Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Chiesa Santissima Annunziata - Bronte
La chiesa è situata in piazza Antonio Gagini e sorge al margine ovest del paese, nella parte inferiore del antico centro storico, delimitato ora dal tracciato della circonvallazione che scende verso la contrada Sciarotta. Unisce in un’unica mirabile immagine la solida espressività del complesso e la forza innovativa degli elementi architettonici d’ispirazione rinascimentale.
Sulla campana si legge la data 1535 ( essa riporta la dicitura "Antoninus Sagla me fecit, MCCCCCXXXV"), ma probabilmente la chiesa è stata edificata su un edificio sacro già esistente e molto prima della riunione dei 24 Casali nell'antica Bronte(voluta da Carlo V nel 1535). La chiesa appare già nei registri matrimoniali del 1505, ma qualche studioso però nutre seri dubbi su queste date affermando che « nel 1505 non esisteva di certo la Chiesa della Madonna Annunziata», che «la chiesa fu costruita dopo l’arrivo della Sacra Immagine a Bronte, cioé dopo il 1543» e che la data "1505" (quando fu celebrato, per la prima volta un matrimonio in quella chiesa) è da leggersi in "1595".
Non è possibile neanche stabilire quale fosse la struttura originaria della chiesa; solo la parte esterna della cappella di Cristo alla colonna fa pensare che essa facesse parte dell’edificio primitivo.
Nel periodo di trasferimento e di unificazione dei Casali (1535 - 1548), la chiesa, secondo quanto scrive lo storico brontese B. Radice ("Memorie storiche di Bronte"), fu rifatta e ingrandita e, dopo l’arrivo della statua dell’Annunziata verso il 1543, la nascente nuova città fu messa sotto la protezione della Madonna Annunziata, dando agli abitanti dei vecchi casali una comune nuova identità.
Mons. Ludovicus de Torres, il vescovo di Monreale che visitò Bronte dal 29 settembre al 3 ottobre del 1574, scrisse di aver trovato "altare decenter ornatum" e lodò "illum (il vicario della chiesa, D. Antonius Ciraulus) et confrates (la confraternita della Madonna Annunziata) et monuit ad perfectionem novae fabricae".
Quasi cinquant'anni dopo, nel 1625, fu costruito, il campanile (la porta originaria era dove si trova adesso l’altare della Natività, entrando a destra). La facciata del Santuario fu completata nel 1631, e pochi anni dopo (nel 1651) fu compiuta la travatura della tettoia, come si legge sulla trave vicina al coro.
Il coro e la cupola furono aggiunti nel 1811. ESTERNO
L'esterno della chiesa è costruito in muratura in pietrame lavico, ha una grande cupola emisferica a sesto acuto con lanterna e il tetto a capanna con capriate in legno.
Addossato alla parte sinistra del prospetto, ed ad essa annesso, trovasi il delizioso Oratorio di Gesù e Maria sede dell'omonima Confraternita. INTERNO
Nella chiesa sono custoditi capolavori d’inestimabile valore: opere di gusto rinascimentale degne di essere segnalate fra le espressioni artistiche più belle della Sicilia.
