Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Una delle città più antiche e pittoresche della Sicilia, dove la cultura araba-normanna si è incontrata dando vita, nell'arte e nell'architettura, ad opere di altissimo pregio. Dall'alto del suo monte, a quasi 600 m.s.m. circondato per tre lati dal fiume omonimo, e con la lussureggiante Valle ai suoi piedi, Naro doveva certamente aver affascinato i viaggiatori del passato (Al Idriss, Ibn Gybayr, Jean Houel). Si può immaginare di affacciarsi da un grande balcone naturale aperto sulla "Valle del Paradiso" e sul "Mare Nostrum". La sua posizione elevata, naturalmente protetta, la hanno resa un luogo particolarmente ambito. Le sue origini millenarie hanno dato vita, nel corso dei secoli, alla leggenda ed al mito. Secondo alcuni studiosi e fra essi Filippo Cluverio, Paolo Orsi, Fra Saverio Cappuccino, Paolo Castelli e Salvatore Pitruzzella, rifacendosi alle testimonianze archeologiche rinvenute in alcune parti del territorio di Naro (serra di Furore, Dainomeli, San Gaetano, Ragamè e Castellaccio), ci viene attestata l'esistenza di insediamenti umani in epoche remotissime (prima età del bronzo). Notizie meno incerte, è quella che vuole Naro fondata dai Sicani con il nome di Indara. Altra ipotesi leggendaria, ma suffragata da alcune fonti, è quella che ritiene essere stata in Naro l'antico "AGRAGAS JONICUM" (680 a.C.), colonia della greca Gela, otto anni dopo la sua fondazione (688 a.C.) e cento anni innanzi Agrigento (AGRAGAS DORICUM 580 a.C.). E' certo comunque che le origini della Città precedono l'onda della penetrazione fenicia e greca e, naturalmente, l'occupazione romana. L'ipotesi più probabile ed accettata da molti senza contrasti, è quella che vuole essere stato in Naro il Castello di Mothyum o Mòtyov, di cui parla Diodoro , assalito e preso a tradimento da Ducezio di Nicea (odierna Noto), re dei Siculi, nel 452 a.C. e riconquistato dagli Agrigentini l'anno dopo (451 a.C.). Una fortezza posta in cima al colle e custodita da un presidio agrigentino, tra quelle volute da Falaride, tiranno di Agrigento (570-555 a.C.) a presidio del suo vasto territorio, situata lungo il tragitto Agrigento-Gela, mentre la città continuò a chiamarsi Akragas Jonicum fino al tempo del tiranno Fintia (276 a.C.), che volle che tutto il sito fosse chiamato Mothyum, come il Castello. Ciò è avvalorato anche dalle innumerevoli monete trovate del periodo greco e da vario materiale archeologico dell'epoca. Altri farebbero derivare la sua origine dai Fenici ed il suo toponimo dal fenicio "NAHAR", che vuol dire "fiamma", poiché dicono essere stata in quel colle una vedetta, donde per mezzo di fiamme "ammonivasi" le genti d'intorno a guardarsi dalle insidie dei nemici. Naro, infatti, nel 406 a.C. entra a far parte del dominio punico e sotto Caratagine, faceva parte di una rete di collegamento di vedette, che andava da Licata a Selinunte. Ma l'ipotesi più suggestiva resta quella che identifica Naro con Camico, dal fiume che le scorreva vicino, la mitica Città costruita da Dedalo, il divino architetto del labirinto di Creta, per Cocalo, leggendario re dei Sicani, e dove Cocalo trasportò la sua reggia ed i suoi tesori. . A questo punto Camico sorgeva vicino Acragante, separate l'una dall'altra dal fiume. Presa a tradimento, distrutta e rasa al suolo nel 256, dai Romani durante la 1 guerra punica, gli abitanti che scampano si rifugiano nella vicina Inico, alla quale alternarono il nome Inico o Indara in Naro o che così chiamarono a ricordo del maestro di Dedalo, che si chiamava NARO, come dice Pausania ( Periegesi ) e Diodoro Siculo ( libro 1, par. 30 ). Ma l'opinione più diffusa è che Naro, fabbricata sull'altezza di un monte, prenda la sua origine dai Saraceni, che le diedero nome Nar -che secondo il loro idioma vuol dire fiamma (Nar-Urbs ignis-Fulgentissima), volendo con ciò alludere a quei segni che in tempo di guerra si facevano con fiaccole sulla vetta dei di lei monti. E ciò è errato perché Naro all'epoca della conquista araba (Berberi) era già un fiorente casale, con un castello importantissimo, che formava uno dei centri di strategia con Sutera, Cammarata, Castronovo e Castrogiovanni e Butera. La dominazione araba durò fino a quando nel 1086 l'ultimo emiro di Naro, Al Qasim ibn-Hammùd, si arrese al Conte Ruggero, che dopo aver conquistato il 25 luglio Agrigento, con una manovra lampo espugnava tutte le fortezze intorno Agrigento, comprese Naro, Ravanusa, Muculufa, Bifara e Licata. La leggenda narra che il Conte fece uccidere tutti gli uomini validi...ed ecco perché nel territorio di Naro esistono molte belle donne con gli occhi verdi o azzurri. Naro, pertanto, ha avuto parecchi nomi nel corso dei millenni Agragante, Agragas Jonicum, Inico, Indara, Camico, Nahar, Mothyum, Corconia, Nar.