Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Chiesa del Carmine
La chiesa del Carmine affiancata dall’omonimo convento fu riedificata poco dopo il 1708.L’antico complesso conventuale era ubicato alla periferia orientale del paese. Per la ricostruzione, dopo le rovine causate dal sisma del 1693, si preferì il sito dov’era già la chiesa di S. Sebastiano, quest’ultima fondata nella seconda metà del sec. XV, era pure sede di una delle quattro confraternite francofontesi.
Questa chiesa, ubicata lungo il corso V. Emanuele (ex Strada del Corso, facciata chiesa ed ex convento), via Garibaldi (lato est ex convento), sia col primo che col secondo nome, fu sempre (come ancora oggi) la seconda in ordine d’importanza dopo la Chiesa Madre. La festività del santo veniva celebrata sempre con grande partecipazione di popolo, tanto che l’illustre studioso palermitano Giuseppe Pitrè in un suo volume sulle principali feste religiose di Sicilia, pubblicato nel 1900, la annoverava tra le più suggestive dell’isola (per Francofonte è ricordata naturalmente anche la festa della Madonna della Neve). Nel 1941 la chiesa del Carmine fu elevata a sede parrocchiale. Il convento dei PP. Carmelitani in base alla legge sulla soppressione delle corporazioni religiose del 1866 venne espropriato e acquisito dal comune che vi insediò la propria sede, fino ad allora nella Casa del Comune in Piazza Maggiore. Il convento venne poi abbattuto, intorno al 1885, per costruire il nuovo Palazzo del Comune.
La chiesa si presenta con alta facciata chiusa agli angoli da imponenti paraste tuscaniche (le più grandi esistenti a Francofonte), altre due paraste simili chiudono gli angoli posteriori. Al di sopra del portale si apre una nicchia in cui è collocata una statua della Madonna del Carmine. Sulla parte sommitale si trova, cinta da una balaustra, la cella campanaria cuspidata (simile a quella della Chiesa Madre). La cuspide originaria era più bassa. I lavori di modifica furono eseguiti negli anni ‘20. L’impianto planimetrico misura m. 12.00 x 36.00 e ricalca quello quattrocentesco della chiesa di S. Sebastiano. Dopo il 1693 la “Strada del Corso” (prospiciente la chiesa) subì dei lavori di raddrizzamento per cui si rese necessario “ruotare” la facciata verso sud per allinearla con la nuova strada, grazie a questo particolare possiamo dedurre che le mura perimetrali della chiesa di S. Sebastiano rimasero in piedi e furono riutilizzate. Sei finestroni con arco ribassato si aprono alle pareti laterali, tre per lato. L’interno è ad unica navata con tre altari a dx. e due a sx. tutti risalenti al sec. XVIII, a sx. dell’ingresso una porticina immette alla scala a chiocciola, ricavata nello spessore del muro, conducente alla cella campanaria.
Il primo altare di dx. è stato ricomposto in epoca recente; proseguendo su questo lato si trova un’apertura che immette in un piccolo vano dove si può ammirare la fonte battesimale del sec. XVIII. Da questo piccolo vano si accede ad altro più piccolo, a pianta quasi triangolare, dov’è ricavata la cappella di S. Sebastiano, corrispondente al 2° altare di dx., qui è possibile ammirare il simulacro del Santo risalente al sec. XVIII con relativo baldacchino barocco, il tutto è chiuso da un’artistica cancellata dei primi anni del ‘900. Fino agli anni ‘40, l’altare di S. Sebastiano si trovava al 2° spazio della parete sx. ed era impreziosito da una elegante decorazione lignea composta da colonne tortili, cartigli e putti di puro stile barocco. Questi elementi furono poi distrutti. Stesso destino subirono tutte le decorazioni a stucco e le pitture parietali, rifatte dopo il 1950. La zona dell’altare è delimitata dal resto della chiesa da una balaustra in marmo e da un grande arco a pieno centro, poggiante su una coppia di pilastri. L’altare maggiore è stato rifatto tra la fine del sec. XIX e l’inizio del sec. XX. Nella parete di fondo, sopra l’altare, si trova una elegante nicchia con decorazioni del sec. XVIII. All’interno è riposta una statua lignea della Madonna del Carmine, risalente al 1756. Lungo la parete sx. si aprono due piccole porte dalle quali si accede alla sagrestia e alla casa canonica. L’attuale pavimentazione in marmo risale al 1939-40, secondo le testimonianze di alcuni anziani ricopre l’originaria, forse in ceramica. Sulle caratteristiche del convento non siamo in grado di fornire una precisa descrizione, in quanto, come detto, venne demolito intorno al 1885. Se facciamo riferimento all’attuale palazzo neoclassico, si pensa abbia avuto le seguenti dimensioni: m. 32.00 (facciata) x 9.00 x 14.00. Nella misura della facciata è compresa anche la piccola casa composta da tre piani, ubicata tra il palazzo e la chiesa, questa fu costruita sul finire del secolo scorso. Possiamo quindi ipotizzare che la suddetta famiglia avesse acquisito un’ala del convento (dopo l’espropriazione del 1866) e che quest’ultimo abbia avuto le seguenti dimensioni: m. 32.00 x 26.00. Per quanto riguarda il Palazzo del Comune, in origine si realizzò il solo piano terra, rialzato di m. 1.00 rispetto al piano stradale, il portale d’ingresso èfiancheggiato da una coppia di colonne con capitelli di stile ionico. Ai lati del portale si aprono quattro finestroni con balaustra, i due sulla dx. sono muniti di robuste inferriate, in quanto le stanze su questo lato hanno ospitato dai primi decenni del sec. XX e fino al 1963 l’agenzia del Banco di Sicilia e quindi fino al 1995 la Banca di Ragusa. Il primo piano fu aggiunto forse intorno al 1930 con caratteristiche simili al sottostante, il balcone o tribuna centrale è sorretto da due mensoloni. Tutta la facciata è scandita da sei paraste terminanti al piano terra con capitelli ionici, al primo piano con capitelli corinzi. Chiude in alto il cornicione sorretto da novanta mensoline.