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Palazzo Varisano - Enna
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::Palazzo Varisano a Enna » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Palazzo Varisano - Enna

Palazzo Varisano - Enna




Il Palazzo Varisano completa la perimetrazione dell'antico piano della Matrice sorge a ridosso del convento e della Chiesa di San Michele, opera attribuita a Gagliardi, e del SS Salvatore e di fronte alla Chiesa Madre di Enna; l’area è caratterizzata da luoghi pubblici risalenti al foro romano come attestano toponimi come via “bagni” e via “teatro”.
Palazzo Varisano, un tempo appartenuto alla famiglia Petroso, fu dei Leto di Capodarso e successivamente, nel XVIII sec. fu ereditato dai Baroni Varisano, presenti ad Enna sin dal XIII secolo, I Varisano possiederanno due palazzi di cui uno, legato al feudo di "Pasquasia" oggi demolito.
Palazzo noto già da un contratto notarile del 18 giugno 1587, nel 1806 e nel 1834 fu residenza di Ferdinando II .Ricco di memorie storiche, nelle cui sale, nel periodo che va dal 1848 al 1860, ebbero luogo le adunanze dei liberali capeggiate proprio dal Barone Angelo Varisano. Il 13 agosto 1862 G. Garibaldi vi pronunciò la celebre frase: "O Roma o la morte!" rivolta a rivendicare in Roma la capitale del regno d’Italia e vi fu forse ospite. L’edificio, di stile gotico-catalano, si apre sulla piazza con un portale che ha conservato l’antica forma ed è illuminato da finestre che nel piano superiore sono sormontate da frontoni le cui decorazioni sono generalmente formate da archi di trifoglio riuniti tra loro. Originariamente la costruzione, come tutte quelle dello stesso periodo, doveva essere coronata da un cornicione di cui oggi non si ha traccia. Il palazzo, acquistato dalla regione Sicilia nel 1969, fu ristrutturato dall'architetto Franco Minissi e divenne sede della Sovrintendenza ai BB.CC.AA. e del Museo Archeologico che degli antichi proprietari conserva il nome e che, esposti in 58 vetrine, custodisce pezzi archeologici di rara bellezza e di grande valore.



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