Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
La cittadina di Sambuca è situata nell'entroterra sud-occidentale della Sicilia, ai margini della Valle del Belice e alle pendici del Monte Genuardo, dista 80 Km da Palermo e 104 da Agrigento, in linea d'aria, l'altitudine varia tra i 310 e i 365 metri s.l.m. Leonardo Sciascia scompone l'attuale nome Sambuca in as-Sabuqah e lo interpreta come "luogo remoto". Per alcuni Sambuca deriverebbe da Zabut, strumento musicale a corde di forma triangolare e macchina da guerra da "sambukie". Vincenzo Navarro decretò che "Sambuca", "Zabut", non è altro che un' "arpetta" e sino al 1928 la cittadina prese il nome di Sambuca Zabut. Nel '28 infatti Mussolini cancellò Zabut e la specificò regionalmente aggiungendo "...di Sicilia". L'odierna Sambuca, fu fondata dagli Arabi intorno all'830, qualche anno dopo il loro sbarco in Sicilia e la chiamarono Zabuth (per ricordare l'omonimo emiro arabo Al-Zabut che aveva fatto erigere in quel luogo un castello) e la costruirono alle pendici del Monte Genuardo, tra il fiume Belice e il Sosio, a 350 metri s.l.m. Al- Zabut fu un seguace dell'ascetico conquistatore maghrebino Ibn Mankud l'"Ardente guerriero della fede", signore indipendente delle Kabyle di Trapani, Marsala e Sciacca che guidò le truppe d'assalto dell'Afrfriyqal alla conquista di Castrogiovanni, Val di Noto e, dopo lungo assedio, alla presa di Siracusa, allora capitale bizantina dell'isola. Secondo questi dati l'Emiro AL-Zabut partecipò come giovane guerriero alla conquista della testa di ponte di Mazara ed ebbe ruolo di rilievo nei combattimenti di Girgenti e Castrogiovanni, guadagnandosi per il suo valore l'appellativo "Al-Chabut" - lo splendido - che trasmise alle terre da lui conquistate. Zabut fu abitata da popolazione islamica fino al tredicesimo secolo fino a quando si ribellò alle operazioni di consolidamento imperiale ordinate da Federico II che costruì il Castello di Giuliana da usarsi come quartiere generale per la soluzione della "questione saracena" in Sicilia, voluta dal Papa. Zabut resistette per due anni. La resistenza fu stroncata nel 1225 e la strage fu totale. Mantenne l'antico nome anche quando Guglielmo II, detto "Il Buono", donava alla Chiesa di Monreale la "Chabuta seu Zabut", dove "Chabuta" sta per 'spendida' e seu per ' ovvero'. Nel 1185, infatti, viene indicato con la denominazione di Rahal-Zabuth che significa appunto "casale di Zabuth". Sambuca conserva ancora le tracce di questa sua matrice islamica nel "quartiere arabo", costruito da un impianto urbano che si sviluppò attorno a sette "Vicoli saraceni", trasformati in un museo vivente di storia arabo-sicula e nella fortezza di Mazzallakkar sulle sponde del lago Arancio che viene sommersa ogni qualvolta s'innalza il livello del Lago. La cultura, le tradizioni popolari, i modi di esprimersi degli abitanti di sambuca testimoniano di questa origine storica. La cittadina-fortezza di Zabut, dopo l'eccidio e la deportazione dei superstiti saraceni, fu lentamente ricostruita. Gli arabi convertitisi al Cristianesimo per paura o per convinzione e i cristiani di Adragnus convissero insieme pacificamente. Distrutta nell'autunno del 1411, sul finire della lunga guerra di successione al Regno di Sicilia, la cui protagonista fu una donna, Bianca di Navarra, gli Adragnini si trasferirono nella fortezza di Zabut, risparmiata alla distruzione per l'eroica resistenza opposta all'assedio dei seguaci del Barone di Modica e per l'imponenza delle sue fortificazioni. Avvenne così che il primitivo impianto urbano della parte settentrionale di Zabut, costituito da un'acropoli e da un quartiere di viuzze, incominciasse ad ampliarsi verso le propaggini della collina. Dal XV al XIX secolo, La Sambuca conobbe alterne vicende: prosperità e pestilenze, benessere e miseria, splendore e terremoti. Nonostante tutto La Sambuca progredì. La giurisdizione passò alla famiglia romana Barberini e sorsero nuovi quartieri, si allargarono la cinta delle mura, vennero costruiti palazzi baronali e signorili, chiese, monasteri, conventi. Da baronia la Terra della Sambuca venne promossa con privilegio di Filippo II - Madrid 15 novembre 1570 - a Marchesato. Il quale, il 16 settembre 1666, passò, a causa di un matrimonio, ai Beccadelli di Bologna assurti successivamente al rango di Principi con il Principato di Camporale. Il titolo viene a tutt'oggi detenuto dagli eredi. Tra i Principi Marchesi della Sambuca, i più celebri furono Don Pietro - 1695/1781 - e il figlio Don Giuseppe - 1726/1813. L'800 si presenta nella Sambuca ricco di fermenti culturali. in quegli anni si formò una classe medio-borghese illuminata, che in Vincenzo Navarro - 1800/1867 -ebbe l'animatore più qualificato essendo ad un tempo medico, letterato, poeta e patriota.
Tra gli artisti sambucesi contemporanei non possiamo tralasciare di ricordare i poeti Baldassare Gurrera e Pietro La Genga, e il pittore Gianbecchina, apprezzato dalla critica italiana e internazionale. Da assaggiare la particolare pasticceria: le minne di vergine,da non perdere la visita alla pinacoteca del maestro Gianbecchina, opere veremente splendide e cariche di significato.