Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Chiesa di S. Pietro - Piazza Armerina
Via Benedetto la Vaccara, 8
Chiesa e convento furono costruiti a spese della città nel tardo '500 per onorare una miracolosa immagine della Madonna, fin allora custodita in una chiesetta omonima ivi preesistente.
La chiesa di S. Pietro all'epoca della sua edificazione si trovava fuori dalle mura di Piazza Armerina e dipendeva dal Gran Priore di S. Andrea. L'edificio attuale è il frutto del lavoro di ampliamento dei frati Francescani ai quali (dopo annose controversie) nei primi anni del 1500 fu affidato.L'inaugurazione del complesso avvenne nel 1562. Parte dei lavori come la costruzione della cappella principale, delle cappelle a sud e del chiostro quadrato vennero eseguiti grazie al nobile Fra Girolamo Cagno di Piazza e per questo motivo furono scolpite nell'arco del presbiterio i simboli del suo casato.
Nel 1624 il convento di S. Pietro, tramite concessione del Vicerè Emanuele Filiberto di Savoia, fu dichiarato di regio patronato con la conseguente innalzamento dello stemma reale nella chiesa. Fu così che le famiglie nobili di quel periodo (Trigona di Cimia, Trigona di Gatta, Sanfilippo, Boccadifuoco, Polizzi, De Assoro) fecero costruire all'interno della chiesa cappelle di gran pregio al fine di utilizzarle come mausolei.Nel frattempo l'adiacente convento era divenuto famoso per la sua ricca biblioteca, la quale nel 1876 contribuì coi suoi volumi ad apprestare l'attuale biblioteca comunale.
La chiesa, al di là della piazza facciata adorna esclusivamente di un portale manieristico in pietra arenaria, è un pregevole esempio di architettura medio-rinascimentale.
La semplicità dell'esterno contrasta con i numerosi e ricercati elementi decorativi e architettonici che troviamo al suo interno.
L'interno è ad unica navata, pavimentato in pietra arenaria locale che ha sostituito le degradate maioliche di Caltagirone e ricoperto di un perfettamente conservato bel soffitto ligneo a cassettoni del '700 come anche il tabernacolo.
Pantheon delle famiglie nobili della città, conserva alle pareti e nelle quattro cappelle laterali sarcofagi di ottima fattura degli inizi del '600, in particolare quella della famiglia Trigona di Cimia che presenta dei pregevolissimi bassorilievi realizzati da Antonio Gagini.Un altro particolare da ammirare attentamente è il grande arco frapposto tra l'unica navata ed il presbiterio che è impreziosito da intarsi e rilievi raffinati. Dietro l'altare centrale si trova un tabernacolo ligneo sormontato da un grande dipinto raffigurante i santi Pietro e Paolo.
Negli anni 70, la chiesa chiusa al culto per restauri, fu soggetta a numerosi furti ed atti vandalici.
I sarcofagi furono violati e profanati, arrecando un ingente danno al patrimonio artistico. Un sapiente restauro ha restituito alla città queste pregevoli opere scultoree.
Altari ed archi di trionfo marmorei,di cui uno è di scuola gaginesca, sono di maturo stile rinascimentale.
Sul primo altare a sinistra arcata marmorea di scuola gaginesca del 1612 e all'interno affresco su pietra della "Madonna delle Grazie" appartenente alla chiesa precedente; al centro un elegante arco santo di marmo pure secentesco, decorato di eleganti tarsie e sculture, immette nel presbiterio, con l'altare maggiore sormontato da un bel tabernacolo settecentesco di noce intagliato.
Il convento attiguo (oggi chiuso in attesa di restauri), una volta abitato dai Frati Minori di Santa Maria di Gesù, conserva un piccolo chiostro cinquecentesco con archi a tutto sesto poggianti su tozze polistili.