Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
La circonvallazione di Gagliano, raggiungibile imboccando dalla statale 121 la strada provinciale 22 Agira-Gagliano, è il posto migliore per apprezzare il paese nella sua caratteristica preminente: la rocca. Alzando lo sguardo in alto, appare questa imponente mole di pietra rossastra, dai contorni frastagliati, alla cui base si distende il paese. A volte non è facile distinguere le case dalla roccia viva, poiché le prime sono state edificate con la stessa pietra della rocca. Uno sguardo ancora più attento scoprirà tra quella roccia, proprio in cima, la sagoma oramai informe di un antico castello confuso tra la vegetazione della macchia mediterranea e il cielo che azzurro si staglia dietro. Scrutando ancora, appare netta la trecentesca Chiesa di San Cataldo che, certamente, merita una visita. All'interno di essa troviamo un interessantissimo tabernacolo di scuola gaginesca e un prezioso coro ligneo scolpito del Seicento. Dopo un giro tra le strette e caratteristiche vie del centro storico, un'altra interessante tappa è senza dubbio quella della Chiesa di Santa Maria di Gesù, dove Fra' Umile da Petralia ha lasciato un altro dei suoi inimitabili crocifissi lignei.
STORIA
Il centro fu fondato nel 1900 a.c. da Morgete Siculo (re dei Sicani) con il nome di Galaria, e fu già abitato in epoca preistorica.
Da Gagliano passeranno diverse civiltà tra cui Bizantini, Barbari e Musulmani. La venuta degli Arabi in Sicilia vide la popolazione galarina coinvolta in una epica battaglia nell'anno 858 d.c. L'assedio durò circa due mesi. I musulmani guidati da Abbas strinsero d'assedio il Castello. alla fine, la inevitabile caduta del Castello in mano straniera portò a una fase glorioso di declino fino alla venuta dei Normanni in Sicilia. Re Ruggero conquistato il castello lo consegnò a coloro che avevano militato e combattuto sotto le sue insegne. Gagliano così assume il titolo di Baronia, Contea, Principato, Viscontea e perfino di Vicaria. Dalle buone condizioni del dominio dei Normanni la Sicilia passò agli Svevi, durante questo periodo Gagliano fu concesso a Riccardo Fulgone Dal Poggio, per gli importanti servigi resi a FEDERICO II. Nel 1268 in Sicilia iniziò la dominazione Agioina fino alla ribellione del Vespro del 1282 che portò al trono di Sicilia PIETRO D'ARAGONA.
MONTANEIRO SOSA, barone, dal 1292 fu feudatario di Gagliano, nonché padrone dell'antico Castello locale. Montaneiro passò inoltre alla storia per il cosiddetto "Fatto di Gagliano", in cui, con un gioco di astuzie, riuscì ad attirare in una trappola l'esercito francese che subì una pesante sconfitta, ed è più volte indicato nelle fonti narrative come familiare dei reali di ARAGONA, essendo in effetti un familiare fedelissimo di Re FEDERICO III di Sicilia (o di Trinacria), celebrato da Dante Alighieri nella Divina Commedia come "l'onor di Cicilia e d'Aragona". Vi fu un momento in cui si temette che l'isola sarebbe ricaduta sotto la dominazione Angioina, se non fosse stato per quella memorabile battaglia di Gagliano, avvenuta nel febbraio del 1300, che avvilì e segnò la definitiva sconfitta dei francesi. Fu proprio da Gagliano che partì il segnale d'allarme per la ricacciata totale dalla Sicilia del nemico.
Subito dopo la celebre battaglia menzionata, un'altra pagina di storia locale si apre con il soggiorno del più illustre ed benemerita personalità del tempo, lustro e decoro della Sicilia, Re FEDERICO III.
Fu il castello di Gagliano, slanciato e solenne, forte ed inespugnabile, ricco e sontuoso, arieggiato e spazioso, la dimora accogliente, scelto ed adatto ad ospitare il re in persona con tutta la sua corte e il suo seguito.
Tra il 1300 e il 1356, i legittimi eredi sul trono di Gagliano furono: PIETRO e LUDOVICO, per poi passare nelle mani della famiglia TEDESCHI. Subito dopo fu nominata con titolo di Signora di Gagliano EUFEMIA D'ARAGONA sorella reggente del giovane RE FEDERICO IV D'ARAGONA RE DI SICILIA E SUCCESSIVAMENTE DI TRINACRIA. In diversi momenti il Castello di Gagliano fu per loro dimora accogliente e sicura. In seguito alla sua morte, fu nel 1359 BERNARDO SPADAFORA ad occupare il Castello.
A causa di una dominazione poco accetta, nel 1392 furono, prima PERIO SANCIO di CALATAIUDO e poi ROBERTO detto MILES, ad occupare il Castello con la forza. Questo ultimo tenne il Castello fino al 1419 epoca in cui fu attaccato e poi sconfitto da ALMIRANTE SANCIO RUIZ de LIBORIO. Nel 1455 questo ultimo vendette il Castello e le terre di Gagliano a LUDOVICO de PERIGLIOS.
La dominazione dei PERIGLIOS fu abbastanza lunga e piena di avvenimenti. Fu poi don ALMERICO CENTELLES nel 1515 a sancire la fine dei PERIGLIOS. Dal 1629 al 1689 Gagliano fu dominata da GREGORIO CASTELLO. Lui stesso nel 1666 fu il primo a ricevere il titolo di "Principe di Gagliano".
Il suo erede fu il primogenito FERDINADO CASTELLO. La dinastia dei CASTELLO finì nel 1743. La dominazione continuò prima con don GABRIELE e poi con don CARLO GIROLAMO LANCILLOTTO CASTELLO. Nel 1750 la terra di Gagliano fu venduta ad ALVARO VILLADICANI che la possedette fino al 1809. Da qui riprende la successione dei LANCILLOTTO CASTELLI, con il primogenito don VINCENZO CASTELLI che fu investito il 30 marzo 1809.
Una delle pagine storiche più espressive che visse Gagliano fu quella del 27 ottobre 1962. Qui ebbe luogo l'ultimo discorso del presidente dell'ENI Enrico Mattei, per celebrare l'inizio dell'attività di estrazione del gas. Al rientro a Milano il suo aereo precipitò, provocandone la morte.