Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Palazzo Branciforte - Palermo
Il nucleo originario del Palazzo è stato edificato con molta probabilità alla fine del Cinquecento ai margini del Castello a Mare e fu dimora della famiglia di Nicolò Placido Branciforte Lanza conte di Raccuja.
Venen costruito, sull’area delimitata dalle odierne vie Bara, Lampedusa e Seminario Italo Albanese, il cui fronte principale prospettava sulla strada che allora collegava quelli che oggi sono i due ingressi principali.
Gli eredi del Conte di Raccuja, verso la metà del XVII secolo, ne avviarono l’ampliamento ottenendo dal Senato Palermitano di poter inglobare la strada antistante.
All’inizio del secolo successivo, completati i lavori che ne avevano quasi raddoppiato la superficie, l’antico Palazzo Raccuja, indicato anche con i nomi di Pietraperzia o Butera, era una delle più sontuose dimore patrizie della città, l’unica a non aver destinato parte dei suoi spazi all’apertura di botteghe al fine di trarne un utile dalla locazione.
A pianta pressappoco quadrata, aveva quattro ingressi, uno per ogni lato e il collegamento tra i due originari corpi di fabbrica, ancora oggi visibile, era soltanto a livello del primo piano. Al piano terra del nuovo corpo di fabbrica venne realizzata una copertura con volte a crociera sostenute da colonne in marmo grigio di Billiemi, inusuale per la destinazione a scuderie. Nel 1801, il Governo propose alla famiglia Branciforte di concedere l’intero edificio, per un canone annuo di circa 400 onze, al Senato Palermitano per farne la nuova sede del “Monte della Pietà per la Pignorazione” che ad inizio dell’Ottocento aveva bisogno di spazi più ampi per custodire la quantità dei pegni sempre crescente per effetto della difficile situazione economica. In quell'occasione i Branciforte si trasferirono in un palazzo ancora più ricco, alla Marina e la pratica fu definita in tempi brevissimi. Una parte del Palazzo fu subito destinata alla sezione povera dei beni non preziosi, per il prestito su pegno di seteria e biancheria e successivamente di oggetti di rame e di bronzo. In omaggio alla Patrona della città, la filiale venne devotamente denominata “Monte di Santa Rosalia” anche se alla maggioranza dei palermitani rimase familiarmente nota sotto il nome di "panni vecchi", con un evidente riferimento ai contenuti; per poterlo utilizzare interamente, furono avviati lavori di ristrutturazione che ne modificarono l’aspetto esterno. Vennero demoliti i balconi dei due fronti dell’edificio e le finestre chiuse da grate in ferro.
Furono invece le conseguenze dell’incendio provocato dal cannoneggiamento durante la rivoluzione siciliana antiborbonica del 17 gennaio 1848 a portare la prima radicale modifica anche all’interno dell’antico edificio. Molte delle volte crollarono e parecchi arredi e oggetti finirono in cenere. L’esecuzione dei lavori di sistemazione portò allo stravolgimento di alcuni elementi, la scomparsa di colonne in marmo perché chiuse dentro nuovi muri, il mancato ripristino delle solette fra primo e secondo piano con la conseguente creazione di ambienti inediti, a doppia altezza e altro ancora.
Le ampie sale destinate alla conservazione degli oggetti vennero così dotate di ardite strutture di scaffalature lignee a tutta altezza con scale e palchetti che creano un insieme di fascinosi ambienti che oggi, in perfetto stato di conservazione, spogli di ogni sorta di materiale, sono universalmente riconosciuti un raro esempio ancora esistente di composizione architettonica lignea.
Nel 1929, l’antica istituzione, dopo quasi quattrocento anni di vita, viene assorbita dalla Cassa Centrale di Risparmio “Vittorio Emanuele” per le province siciliane.
Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, la struttura subì numerosi nuovi danni provocati dai bombardamenti americani che danneggiarono il patrimonio artistico e architettonico di Palermo. L’edificio Branciforte ne uscì con il crollo del loggiato superiore meridionale nel cortile interno (mai ripristinato), ma ancora in piedi.
Il Palazzo continuò ad ospitare l’attività di credito su pegno di non preziosi fino a inizio degli anni ’80 quando con la trasformazione a uffici, divenne proprietà della Cassa di Risparmio Vittorio Emanuele che nel 1991 lo destinò a sede della sua fondazione la Fondazione Lauro Chiazzese, dell’Archivio Storico e della Biblioteca della Cassa di Risparmio.
Nel 1997, la Cassa di Risparmio venne acquisita dal Banco di Sicilia S.p.A. e Palazzo Branciforte divenne sede del Centro di Formazione per il personale bancario, funzione mantenuta anche dopo l’incorporamento del Banco di Sicilia nel Gruppo Capitalia. che .
Il 30 dicembre 2005, Palazzo Branciforte venne infine acquisito dalla Fondazione Banco di Sicilia che incorporò la Fondazione Chiazzese. La nuova fondazione presieduta dal professor Giovanni Puglisi, si impegnò nella promozione culturale della città di Palermo e nel completo restauro del palazzo.
Gli importanti interventi di restauro, iniziati nel 2007 e affidati all’architetto e designer di fama mondiale Gae Aulenti, hanno permesso di rendere l’intero complesso funzionale e moderno, mantenendo le testimonianze del passato e prevedendo contaminazioni di design contemporaneo.
Nel maggio 2012 il Palazzo viene riaperto al pubblico come nuovo, importante polo culturale.
Oggi il palazzo è un luogo unico, dove si fondono identità e innovazione. Uno spazio nel quale la storia si coniuga con l'archeologia, con l'arte moderna e contemporanea, con i libri e con la grande tradizione culinaria italiana.
Il Palazzo, che si sviluppa su 5.650 metri quadri di superficie, oltre ad ospitare gli uffici direzionali della Fondazione, offre spazio e fruibilità ad alcune prestigiose Collezioni della Fondazione stessa
Al piano terra sono esposte le collezioni archeologiche e le maioliche; al piano nobile sono custodite le collezioni filateliche, numismatiche e le sculture, insieme alla storica Biblioteca che conserva circa 50mila volumi della Fondazione. Da qui si può inoltre accedere ai suggestivi ambienti del Monte di Santa Rosalia, raro esempio ancora esistente di composizione architettonica lignea, destinata ora ad ospitare mostre d’arte temporanee.
In un’ala del piano terra è allestita la Città del Gusto, la celebre scuola di cucina del Gambero Rosso, rivolta sia ad un’utenza professionale che al più ampio pubblico degli appassionati. Attiguo alla scuola, in una straordinaria cornice architettonica è disponibile, anche fuori degli orari museali, il prestigioso Ristorante Branciforte.
L’ Auditorium Branciforte attrezzato con le più moderne tecnologie può ospitare convegni ed eventi culturali, offrendo uno spazio esclusivo a chi desidera utilizzare il Palazzo per i propri incontri.
L’ Emporio Branciforte propone al pubblico una selezionate offerta di prodotti editoriali e di oggettistica legati all’arte e alla enogastronomia.
Il coordinamento di tutte le attività, la gestione dei servizi museali e la promozione culturale di questo nuovo spazio sono affidati a Civita Sicilia.