Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Santuario del Sacro Cuore
Situato quasi in cima alla collina, il Santuario del Sacro Cuore è meta di devozione fervente e di pellegrinaggi da ogni parte d'Italia. La sua fondazione è legata alle vicende umane e spirituali di Madre Carmela Aprile, particolarmente devota al Sacro Cuore.
Il primo nucleo del santuario si trova nel luogo dove era posta la casa della religiosa, nell'antica via Toselli, oggi via Sacro Cuore. Un tempo la zona era collocata nella periferia dell'abitato ma con l'attuale sviluppo urbano invece oggi è in una zona centrale. All' interno del santuario si venera un'oleografia del Cuore di Gesù risalente alla fine dell'ottocento e la nuova costruzione, decorata con un ciclo pittorico dell'artista Pippo Ognibene ed impreziosita da un gruppo scultoreo dell'artista Iano Lauretta,accoglie anche la tomba della monaca.
Il corpo della chiesa sorse quindi sulla modesta abitazione della monaca la quale nel 1910 fu protagonista di una visione che ne annunciò la vedovanza e la successiva consacrazione. Nel 1958 il Santuario ebbe la sua sistemazione canonica nell'Ordine della Visitazione Santa Maria, si accrebbe tanto da accogliere anche giovani orfanelle. La festa religiosa viene celebrata l'ultima domenica di settembre con grandissima partecipazione sin dalle primissime ore del mattino con pellegrinaggi e doni votivi tra cui la devozione di vestirsi con l'abito religioso creato da Madre Carmela quale ringraziamento per una grazia ricevuta.
Nelle adiacenze del Santuario domina Via Roma palazzo Savarino Criscione abitazione signorile del primo Novecento dall'architettura sobria elegante con reminiscenze classiche e motivi baroccheggianti.
VITA DI MADRE CARMELA Madre Carmela Aprile nacque in un povera famiglia a Rosolini il 5 aprile1878, dai genitori Orazio e Giorgia Giamblanco.
Nel 1896 andò sposa a Gioacchino Gennaro dal quale ebbe tre figli , due dei quali morirono in tenera età contrae nozze. Per motivi di lavoro il marito emigra ad Alessandria d’Egitto , dove improvvisamente muore nel 1904 e Carmela rimane vedova a soli venticinque anni. Dopo questa dolorosa esperienza , provata dalla miseria , ha inizio il suo cammino di fede autentica, di completa donazione a Dio e a chi soffre. La sua nuova vita iniziò con l’acquisto di un quadro da un rigattiere girovago, rigattiere che diceva di volersi sbarazzare di quel quadro destinandolo al rogo; un quadro che altro non era se non una modesta stampa tedesca del XIX secolo raffigurante il Sacro Cuore di Gesù. La sua devozione forte e generosa le fa spendere ben tre lire - una discreta somma per quei tempi - per acquistare quell'immagine del Sacro Cuore particolarmente espressiva. Quest'icona dell'Amore divino diventa presto oggetto di umili omaggi, preghiere, sorgente di consolazione.
Il 28 settembre 1909 all'improvviso comincia a soffiare un vento impetuoso e il disegno di un cuore appare nitido sulla terra: Carmela vede in quel segno una spinta a rinvigorire la propria devozione. Così comincia la sua missione quale umile apostola del Sacro Cuore e l'immagine comincia a fare miracoli. Il parroco incoraggia la sistemazione di una prima piccola cappellina e ottiene dal Vescovo di Noto la facoltà di celebrarvi la S. Messa e custodirvi il SS. Sacramento.Intanto si unisce a Carmela, desiderosa di condividere la sua vita, Filomena Scrivano. Il loro incontro culmina nella consacrazione a Dio: infatti già dal 1917 vengono chiamate Madre Carmela e Suor Colomba. Nel 1918 si unisce alle due apostole la piccola Giuseppina Rubbera, una bimba che Suor Carmela chiamerà Serafina: sarà una pietra miliare per la nascente opera.
Il Vescovo di Noto, Mons. Giuseppe Vizzini, desidera dare un assetto giuridicamente valido al Santuario, ma Madre Carmela non vede in questo la volontà di Dio. Così nasce tra loro un incomprensione tale da indurre il Vescovo, nel 1930, a sospendere il culto nel Santuario del Sacro Cuore, riaperto poi nel 1931.Madre Carmela sente di essere chiamata ad aprire il cuore e i locali del Santuario ai miseri e ai derelitti: organizza quindi, negli anni immediatamente precedenti la seconda guerra mondiale, il 'rancio dei poveri'; nasce inoltre la 'Casa della Fanciulla', per le bambine prive di genitori o provenienti da famiglie in difficoltà, e la Scuola Materna.
L'idea di fondare a Rosolini un monastero della Visitazione che inglobasse il Santuario del Sacro Cuore brillò nella mente di Mons. Calabretta. Egli, che tanto apprezzava la spiritualità di san Francesco di Sales, era convinto che proprio questa famiglia religiosa era la più idonea a custodire e propagare il culto al Sacro Cuore. La proposta coglie di sorpresa la Comunità di Acireale, ma, nonostante che il Santuario sia affiancato da opere di assistenza sociale, mentre l'Ordine della Visitazione è contemplativo, con clausura papale, viene attuata la fondazione, per la quale verrà formulato e approvato dalla Santa Sede uno speciale Statuto, che autorizzi la gestione delle opere già esistenti. Il 24 dicembre 1958 giungono a Rosolini le due Fondatrici: suor Maria Cecilia Berardi, Superiora, e Suor Maria Emmanuela Panelli, Assistente. Il 30 giugno 1959 fanno Vestizione religiosa Suor Maria Serafina Rubbera e Suor Maria Elena Aneli.
Il 2 luglio 1960 Madre Maria Angela Nicotra istituisce la 'Confraternita della Guardia d'onore', affiliandola alla grande istituzione diffusa da oltre un secolo in Europa. A dare vita a questa Associazione, nella seconda metà dell'ottocento, era stata Suor Maria del Sacro Cuore Bernand, Professa di Bourg-en-Bresse. Scopo della Confraternita è dedicare un'ora della propria giornata al Sacro Cuore, in spirito di riparazione.
Il periodo dal 1960 al 1965 è tutto un fervore di opere.
Madre Carmela Aprile vedeva i suoi giorni coronati dalla realizzazione del suo sogno; ora, con i suoi 90 anni, concludeva la sua esistenza terrena.
Con il Concilio Vaticano II il monastero di Rosolini ha dovuto rivedere la propria posizione canonica e optare per le Costituzioni dell'Ordine che prescrivono la clausura papale: si è trattato dunque di cedere le opere caritative alle strutture gestite dallo Stato. Restava attiva e fiorente 'L'Opera dei Pellegrini'.
A distanza di 50 anni, la Comunità, sia pure ridotta di numero e di forze, vive con immutato fervore il suo impegno, nella certa speranza che Dio compie l'opera che ha iniziata.