Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
La cittadina sorge a 64 km da Catania, a 630 m s.l.m., sul settore nordoccidentale dei monti Iblei, alla sinistra dell'alta valle del fiume Acate.
Vi si rinvengono, che si volle identificare con l'antica Euboia, colonia leontinese fondata nel 650 a.C.,
Con una delibera del 28 ottobre 1871 il Consiglio Comunale decise di aggiungere il nome di Eubea a quello di Licodia, ritenendo che il luogo sia da identificare con la colonia fondata dai Calcidesi di Lentini nel 650 a. C, la cui vita si protrasse fino a tarda età imperiale romana e secondo la testimonianza tramandata da numerosi storici come il Cluverio, il Maurolico ed altri.
Ultimamente i ritrovamenti nella necropoli di Sarpellizza di tombe sicule di una città pre-greca, la dispersione ceramica di periodo classico rinvenuta nei campi di Pizzo del Corno, gli scarichi della costa d'Idria e nell'Orto Quadro, i materiali utilizzati per la costruzione del sepolcreto di via Cordova ed i risultati di un recente scavo (1985) operato in via S. Pietro, nel centro della città, hanno costituito argomenti validi per la conferma dell'identificazione dell'attuale Licodia Eubea con la colonia calcidese Euboia.
Numerosi resti di focolari e di ceramiche della cultura di Serra d'Alto attestano una frequentazione risalente al periodo del neolitico superiore.
Antichissima cittadina sicula subì prima l'influsso della cultura greca, poi di quella romana e, infine, si trasformò in una grossa borgata cristiana.
Durante il Medioevo il borgo appartenne al demanio e al toponimo Eubea si aggiunse quello di "Licodia", che deriverebbe dal vocabolo greco "lukos" (= lupo) ma che, secondo altre interpretazioni, sarebbe di origine araba. Secondo l'Amico, durante la dominazione saracena nell'isola il Monte di Licodia assunse la funzione di presidio militare strategico fortificato, evolutosi in periodo normanno nel Castello di Licodia, la cui esistenza è storicamente attestata a partire in un documento del 1272. Sotto gli Aragonesi Licodia appartenne a Riccardo Filangeri e ai suoi discendenti, fino a Manfredi Alagona, che, ribellatosi a Martino, fu privato dei beni.
Il periodo di maggiore lustro Licodia l'ebbe nel XV e XVI secolo d. C. quando la famiglia Adamar, signori dei castelli delle finestre e di Santa Pau da cui presero successivamente il nome, ne governarono il territorio, ottenuto nel trecento dal Re Martino con diploma sancito ad Enna nel 1392. Il borgo rimase alla famiglia Santapao fino al 1615, quando il feudo e il castello pervenne ai Ruffo tramite Muzio Ruffo, Principe di Scilla.
Il terremoto del 1693 causò la pressoché totale distruzione del castello. A seguito della soppressione feudale del 1812 e delle riforme amministrative borboniche del 1816-19 il Comune di Licodia divenne parte del circondario di Vizzini e, nel 1844, fu elevato a capoluogo.
Notevole estensione hanno i boschi, i prati ed i pascoli permanenti, utilizzati per gli allevamenti di ovini, caprini, bovini, equini.
Le coltivazioni sono dedicate alla viticoltura(l'uva da tavola di Licodia Eubea, nelle tipiche specialità "Italia" e "Cardinal" è richiesta in tutta Italia ed all'estero), e all'agrumicoltura, vino, olive, olio, sommacco, mandorle.
Fondamentali per l'economia locale sono le aziende per la trasformazione dei prodotti agricoli (in particolare oleifici) e zootecnici, piccole fabbriche di attrezzi agricoli, piccole fabbriche di materiali da costruzione.