La chiesa, ad una sola navata, ha otto altari e due cappelle poste una di fronte all'altra, un presbiterio quadrato ante coro, e in fondo al coro uno stupendo arco (della stessa pietra arenaria della porta d'ingresso) che racchiude le due statue della Madonna e dell'angelo. La navata, con soffitto a cassettoni policromi con dorature, è interrotta dagli ingressi di due cappelle dedicate al Cristo alla Colonna e a San Giuseppe. Il transetto a pianta quadrata che precede il coro è sormontato da un tamburo circolare finestrato su cui si erge la cupola. I grandi archi delle cappelle e degli altari, che simmetricamente adornano le pareti, sono ricchi di plastici ornamenti. Gli altari sono adornati da grandi ed artistici quadri. Molto belli quello della Madonna delle Grazie con Santi del 1646, attribuito a G. Tommasio ed il quadro di Gesù e Maria (primo e secondo entrando da sinistra), e quelli, posti ai lati dell'entrata dirimpetto all'altare maggiore che rappresentano Sant'Orsola (del 1580) e la Madonna degli Angeli con S. Francesco e Santa Chiara e fra di loro il paese di Bronte salvato dall'ira devastatrice dell'Etna (l'opera, del pittore Tommasio, è del 1650). Entrando, da destra, si trovano:
- l’altare della Natività di Gesù (dove un tempo era la porta del campanile),
- quello di San Martino di Tours con un bellissimo dipinto di San Martino (raffigurato ai piedi della Madonna tra San Giacinto e Santa Barbara),
- la cappella del Cristo alla Colonna (qualcuno scrive che preesisteva alla costruzione della chiesa) e
- l’altare di S. Ignazio di Lojola, racchiuso dentro un pregevole arco di gusto rinascimentale, con la statua settecentesca. Degna di nota l'artistica testa del Santo: rappresenta, particolarmente negli occhi, un mirabile esempio di perfezione raffigurativa. A sinistra della navata si vedono
- l’altare della Madonna della Grazie: con il bel quadro diTomasio raffigurante la Madonna con, ai suoi piedi, S. Benigno, Sant'Andrea, S. Domenico e S. Francesco e in basso a sinistra il ritratto dell'ordinatore del quadro Francesco Lazzaro,
- l'altare di Gesù e Maria,
- la Cappella di San Giuseppe e
- l’altare di San Michele Arcangelo con un pregevole arco d’elegante stile barocco.
In fondo al coro si erge l’altare maggiore dedicato all’Annunziata.
Le colonne dell'arco rinascimentale che adorna la cappella, sicuramente un inserimento postumo, sono sostenute da leoni alati a destra ed animali con il volto di sfingi a sinistra.
Sui capitelli sono scolpite figure di re e profeti: sul frontone lo Spirito Santo circondato dagli angeli e sotto di esso un mascherone con ai lati due delfini dal volto umano. La statua del Cristo, in cartapesta, pare sia stata costruita da un pastore del luogo che, compiuta l'opera, morì tre giorni dopo. Si dice che il pastore raccontò d'aver visto Gesù Cristo in sogno che si era complimentato con lui per la buona riuscita del lavoro e che per questo gli aveva assicurato il regno dei cieli.
L'altare maggiore, posto in fondo al coro, dedicato alla Vergine Annunziata compatrona della città.
Di fronte all'altare maggiore, posti ai lati dell'entrata sono da ammirare i dipinti raffiguranti S. Orsola (XVI sec.) e la Madonna degli Angeli (XVII sec.), con accanto i santi Francesco e Chiara e il paese di Bronte salvato dall'ira del vulcano. L'opera che più merita attenzione il gruppo scultoreo, consegnato alla città nel 1543 e posto sull'altare maggiore, rappresentante la Vergine Annunziata e l'Angelo Gabriele. Il gruppo marmoreo, di scuola gaginesca, coglie l'attimo dell'annuncio appena dato con l'angelo chino verso la Vergine. Il dorso e l'ala dell'angelo non sono stati ultimati.
La leggenda vuole che tale opera sia stata barattata dai saraceni per un pezzo di rude stoffa. La scultura fu posta su un carro trainato da buoi non ancora addomesticati che, appena ricevuto il carico, diventarono improvvisamente mansueti e cominciarono il loro percorso verso Catania. Al loro passaggio, continua la leggenda, gli alberi chinavano le fronde e la strada si spianava diventando agevole. Giunti però sul posto dove ora sorge la chiesa i buoi si fermarono. Si comprese così che la Vergine aveva in tal modo voluto indicato il luogo dove edificare la propria chiesa. Annessa alla chiesa dell'Annunziata vi è una piccola cappella, realizzata per devozione da Cesareo Cannata il 25 gennaio del 1801.
Nella cappella sono custoditi alcuni interessanti quadri di Nunzio Petralia, pittore brontese vissuto nell'Ottocento.