Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Castello di Camemi-Vizzini
Il Castello di Camemi, splendida dimora dei Ventimiglia, nobile famiglia siciliana di origine genovese, fu edificato nel XV secolo come castello fortificato.
La Famiglia Ventimiglia era discendente dal ceppo mascolino dalla casa Lascari degli Imperatori di Costantinopoli,
e dal femminino dalla casa Reale Normanna e da Serlone conte di Altavilla figlio di Tancredi, fratello del liberatore Ruggiero il Grande, dominatore di Sicilia.
Nel 1242, Enrico fu il primo conte di Geraci, possedette le due Petralie (oggi in provincia di Palermo), fu vicerè di Napoli e morì nel 1265 col grado di capitano
generale dell'esercito di re Manfredi, l'ultimo sovrano svevo del regno di Sicilia e figlio dell'imperatore Federico II. Di questa nobile ed importantissima Famiglia
sono in Sicilia i castelli di Geraci, Gangi, Castelbuono, Buscemi e i principati di Belmonte, di Buonriposo, di Castelbuono, di Grammonte, di Ventimiglia, solo per
citarne alcuni. E' stata talmente potente che durante il primo periodo aragonese riuscì assieme ad altre famiglie nobili siciliane a contrastare il potere dei re.
La contea dei Ventimiglia occupava metà della Sicilia che andava dalle Madonie fino alle pendici dei Nebrodi.
Il castello di Camemi divenne poi residenza estiva dei Viceré dal 1412 al 1830. Successivamente al terremoto del 1693 che distrusse gran parte della Sicilia orientale,
fu riedificato nel XVIII secolo e acquistato dalla famiglia Traversa che invaghita dal suo fascino decise di riportarlo agli antichi splendori.
Oggi, dopo un lungo e attento restauro conservativo con il recupero dei materiali originali e degli arredi d’epoca, è diventato n “hotel de charme”
e varcare la soglia del castello equivale ad un viaggio nel passato.
Il Castello Camemi, incastonato nel cuore della Sicilia orientale, sorge tra le lussereggianti colline della Val di Noto (da anni patrimonio mondiale dell'Unesco),
tra Vizzini e Mineo, laddove l'armonia e la serenità regnano incostratate sulla contrada un tempo feudo della nobile famiglia Ventimiglia, in un paesaggio che offre un’
inquadratura suggestiva dai forti contrasti Verghiani.Il suo verde intenso, buttato giù tra le restoppie giallo-oro della pianura e il bianco delle strade
che l’attraversano, presentano di colpo, un riversamento di colori come in una tavola di Guttuso.
Il castello si sviluppa in pianta quadrata su tre lati intorno alla facciata dove si trova il piano nobile e racchiude una magnifica corte verde al cui
centro fa ombra un grande carrubbo. Le 14 camere elegantemente arredate con mobili d’epoca sono state singolarmente studiate al fine di mantenere il fascino
originario del castello.