Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Castello del feudo di Sortino (Grafia di Gioacchin
Il castello di Sortino non esiste più le notizie sulla sua consistenza sono assai scarse e frammentarie. Tuttavia pare certo che il casale di Sortino risalga all'età normanna, voluto da Ruggero II,come nucleo abitativo che si sviluppava sulla fiancata Sud del monte Aita.
Secondo un antico testo citato dal Gurciullo in Memorie spettanti a Sortino, il castello venne fatto costruire dagli arabi nel "Casale di Ksutiah" intorno all'anno 1000. Nonostante la fonte sia affidabile, essendo estratta da un manoscritto appartenente alla Cancelleria araba del tempo e pubblicato nel 1789 col titolo Codice Diplomatico Arabo", resta da chiarire se davvero il casale di Sortino e quello di Ksuthia siano la stessa cosa. Come abbiamo già detto i dubbi sulla questione sono molti e tuttora irrisolti. Se non si hanno sicurezze sull'origine del castello le si hanno sulla sua collocazione e la sua distruzione. Sia la torre che il castello erano ubicati nella parte sommitale della costa Sortino, a 396 metri s.l.m., e costruiti su una balza rocciosa alta circa cinque metri. Questo "trucco" faceva sembrare le due costruzioni ancora più grandi ed imponenti, soprattutto agli occhi di chi proveniva dai quartieri collocati nella parte bassa dell'abitato.
Nel 1391 la regina Maria conferma (2 novembre) a Perrello di Modica il dominio e possessione della terra e castello di Sortino e di tutti i suoi beni patrimoniali. In seguito nel 1396 il re Martino e la regina Maria aggregano il castello e la terra di Sortino, la terra e il castello di Ferla, il castello e il feudo di monte Climiti alla contea di Augusta in favore di Guglielmo Raimondo Moncada.
L'otto giugno del 1398 il re Martino e la regina Maria concedono a Francesco Zangariga e ai suoi eredi per titolo renumerativo castrum et terram praedictam Xiurtini cum omnibus vassallaggis.
Successivamente nel 1477 la terra ed il castello di Sortino furono acquistati da Guidone Gaetani, e da qui inizia il possesso dei Gaetani e la trasformazione del castello da fortezza in residenza dove dimoravano il marchese, la sua famiglia e la servitù.
I Gaetani passarono da Pisa in Sicilia nel corso del XV sec., pare chiamati da Alfonso D'Aragona, per il quale occuparono importanti cariche consolidando un'imponente fortuna. Nel giro di poche generazioni concentrarono la loro attenzione sulla terra di Sortino e quella di Cassaro, adottando un'ambiziosa politica, offerta anche dalle condizioni favorevoli del territorio. Grazie alla presenza nel feudo delle sorgenti più importanti della Valle dell'Anapo, e di antichi acquedotti ebbero il possesso e il controllo quasi totale dell'acqua, utilizzata sia ai fini agricoli che industriali. Agli inizi del XVII sec. I Gaetani ottennero il riconoscimento regio del titolo di marchesi di Sortino e poco dopo di principi di Cassaro.
Dopo il grande sisma del 1693 che distrusse totalmente il paese, già danneggiato precedentemente da analogo terremoto nel 1542, furono ancora una volta i Gaetani ad adoperarsi come già nel 1542 per la ricostruzione, stanziando le ingenti somme necessarie e si adoperarono alla costruzione di un nuovo palazzo nobiliare, che potesse sostituire il castello.
La nuova dimora dei Gaetani non fu realizzata più alla tradizionale maniera, ma fu edificato un palazzo vero e proprio, costruito nel contesto urbano della nuova Sortino, in contrada Moncaita.
Oggi non esiste alcuna traccia di questo palazzo, abbandonato all'incuria fin dal 1812 anno dell'abolizione della feudalità in Sicilia, demolito nel 1910, per farne un edificio scolastico (scuola elementare).
Lo storico castello aveva una forma quadrangolare, con un piano terrano, un primo piano ed un ammezzato, il tutto affiancato a sinistra da una poderosa torre quadrangolare portata, finestrata e merlata alla guelfa. La torre nascondeva un piano interrato (7m x 7m), diciamo pure un sotterraneo, utilizzato come prigione: una porticina si affacciava sullo strapiombo di Cava del Marchese ed era utilizzata per disfarsi dei cadaveri dei giustiziati. Il castello e la torre erano protetti da un antistante muro di cinta a sinusoide. Il sotterraneo è ancora oggi visibile anche se in cattive condizioni.
Rimane visibile anche il cunicolo che collegava il castello alla torre (in parte modificato dagli attuali proprietari) e la spianata rocciosa sulla quale sorgeva il castello. Per il resto, sia della torre che del castello non rimane quasi nulla: i resti di un tramezzo intonacato e colorato d'azzurro e qualche blocco di pietra ben lavorata e incastonata nei vicini muri a secco. Sulla sinistra del castello sono ancora presenti, a poca distanza l'uno dall'altro, due fossati di fortificazione paralleli, larghi circa tre metri ed alti quattro (le misure originarie erano sicuramente diverse, almeno per quanto riguarda l'altezza), mentre il pozzo-cisterna raffigurato nel quadro è ancora oggi visibile e funzionante.
Ad una certa distanza dal castello si ergeva, poi, una torre di minore dimensione, utile al controllo militare e dell'ordine pubblico. Della piccola torretta d'avvistamento, raffigurata nell'estremo sperone orientale, rimane soltanto l'intaglio quadrangolare della roccia. La spianata del castello, utilizzata per circa due secoli come cimitero ("u cimiteru vecchiu"), è adesso una piccola area verde chiamata Villa delle Rose.
Ci rimangono pochissime testimonianze soprattutto archivistiche, e una raffigurazione pittorica, un grande dipinto ad olio su tela conservato ed esposto nella sagrestia della Chiesa di Santa Sofia, con l'iscrizione sopra cielo dentro un cartiglio bianco "Sortino patria antica, distrutta nel anno 1693 per vehementissimi terremoti a 9 e 11 Gennaro".
Di recente a Sortino si è rinnovata l'attenzione per l'antico castello e sono stati completati i lavori per il recupero dallo stato di abbandono della comunemente detta villa delle rose, facente parte, prima del terremoto del 1693 del piano del castello.
Nel 2000 sono stati realizzati qui sei murales raffiguranti altrettanti scorci di Sortino Diruta. Nel 1542 un terremoto danneggiò gravemente il Castello nel quale rimasero sepolti la Baronessa con il figlio ed altre 12 persone. Il Castello venne poi ripristinato, compresa la cappella al suo interno nella quale venivano celebrate quattro messe al giorno. Con i terremoti del 9 ed 11 gennaio termina la vita del castello della Sortino medievale, ricostruito nel nuovo paese accanto alla Chiesa Madre, esattamente dove oggi sorge l'edificio scolastico "Specchi".