" A Zafferana l'aria è buona alle labbra, sa di pane fresco di forno, di ginestre. E da lassù, dai tremila metri dell'Etna, la Sicilia è una stella a tre punte nel cielo capovolto del suo mare antico".
Igor Man, La Stampa settembre 1996
A 574 m s.l.m. e a 20 km da Catania sulle pendici orientali dell'Etna, denominata "perla dell'Etna" è immersa nel verde del Parco dell'Etna.
Il borgo si sviluppò con l'insediamento in valle San Giacomo dei frati Benedettini, che fondarono un monastero nella vigna "Ursina", dove sorgeva anche una chiesa dedicata a San Giacomo. Il toponimo più antico di Zafferana è "Cella", che indicava la stessa contrada denominata San Giacomo. Il toponimo Zafferana si rileva invece in alcune carte del 1694. Il suo significato deriverebbe dall'arabo "Zafarana", ossia contrada ricchissima di acqua. Un'altra ipotesi fa derivare il nome del paese dall'arabo "Zaufanah", ovvero "giallo", per le grandi estensioni di ginestre che sono il fiore tipico della zona e colore dello zafferano diffusissimo nei boschi circostanti. Altra teoria ammette la possibilità che il paese è stato così battezzato per le sue coltivazioni di zafferano. Il primo nucleo abitato si sviluppò verso la fine del 1600 attorno alla chiesa di San Giacomo. Nel 1792 la lava dell'Etna divorò numerosi frutteti e vigneti della zona. In quell'occasione i fedeli portarono in processione il simulacro della Vergine Maria invocando il miracolo di bloccare la forza distruttrice del vulcano. La colata si fermò a poche centinaia di metri dal paese. Nel 1818 un violento terremoto colpì il paese, distruggendo numerose abitazioni e mietendo 34 vittime. Nel 1820 Zafferana divenne comune autonomo.
Zafferana rappresenta un'importante stazione climatica, essendo luogo adatto per la villeggiatura quando il clima, nelle grandi città, diventa irresistibilmente caldo. La presenza della montagna, con i suoi boschi rigogliosi, consente infatti di far fronte alle temperature particolarmente elevate dei mesi estivi. Economia:
Anche in questo secolo le eruzioni dell'Etna hanno più volte minacciato Zafferana Etnea, senza mai, però, arrecare significativi danni. Proprio all'Etna Zafferana deve la sua fortuna.
Il turismo è infatti una delle sue principali fonti di reddito (18.000 presenze alberghiere annue). Nel settore dell'artigianato notevole è la produzione di souvenirs realizzati dalla lavorazione della pietra lavica e del legno che incontrano il favore dei turisti.
Sviluppata è anche l'agricoltura con la produzione di uva, pere, mele, pesche, castagne, funghi
Sono presenti anche industrie di prodotti caseari, aziende produttrici di miele, alberghi, strutture sportive, impianti turistici. Gastronomia: le paste di mandorla, gli sciatori al cioccolato, il coniglio alla cacciatora e vari piatti a base di funghi.