Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
La cittadina di Brolo è situata lungo la costa tirrenica a circa 90 Km da Messina ed è circondata a sud dalla catena montuosa dei Nebrodi
La zona geografica in cui ricade il territorio di Brolo è formata da una fascia pianeggiante, compresa tra la costa e l'autostrada, che penetra verso l'interno in corrispondenza dei tre corsi d'acqua principali, ossia: la fiumara di Sant'Angelo di Brolo, che segna il confine orientale del territorio comunale, il torrente Iannello e la fiumara di Brolo, che lo attraversano.
Questa fascia è racchiusa da una zona collinare che partendo dalla pianura si eleva dolcemente sino a confluire nella catena nebroidea. All'orizzonte, le isole dell'arcipelago Eoliano mentre ad oriente si staglia Capo Calavà, contrapposto, ad ovest a quello di Capo d'Orlando.
Contrariamente a quanto avviene in gran parte dei comuni ubicati lungo la costa tirrenica, il centro urbano di Brolo non può espandersi parallelamente all'andamento del litorale, essendo questa direttrice ormai satura e quindi bloccata per un'eventuale incremento di edilizia abitativa; per questo motivo gli insediamenti avvengono e si sviluppano nella zona pedemontana.
Il nome Brolo proviene dall'originale termine Brolium, che nella bassa latinità aveva il significato di parco o giardino.
Dalla ricostruzione della Tabula Peutingeriana, si possono ricavare alcune notizie storiche riguardanti il territorio di Brolo. Da questa cartografia storica, che descrive la viabilità della Sicilia nel IV secolo, si evince che la strada principale dell'isola, ossia la Via Valeria, metteva in comunicazione la Sicilia settentrionale da oriente ad occidente, conducendo dallo stretto di Messina fino al Capo Lilibeo.
Il percorso di questa arteria, che attraversava l'attuale centro urbano di Brolo seguendo quasi fedelmente il tracciato della S. S. 113, costituiva un asse di rilievo per gli scambi commerciali dell'epoca.
Forse ancor prima di essere un borgo di pescatori, il villaggio siciliano era parte fondamentale di quello che Catone, alcuni secoli prima, aveva denominato "granaio del popolo romano".
In La Sicilia nella tabula Peutingeriana, l'Uggeri, in riferimento alla via Valeria, scrive: «Questo percorso, noto nel Medioevo come basilich odoz (doc. a. 1091), è pedemontano da Tindàro verso Sant'Agata di Militello, scavalcando il Capo Calavà e poi per Gioiosa Marea, Brolo, San Carrà, Scafa, San Martino e Rocca (dove si stacca una variante costiera recenziore per Sant'Agata)».
La storia dell'antico originario borgo medioevale nasce e si sviluppa intorno al castello, costruito quasi a picco sul mare, il maniero dominava un vasto tratto della costa tirrenica, proteggendo le spiagge sottostanti dalle incursioni piratesche.
Questo edificio adibito al controllo della costa, che i geografi arabi già chiamavano "Marsa Daliah" il "porto delle vite" e poi, nel 1094 unitamente al villaggio di pescatori era conosciuto, in epoca normanna, con il termine Voab, toponimo lasciato in eredità dalla precedente dominazione araba ed il cui significato è «Rocca marina».
L'attribuzione di una così impegnativa denominazione rende palese l'importanza che il villaggio ricopriva nel tratto di costa tra Capo d'Orlando e Capo Calavà, in virtù della sua particolare posizione geografica e strategica; il porto di Brolo era il solo presente in questo tratto di litorale, segnalato dal geografo Edrisi nel 1154, quasi sicuramente era protetto da una iniziale costruzione adibita all'avvistamento delle navi saracene.
Non si hanno notizie certe sui fondatori del primo insediamento; le fonti storiche più attendibili fanno risalire la costruzione del primo impianto urbanistico all'XI secolo, attribuendola ai Primati di Sicilia, nobile famiglia appartenente al ceppo di Bartolomeo d'Aragona e legata alla corte di Federico II. Si narra che Bianca Lancia, futura madre di Manfredi di Sicilia abitò nel castello.
Il centro storico è tutto da scoprire, e mantiene inalterata quella tipologia radiocentrica polifocale, il cui percorso irregolare segnato da grosse stecche edilizie, denuncia, nei tracciati a fuso, retaggi medievali.
L'espansione di Brolo avviene gradualmente; nel XVII secolo nella breve pianura sottostante la rocca si sviluppa il centro abitato con la Chiesa Madre fatta costruire da Ignazio Vincenzo Abate, marchese di Longarino e Signore di Brolo, nel 1764, ed infine l'edificazione, lungo la strada regia, di alcuni palazzetti ottocenteschi definiscono il profilo urbano del paese.
Brolo quindi senza privarsi degli agi della modernità, mantiene memoria visiva del Medioevo consentendo al visitatore, in un tutt'uno, di assaporare la delizia dei luoghi, il gusto della leggenda, il sapore della storia, dei fasti nobiliari e della sapienza popolare.