Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Paesino di origine medievale, adagiato (a 658 metri sul livello del mare) su un pendio delimitato in parte dalla Serra dell'Omo Morto, venne chiamato solamente Chiusa fino al 1862, successivamente gli si aggiunse Sclafani, in onore e ricordo del suo fondatore Matteo Sclafani, conte di Adrano.
Posto al margine sud-occidentale dei cosiddetti Monti Sicani, nella regione del corleonese, il territorio di Chiusa si estende nello spartiacque tra la Valle del fiume Belice e quella del fiume Sosio. L'orografia è prevalentemente collinare, tuttavia presenta, in alcune contrade, terreni fortemente accidentati e impervi che non consentono coltivazioni di alcun genere. Nella parte orientale ed in quella meridionale il territorio è delimitato dal corso del Sosio, che scorre qui tra profonde gole boscose, per aprirsi, oltre lo stretto di Chiusa e il Castello Gristia verso la pianura di San Carlo; al limite occidentale scorre il torrente Maltempo; nella parte settentrionale, il Monte Triona e il Monte Colomba separano il territorio di Chiusa Sclafani da quelli di Bisacquino, diCampofiorito e Prizzi.
La scoperta di una necropoli, avvenuta nel 1877, lascerebbe pensare che sia esistito davvero un agglomerato urbano più antico, in un sito poco distante dall'attuale paese. In attesa degli opportuni scavi archeologici, però, é impossibile esserne sicuri. Si sa per certo, invece, che l'attuale paese venne fondato nel 1320 per volontà del conte Matteo Sclafani sui resti di un casale saraceno già esistente, "Chiusa la vecchia", a circa due chilometri dall'attuale centro abitato.
Esistono due ipotes per giustificare il nome "Chiusa". La prima, sostenuta dal Fazello e dal Pirro, lo spiega l'origine del nome col fatto che il conte Matteo aveva un campo chiuso dove pascolavano i suoi cavalli: proprio su questo campo gettò le fondamenta del nuovo paese. La seconda ipotesi, invece, sostiene che, siccome il centro urbano si trova fra tre colli e due rami del fiume Isburi, e sembra perciò chiuso, si pensò bene di dargli questo nome".
Comunque, la storia "conosciuta" di Chiusa Sclafani é legata all'avvicendarsi delle famiglie feudali che l'hanno posseduta: dagli Sclafani ai Peralta, dai Cordona, ai Gioeni e ai Colonna ai quali permanne sino al 1812, periodo in cui vennero aboliti i diritti feudali. Al di là dei "misteri" legati al luogo e al nome, che comunque rendono la cittadina più affascinante, Chiusa Sclafani presenta ancora oggi gradevoli caratteristiche urbane di tipo medievale, rese più interessanti da monumenti il cui stato di conservazione é più che accettabile. L'unico "neo" é costituito dal Palazzo del Conte Sclafani, in piazza Castello, completamente trasformato rispetto alla struttura originaria. In compenso, l'amministrazione comunale sta provvedendo a salvare, restaurandolo, il grandioso complesso della Badia, recentemente acquistato. Apparteneva alla chiesa, ormai sconsacrata, della SS. Annunziatla.
Chiusa Sclafani, infine, vanta una tradizione musicale di tutto rispetto. Tanto che si dice: "A Chiusa, si si chiantanu potati, nascinu musicanti" (A Chiusa, se si piantano patate, nascono musicisti). Si tratta di un antico detto popolare, che riassume il senso profondo della storia del complesso bandistico, che da oltre un secolo é l'orgoglio della cittadina.
Il 26 maggio 1935, addirittura, ebbe l'onore di esibirsi a Roma, sotto la direzione del maestro Pietro Mascagni, nell'ambito del Concorso Bandistico Nazionale, classificandosi al secondo posto e ottenendo una medaglia d'argento.
Appartiene al comune di Chiusa Sclafani la frazione di S. Carlo, fondata da Ido Lercari con "licenfia populandi" del 15 luglio 1628. Oggi conta poco più di 120 anime, ma fino a 50 anni fa era un'importante stazione ferroviaria, punto di snodo della linea Palermo-Corleone-Sciacca-Ribera.
ECONOMIA
Chiusa Sclafani è un piccolo centro agricolo, nella sua produzione di prodotti si distinguono cereali, olive, mandorle, uva, ciliegie, pesche ed agrumi nella parte meridionale bagnata dal Sosio, Non sono presenti a Chiusa Sclafani insediamenti industriali; uniche strutture per la trasformazione dei prodotti agricoli sono un mulino ed i diversi frantoi. Sono presenti inoltre vari insediamenti di attività manifatturiere e artigiane di piccola o piccolissima entità,soprattutto quella legata alla lavorazione del legno e quella dei tessuti.Risorsa attuale di origini antichissime è la coltivazione del ciliegio Cappuccio. Il territorio di Chiusa Sclafani è compreso nella zona di produzione dell'Arancia di Ribera D.O.P..