Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Santa Caterina Villarmosa è un paese di medie dimensioni, abitato fin dal Medioevo. Anticamente si chiamava Risigallo, dallo stesso nome del feudo nel quale venne fondato. In seguito cambiò nome e divenne Grimaldo, lo stesso del nobile don Giulio Grimaldi. Nel 1625 poi il figlio di don Giulio, Pietro Andrea, dopo essere stato eletto principe cambiò ancora il nome dell'abitato, che divenne finalmente Santa Caterina. L'aggiunta "Villarmosa" fu data nell'Ottocento dalla nobile famiglia dei Cottone, signori del paese. Ai giorni nostri Santa Caterina vive soprattutto di agricoltura. Nei suoi terreni, prevalentemente argillosi e marnosi, si coltivano in grande quantità mandorleti, uliveti e viti. Un'altra fonte di sostentamento è rappresentata dall'artigianato. Famosi sono i ricami e i merletti a tombolo che le mani sapienti delle donne locali realizzano pazientemente, un'arte questa che si tramanda da parecchie generazioni. I principali appuntamenti dell'anno a Santa Caterina Villarmosa sono la festa di Maria SS. delle Grazie in agosto, la festa campestre di Maria SS. della Provvidenza in settembre (con giochi contadini), i Vampi in novembre (falò accesi ai crocevia del paese), e i Riti della Settimana Santa, con la sacra rappresentazione della Passione di Cristo il Venerdì Santo.
Un'area di grande interesse naturalistico Il paesaggio attraversato dalla strada che conduce a Santa Caterina Villarmosa è molto suggestivo: grandi forme calanchive sulle colline argillose si mischiano ad aspri rilievi di rocce gessose. Queste ultime, in particolare, sono costituite da un tipo di gesso che in gergo scientifico viene chiamato alabastrino, proprio per la sua somiglianza con l'alabastro, di colore bianchissimo. Da lontano questi rilievi rocciosi somigliano a piccole montagne innevate. Negli anni '50 l'area di Santa Caterina destò l'interesse di parecchi geologi di fama mondiale. Gli studiosi, nella zona di Cozzo Terravecchia, studiarono approfonditamente una serie di rocce clastico-detritiche del periodo Tortoniano che molto bene si prestavano a rappresentare una formazione stratigrafica di grande interesse paleoambientale, che venne denominata proprio Formazione Terravecchia. Altrettanto importante dal punto di vista geologico è la zona di Contrada Scaleri, a nord rispetto alla posizione geografica del centro abitato, dove si possono ammirare bellissime nonché rare forme carsiche sui gessi. L'area fa parte delle sette riserve naturali del territorio Nisseno. Dal punto di vista botanico il territorio caterinese è notevolmente interessante, soprattutto per la presenza di una rara forma vegetale che cresce in ambienti tipicamente salmastri, il Limonium optimae, scoperto per la prima volta pochi anni or sono da un'equipe di botanici palermitani che condussero uno studio approfondito nell'area attraversata dal torrente Vaccarizzo, un affluente dell'Imera Meridionale, in territorio di Santa Caterina Villarmosa. La presenza di questa rara specie vegetale rappresenta un esempio di endemismo puntiforme, ossia di una presenza vegetale esclusiva di questa parte della Sicilia.