Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Distante da Catania 9.5 km a 550 m s.l.m. sul versante meridionale dell'Etna, per la sua posizione geografica è sede di Tribunale ed abbraccia i comuni di Tremestieri Etneo, Gravina di Catania, S.Agata li Battiati, S. Giovanni la Punta, S. Gregorio di Catania.
La storia del paese è molto ricca: già in epoca romana il territorio dove oggi sorge Mascalucia era abitato, come testimoniano i numerosi reperti archeologici che abbiamo a disposizione. Da antiche fonti si narra che già nel 324 d.C. l'imperatore Costantino, quando concede in dono molte terre siciliane alla Santa Sede, parla anche del territorio di Mascalucia indicandolo con il nome Massalargia (dal latino, villaggio-dono); il termine Massa infatti indicava generalmente un insieme di persone. Nel corso dei secoli questi territori furono più volte confiscati all'autorità Pontificia per essere accorpati poi al regio demanio.
Finalmente nel 1645 gli antichi terreni di Mascalucia con tutti i suoi quartieri furono venduti a Giovanni Andrea Massa e successivamente a Michele Placido Branciforte, principe di Leonforte e di Butera. In quei periodi regnava Filippo IV di Spagna e tutto il regno viveva in condizioni di diffusa povertà. Fu lo stesso Filippo IV ad assegnare il titolo nobiliare di Duca di Mascalucia al potente proprietario. Questo portò notevoli vantaggi e privilegi, i magistrati del Municipio del nuovo ducato di Mascalucia portavano addosso una toga similare a quella indossata dai senatori della vicina città di Catania. Il ducato si profilava a condurre una nuova via di sviluppo commerciale che avrebbe portato gli abitanti ad una importante crescita demografica ed economica.
Tuttavia le antiche contrade di Mascalucia dovettero fare i conti con l'eruzione del 1669, la più imponente e distruttiva eruzione della storia. L'annuncio di questo disastroso evento furono i terremoti dell'attività pre-effusiva del vulcano. Le economie agricole dei territori di Mascalucia dovettero subire pesanti conseguenze e gli sforzi sostenuti dagli abitanti per riprendere le loro attività e le loro abitazioni furono immani. Solamente ventiquattro anni dopo, alle ore 4 dell'11 gennaio del 1693, il vulcano mette nuovamente in ginocchio la già fragile economia del tempo; ebbe luogo il più devastante terremoto della storia del vulcano che sconvolse l'intera Sicilia orientale. Nel 1818 il borgo fu distrutto da un altro terremoto. Il comune comprende anche la frazione Massa Annunziata, ubicata tre chilometri più a monte. Economia:
A Mascalucia operano fabbriche di strumenti musicali, aziende molitorie e olearie e fabbriche di materiali da costruzione. Nel settore dell'artigianato notevole è la produzione di sedie in legno e di tappeti. L'agricoltura da olive, uva da vino (anche DOC), agrumi e cereali.
Vi sono numerosi palmenti attivi con i metodi tradizionali di pestatura. I vigneti producono il gustoso "vino ombra" ad alta gradazione alcoolica.
Si trovano anche oleifici con metodi di lavorazione moderna e tradizionale.Discreto il turismo estivo. Artigianato: I merletti, i ricami, i tappeti opere d'arte eseguite dalle massaie che sapevano organizzarsi con la famiglia ed i lavori domestici. Le massaie ricamatrici svolgevano i loro lavori a casa e venivano cercate dalle numerose signore che avevano figlie in età da marito per le quali il corredo era una parte principale della dote e l'esposizione del corredo al momento della "Cunzata do lettu" era importantissima. Da lì si vedeva la disponibilità economica della famiglia.
Quella del ricamo era un'arte preziosa e difficile, ma fonte di guadagno per le ricamatrici negli anni passati. Le donne di Mascalucia sono state sempre delle ottime massaie, madri ed artiste, infatti quasi in tutte le case vi era montato un telaio, o per il ricamo del corredo o per la tessitura di tappeti.
Tappeti che hanno fatto il giro del mondo, poiché esemplari di questo artigianato sono stati portati negli Stati Uniti, nel Venezuela ed in altre nazioni del nuovo continente, da alcune emigranti dell'ottocento. Il commercio di questi tappeti è ancor oggi fiorente.
La famosa frase "Nulla si distrugge, ma tutto si trasforma" è ben appropriata, infatti la materia prima per la loro fabbricazione sono stoffe di vestiti dismessi, che l'inventiva della tessitrice dispone in modo tale da formare disegni quali fiori o altro.
Ancor oggi Mascalucia vanta abili falegnami-ebanisti che, come Mastro Geppetto da un semplice pezzo di legno creano marionette, statue, bassorilievi ed altre sculture di pregiata fattura.
l restauro del mobile antico, la realizzazione di opere d'arte scaturite dalla bravura dei "mastri d'ascia", rappresentano per questa terra un fiorente artigianato, da cui è nata la famosa "Fiera antiquaria dell'Etna", che si svolge lungo le vie del centro storico.
I fabbri , allievi del grande dio Vulcano forgiano il metallo ed a colpi di martello da una verga di ferro rovente nascono rami, foglie, alberi, ovvero opere d'arte.
Fuoco, ferro, forza e fantasia sono le parole chiave dei numerosi artigiani che continuano ad adornare le strade con cancelli e ringhiere in ferro battuto.
Ancor oggi si possono ordinare ai nostri "maestri" riproduzioni in ferro battuto di ringhiere, porte, ed altro
Tra i vicoletti del centro storico si possono ammirare le finestre in pietra lavica con reticoli di ferro lavorati come coperte di "trine", portali decorati fanno da cornice agli antichi palazzotti ottocenteschi.