Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
A 348 m s.l.m. e a 44 km da Catania lungo il settore nord-orientale dell'Etna, su un ripiano lavico che termina con un gradino sul vallone Fogliarino (trib. del mar Ionio).
Il toponimo originale con il quale era conosciuto il centro abitato alle sue origini era quello di "Belvedere".
Esso compare, infatti, in vari documenti e lo storico Vito Amico, nel suo Dizionario topografico della Sicilia, del 1756, ne fa un preciso accenno, confermandone la tesi. E' certo comunque che la fondazione ufficiale si deve ad Ignazio Sebastiano Gravina Amato (1657~1694), terzo principe di Palagonia.
Fu questi che nel 1687 ottenne, dietro sentenza del tribunale del real patrimonio, l'atto di concessione che gli consentiva di costruire nei territori del feudo.
Dal 1689 Gravina Amato vi dimorò stabilmente, seguendo la costruzione delle nuove abitazioni da destinare ai coloni. Già nel 1687 aveva fatto costruire il palazzo baronale e nel 1693, un anno prima della sua morte, la Chiesa di Sant'Ignazio, prima matrice di Piedimonte, che il Principe volle dedicare al culto di S.Ignazio di Loyola, poteva dirsi completata.
A partire dal 1695, con l'investitura di Ferdinando Francesco, figlio primogenito del fondatore, iniziò per Piedimonte un periodo di grande sviluppo e di profonde trasformazioni. Al nuovo principe di Palagonia, che governò Piedimonte per oltre quarantanni, si deve infatti l'espansione settecentesca e la realizzazione di una serie di importanti opere pubbliche.
Dalla prima metà del Settecento, con l'apertura dello stradone e la realizzazione del magnifico fondale stenografico di porta S.Fratello, voluti da Ferdinando Francesco, si inaugurò per Piedimonte una nuova ed importante stagione di sviluppo urbanistico e civile.
La denominazione attuale risale al 1862 quando il Consiglio Civico deliberò che per distinguerlo dall'altro suo omonimo (in Campania,infatti, vi era un altro paese con la denominazione Piedimonte) all'originario nome di Piedimonte fosse aggiunta la parola "Etneo".
Economia:
Oggi Piedimonte Etneo ha una fiorente viticoltura (uva da tavola e da vino), cereali, olive, agrumi, frutta, castagne....
Vi operano fabbriche artigiane, cantine sociali, fabbriche di materiali da costruzione, segherie ed ha un considerevole turismo estivo.