Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Adagiata su un altopiano, laddove cominciano le deboli asperità dei monti Erei e degli Iblei, è dotata di un centro storico con una pianta urbana ben organizzata che ha nella piazza principale, quella dedicata a Vittorio Emanuele, il suo cuore. Nei quartieri popolari le case sono basse e conservano ancora lo stile antico dell'edilizia montana, con arredi arcaici, forme semplici, prospetti dipinti di giallo-ocra. L'evento franoso del 1996 ha purtroppo inferto duri colpi alle strutture in molti quartieri della città. La storia di Niscemi affonda le sue radici nel lontano passato; i primi insediamenti risalgono all'epoca della civiltà sicula e di quella sicana. Del XIII secolo è il vasto complesso di fortificazioni dei Disueri, di cui rimane la necropoli con le sue tombe a tholos che vengono chiamate dalla gente del luogo "i grutti di sarracini" (le grotte dei Saraceni). Nel periodo della dominazione greca Niscemi entrò sotto il controllo di Gela, divenendo uno dei maggiori empori intraterritoriali del Mediterraneo antico. Con un lungo salto nei secoli arriviamo infine al '600, quando nella cittadina si affermò la nobile famiglia dei Branciforti, sotto la quale Niscemi conobbe un lungo periodo di benessere generale. Attualmente Niscemi vive di agricoltura. Famosa è la coltivazione del carciofo, che per i niscemesi rappesenta, oltre che una fonte di guadagno economico, anche un'occasione per festeggiare. In periodo di raccolta Niscemi richiama turisti ed esperti da ogni dove per la sua tradizionale Sagra del Carciofo.