Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Chiesa di S. Cristoforo - Francofonte
La prima notizia sull’esistenza della chiesa di S. Cristoforo, risale al 1700. La sua costruzione fu decisa in seguito all’espandersi del paese verso est, quartiere “Suttasaja e Turnolo”. E' ubicata in via Garibaldi (ex tratto orientale della Mastrarua, facciata), via F. Nullo (lato nord).Dal 1742, fino al primo decennio del sec. XX veniva affidata periodicamente ad un canonico della Chiesa Madre. Fu uno di questi, certo don Gesualdo Scalone, a proporre nel 1808 la sua elevazione a sede parrocchiale. La proposta era anche provocatoria in conseguenza ad alcuni diverbi intercorsi con il parroco della Chiesa Madre, don Antonino Mazzone.
Della richiesta si fece promotore il principe di Palagonia, ma questa non venne però accolta dalla Curia Vescovile. In epoca imprecisata, forse dopo il 1940, il sacro edificio fu chiuso al culto e successivamente il Comune, divenutone proprietario, cominciò a utilizzarla come deposito di casse funebri.
La chiesa sorge su pianta rettangolare di m. 8.00 x 15.00. La facciata, delimitata agli angoli da una coppia di paraste tuscaniche, è rivolta ad ovest, sulla prospiciente via Garibaldi (ex tratto Orientale della Mastrarua). Il portale originario doveva essere simile a quello di altre chiese francofontesi (S. Gerolamo, Angelo Custode, ecc...). L’attuale fu realizzato, forse dopo il 1940, al di sopra del quale era inserito un bassorilievo raffigurante un volto femminile. Il prospetto è appiattito nella parte superiore per accogliere la piccola cella campanaria, con arco a pieno centro, il blocco costituente la chiave di quest’ultimo è crollato durante il terremoto del 1990. Sul lato nord si aprono due finestre a lunetta.
L’interno è in discrete condizioni con un semplice pavimento di recente fattura e volta a botte, la zona dove si trovava l’altare maggiore è delimitata dal resto della chiesa da un arco a pieno centro, poggiante su una coppia di pilastri, la parete di fondo è in realtà una parete divisoria, da un retrostante vano cui si accede per mezzo di una piccola porta. Qui sono ammassati tra l’altro anche alcuni degli arredi già appartenuti alla chiesa: una tastiera d’organo, un tavolo e delle sedie.