o compromessi nella salute per un improvviso spavento, scacciava gli spiriti immondi. Ma, a dispetto dei numerosi miracoli operati, la sua opera fu coronata da scarso successo, e si concluse col castigo inflitto da Dio a Conturrana. La credenza popolare ritiene che il giovanetto San Vito, martire al tempo di Diocleziano, sia stato in questo paese non benevolmente accolto, allorquando si era col à rifugiato, accompagnato dai precettori Modesto e Crescenzia. L'inesorabile ira divina si era abbattuta sul paese, seppellendolo completamente sotto una frana, non appena i tre profughi avevano lasciato il centro abitato, dirigendosi verso il mare. Sempre secondo tradizione Santa Crescenzia, voltandosi a guardare la citt à che crollava, divenne pietra nello stesso punto dove adesso sorge la cappella, alla quale ancora oggi gli abitanti del luogo attribuiscono poteri magici. Per San Vito, invece, seguì una breve dimora nell'Egitarso e, dopo un viaggio attraverso la Sicilia e la Basilicata, il martirio, il 15 giugno del 299.
Col tempo crebbe la fama della chiesa e dei "miracoli" attribuiti al martire Vito e a Santa Crescenza e così, per accogliere i numerosi fedeli che arrivavano in pellegrinaggio e soprattutto per difenderli da ladri e banditi l'originaria costruzione ando trasformandosi in una fortezza/alloggio. Tale realizzazione risale alla fine del '400. Nel frattempo aumentavano i pericoli di incursioni di pirati barbareschi, così lungo le coste dell'Isola cominciarono ad essere edificate numerose torri di avvistamento. Anche il Santuario si munì di una torre. Le torri principali erano tre, due sono ancora visibili e sono torre Scieri e torre Isolidda. La terza invece, torre Roccazzo, ubicata sul piano Soprano che si estende ad ovest del paese di San Vito (il luogo fu appositamente scelto perché l'unico atto a garantire la corrispondenza con le altre due torri), venne demolita per far posto al semaforo militare nel 1935.Fin dall'inizio, il Santuario fu fatto centro di una grande devozione, e la fama dei miracoli che il Santo qui operava varcava anche i confini della Sicilia, richiamando in ogni stagione numerosissimi pellegrini. Anche gli stessi corsari, nemici dichiarati della fede cattolica, avevano rispetto per il Santo e per il suo tempio.
All'inizio del '700 iniziarono a comparire le prime case tutto intorno all'edificio. Alla fine dello stesso secolo, attorno alla chiesa esisteva gi à un piccolo nucleo di abitazioni. Nasceva così San Vito Lo Capo. Nell'arco dei secoli, la cittadina ha accolto esploratori, viaggiatori e persino commissari governativi che, mossi da curiosit à, interessi culturali o militari, misero a punto meticolose ed interessanti descrizioni sulla geografia dei luoghi visitati.