Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Chiesa del Carmine - Enna
La chiesa del Carmine si erge maestosa sull'ampia scalinata, in piazza Giovanni XXIII raggiungibile da via Legnano.
Costruita nel 1618 sui ruderi di una chiesa dedicata all'Annunziata, unitamente ai locali dell’ex convento dei Carmelitani, l'edificio sorge accanto al campanile quadrangolare munito di un insolito spigolo circolare inglobante una scala a chiocciola e ritenuto un antico torrione difensivo dei Rachetta (o Raciti), famiglia cui apparteneva il frate basiliano Elia, vissuto nel X secolo distintosi nella lotta agli Arabi e venerato come un santo taumaturgo, una sorta di Savonarola ante-litteram, specialmente in Calabria. Il campanile della chiesa era un'antica torre del Castello di S. Maria, in questa torre, divisa in tre piani da cornici, si ritirò nell'837 la famiglia di Giovanni Racchetta, il leggendario frate Elia, che fatto prigioniero dagli africani nell'859, si era conquistata una vasta fama nelle scienze mediche, per cui era stato riscattato da un mercante cristiano. Dopo aver preso i voti , nell'874, era tornato in Sicilia, dove cominciò una intensa propaganda antiaraba, fomentando rivolte armate e pare che la torre sia stata la sede della lega antisaracena. Forse per questo la memoria popolare vuole che la torre del Carmine sia stata costruita dal frate in personae la ricorda anocra oggi come la torre di frate Elia. Distrutta nell'859, fu ricostruita nel 1300. Esistono però fondati dubbi avvalorati dal ritrovamento di tracce molto più antiche, forse risalenti ad epoca romana.
Paolo Vetri nel suo libro " Monumenti storici esistenti in Castrogiovanni" considera la costruzione del Carmine contemporanea a quella di San Tommaso, in quanto ad essa molto simile e a sostegno della tesi secondo cui la torre era stata edificata dallo stesso frate facendo riferimento a quanto veniva dalla tradizione popolare, scriveva: "Quando i raggi della luna romponsi alle interne pareti di questa antica torre, i punti non rischiarati, prendendo le forme di un uomo ravvolto nel nero matello, la fantasia dei pregiudicati è pronta lìper rivedervi il basiliano Elia che, piangendo sui destini della Patria, prega per la sua salvezza".
La torre che presenta oggi i medesimi caratteri stilistici delle altre costruzioni del XV secolo, a forma di prisma quadrangolare ed è divisa in tre piani da cornici marcapiano. Il pianterreno, coperta da volte a botte, è debolmente illuminato da una sola feritoia e così pure la scala a chiocciola. Il piano centrale, anch'esso con copertura a botte riceve invece una luce intensa da una grande finestra archiacuta. I piani superiori sono analoghi presentando le quattro facciate traforate da finestre a tutto sesto. I profili dello sguancio delle finestre hanno piccoli capitelli a forma di bulbo, attorno a cui si snodano per lo più singolari foglie. Elemento distintivo, infatti, delle decorazioni della torre del Carmine è il "fogliame" usato quì esclusivamente, mentre nella coeva torre di S. Tommaso è prevalentemente la decorazione con testine grottesche. Il cornicione di coronamento ha tutte le caratteristiche del gotico tardivo. Il tetto è appiattito, ma sembra verosimile un'originaria copertura poligonale o conica, dato che ai quattro angoli dei piani superiori si trovano dei pennacchi.
Nel 1872 la chiesa unitamente all' ex convento dei Carmelitani divenne di proprietà dell' Ospedale civileUmberto I .
La facciata del Sacro edificio è una delle più belle di Enna: in tufo giallo, è costituita da tre sezioni artisticamente distinte con al centro un magnifico portale ai cui lati si aprono due finestre inquadrate tra intagli rettangolari.
L'interno, a navata unica con dieci altari laterali, custodisce pregevoli opere scultoree e pittoriche, fra cui una pregevole opera pittorica di Saverio Marchese raffigurante l'estasi di Santa Teresa e un bel dipinto settecentesco, di autore ignoto: la Madonna del Carmelo nell'atto di consegnare lo scapolare a San Sirmione. Interesanti anche le tele dell'Addolorata e di San Giovanni Evangelista.
Di epoca recente, la grande pala musiva del Fornasier, nella parte centrale dell'abside, rappresenta la mediazione di Cristo tra il Padre Celeste ed i figli.
Dal punto di vista architettonico, il pianterreno della chiesa è coperto da volte a botte,ed è debolmente illuminato da una piccola feritoia,e così la scala a chiocciola. Il piano centrale,sempre con copertura a botte,è fastosamente illuminato da una grande finestra ad arco acuto. Nelle quattro facciate dei piani superiori si aprono finestre a tutto sesto.
Le finestre hanno decorazione caratteristica a fogliame.