Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Chiesa della Addolorata - Enna
Nel quartiere detto in dialetto Chiazza, oggi Via Mercato Sant’Antonio, perché antistante l’antica Plaza Major, meglio conosciuta come Chianu dè casi ranni oggi Piazza Umberto I, si trova la chiesa di Maria SS Addolorata, costruita tra il XII ed il XVII secolo. L'edificio è navata unica con una volta a botte e un abside semicircolare. Nel periodo di dominazione spagnola, nell’antica Castrogiovanni, proprio dove oggi sorge la chiesa dell’Addolorata c’erano le prigioni dove i condannati a morte attendevano il momento della loro esecuzione capitale che avveniva pubblicamente in Plaza Major.
Vicino alle carceri c’era la cappella della Pietà, ricavata in una grotta, dove, bruciava giorno e notte una lanterna ad olio davanti ad un quadro della Addulurata, qui veniva permesso ai prigionieri di fermarsi a pregare prima dell’esecuzione. Nella loro ultima notte, venivano vegliati dai confratelli delle Anime Sante, i quali in occasione della Pasqua, avevano la facoltà di graziarne uno.Con l’andar del tempo le prigioni furono abbandonate ed i locali furono usati come deposito di derrate alimentari. I bottegai del mercato Sant’Antonio continuarono l’antica usanza di accendere la lampada votiva che bruciava in perpetuo davanti al quadro della Madonna dei Sette Dolori. Sembra che l’originale costruzione della chiesa sia iniziata ad opera di un bottegaio nel XVII secolo, ma solo all’inizio del 1700, don Giuseppe Ribis fece iniziare la costruzione della attuale chiesa completata nel 1744 con la costruzione dell’artistico campanile la cui cupola, con attorno al sagrato una cancellata in ferro battuto, è ricoperta da mattoni di ceramica di stile arabo, uguali a quelli che nella cripta, ricoprono il bellissimo sarcofago che vi è custodito..
All’interno della chiesa si trova la statua della Madonna dei sette dolori, scolpita in carta pesta alla fine del 900 dall’artista ennese Luigi Felice, che, ogni anno, in occasione del Venerdì Santo, viene portata in processione dalla confraternita con passo lento e cadenzato, mentre la banda musicale intona marce funebri. Situato nell’abside il quadro della “Pietà”, sulla volta l’affresco della “Deposizione” di autore ignoto e un quadro che rievoca la fondazione dei servi di Maria.