Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Matrice Nuova
Essendo la Chiesa Madre divenuta insufficiente all’aumentata popolazione della cittadina, sul principio del Sec. XVII venne iniziata la costruzione di una più grande Chiesa parrocchiale dedicata alla "Natività di Maria": il popolo distinse - e continua a distinguere - le due principali Chiese locali, chiamando Madrice Vecchia la prima e Madrice Nuova la seconda.Questa, aperta al culto nel 1701, dopo 100 anni dalla posa della prima pietra, cadde quasi completamente in rovina il 16 marzo 1820 per i danni subiti del terremoto del 25 febbraio 1819.Venne riedificata nelle forme attuali entro il 1830 senza la cupola originale e con la demolizione dei due campanili della facciata, danneggiati dal sisma.
Il complesso architettonico si presenta in uno stile neoclassico dovuto a provette maestranze castelbuonesi del secolo XIX. L'interno a croce latina è suddiviso in tre navate sorrette da dodici colonne in pietra, rivestite di stucco. Da notare fra due di esse il grande organo di Pasquale Pergola. Possiamo ammirare gli stucchi che rivestono le quattro colonne dei due altari del transetto, caratteristici dell’arte dei Serpotta, mentre gli angeli del frontone della cupola, sull’arco trionfale, appartengono alla mano di Vincenzo Messina. La grande croce in legno pensile (1400) è forse opera di Pietro Ruzzolone. Opera di scuola antonelliana è il trittico di struttura tardo-gotica con influssi fiamminghi e proveniente dalla chiesa di Sant’Antonio Abate. Raffigura la Madonna, Sant’Antonio Abate e Sant’Agata; in alto l’"Ecce Homo" con l’Annunziata e l’arcangelo Gabriele; le scene del martirio di Sant'Agata, del "fuoco di Sant'Antonio" e della Natività.
Il tesoro proveniente dalla Matrice Vecchia è ricco di opere, fra cui l’ostensorio di Bartolomeo Tantillo del secolo XVI. Nella sacrestia una portantina settecentesca con le miniature di Giuseppe Velasquez, a cui è attribuita anche una tela, raffigurante una "Deposizione" del XVIII secolo.
Sulle navate laterali troneggiano diversi altari con tele provenienti anche da altre Chiese, particolare è la tela di San Giuseppe che sembra riproporre un'allegra passeggiata del Santo con Gesù Bambino in un lussureggiante paesaggio.
Sulla navata destra, sia per la cappella del Crocifisso o dell'Addolorata dove un Crocifisso del 1768 è incastonato in un artistico reliquiario che copre l'intera parete con cento vetri reliquiari. Sotto l'altare è custodito il corpo di San Pio Martire giunto da Roma nel 1772. nella cappella si affaccia la nicchia in cui è custodita l'urna con le Reliquie del Beato Guglielmo. Sempre nella cappella è da notare la tela di San Giuseppe Agonizzante.
Raffinata ed elegante è la Cappella del Santissimo Sacramento sita in fondo alla navata destra. La cappella risale al 1600 e gli stucchi sono un vero trionfo inneggiante all'Eucarestia. Perfino le due tele inneggiano all'Eucarestia, con la Comunione di San Lugi Gonzaga e Gesù che porge la Comunione ad una Santa.
Ma l'opera più interessante e preziosa è senza dubbio il maestoso tabernacolo e il sovrastante ciborio, un vero trionfo di intarsi, reliquiari e argenti in più piani.
Di notabile fattura anche le antiche statue di San Sebastiano, San Rocco, San Vito, del Cristo Trionfante (opera del Quattrocchi) e la bellissima immagine della Madonna Immacolata. Notabile il Crocifisso di scuola bizantina.
Tra le feste più importanti ivi celebrate si ricordano la Solennità del Santissimo Sacramento, da questa chiesa parte infatti la processione; l'Assunta con l'esposizione della Madonna dormiente; Sant'Eligio con la benedizione dei cavall; San Sebastiano patrono dei vigili urbano e diverse feste dedicate alla Madonna.