Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Il comune di Pedara (Pidara in siciliano) si trova alle falde dell'Etna, sul versante meridionale dell'Etna, nella zona dei coni avventizi dei Monti Rossi, dai quali fuoriuscì la grande colata del 1669 a 610 m s.l.m. e a 14 Km da Catania. E' situato fra i comuni di Trecastagni e Nicolosi. Delle antiche origini sono rimaste ben poche testimonianze perché sconvolgenti eventi naturali hanno cancellato ogni traccia del passato. Il suo nome derivada un'antica ara dedicata a Giove (etimologicamente "ai piedi dell'ara") da cui oggi prende il nome la sua strada principale. Per altri il nome deriva dal latino Lapidaria che significa "pietrosa" poiché il paese sorge su un terreno di pietra lavica. Durante la stagione estiva é luogo di villeggiatura per il clima più fresco dovuto alla quota altimetrica. Il paese, infatti, è adatto per percorrere un interessante itinerario culturale e naturalistico che, partendo dal centro storico, può giungere con facilità fino ai punti più panoramici del proprio territorio, là dove l'urbanizzazione si dirada e lascia spazio ad una ricca vegetazione.Nella parte più a nord si trova il bosco della Tardaria, ampia estensione di flora montana con essenze arboree alpine.
Un tempo l'abitato era situato più a nord dell'attuale; reperti molto antichi testimonierebbero l'origine greca del luogo con tracce che si riferiscono anche al periodo romano e ad epoche successive.
La storia di Pedara comincia a delinearsi dopo l'arrivo del Normanni. Successivamente, nel 1388, il vescovo della diocesi autorizzò gli abitanti a costruire la prima chiesa parrocchiale, dedicata alla Vergine Maria. L'evento costituì la nascita di una delle prime comunità cristiane della zona.
Durante il '400, però, a seguito di due catastrofiche eruzioni che avevano sommerso i loro campi, i Pedaresi cominciarono a trasferirsi gradualmente più a valle e nell'attuale sito diedero vita alla nuova Pedara.
Nel 1641, il casale, che era amministrato dal Senato di Catania, fu venduto alla famiglia messinese Di Giovanni. In seguito fu barone di Pedara Domenico di Giovanni. Per circa 50 anni il paese visse il periodo più florido della propria storia: diventando baronia, in breve tempo fu un rilevante centro di attività economica e sociale e, di conseguenza, il più ricco ed organizzato dell'Etna. Risollevatasi con enormi sacrifici dopo i danni della terrificante eruzione del 1669, qualche anno più tardi la popolazione fu di nuovo colpita duramente.
L' 11 gennaio 1693, il più violento terremoto che la storia locale ricordi, in pochi secondi, distrusse molti paesi della Sicilia orientale, frenando irrimediabilmente lo sviluppo di questa laboriosa terra. Anche a Pedara, ovunque, fu un cumulo di macerie. Don Diego Pappalardo,uomo di fiducia dei Di Giovanni,sacerdote pedarese e cappellano conventuale dell'Ordine Gerosolimitano di Malta,scon grande Spirito geniale ed organizzativo, ricostruì in meno di vent'anni e ben due volte la Chiesa Madre di Santa Caterina, oggi Basilica Pontificia, ed incoraggiò gli abitanti per una rapida riedificazione del paese che poté concludersi solo dopo oltre 10 anni. Nella seconda metà del XVIII secolo vi esercitava la giurisdizione Anna Maria di Giovanni, erede del casato. Pedara passò poi alla famiglia Alliata di Villafranca.Carestia e miseria segnarono l'ultima parte del '700 che vide l'affermarsi della borghesia terriera. L'abolizione della giurisdizione feudale siciliana del 1812 e la successiva riforma amministrativa borbonica significarono per Pedara l'inizio di una nuova trasformazione. Nel1817, grazie al decreto emanato a Napoli dal re Ferdinando IV, il paese divenne comune autonomo e la nuova realtà politica ed amministrativa permise alla Comunità di emergere dall'oblio in cui si era trovata a seguito del grande terremoto.
L'Ottocento ed il Novecento furono caratterizzati soprattutto da un notevole sviluppo urbano ed edilizio che, nel tempo, ha determinato la perdita di ampie aree agricole e boschive e la conseguente creazione di nuove zone abitate.
ECONOMIA
Oggi le principali fonti di reddito sono l'agricoltura (agrumi, uva, castagne, legumi), la silvicoltura, la pastorizia, l'artigianato (lavori in pietra lavica). ed il turismo estivo (10.000 presenze annue).
Allevamenti: ovini, bovini, caprini.
Industrie ed Imprese: piccole industrie per la trasformazione e la lavorazione di prodotti agricoli e zootecnici, cave, segherie.