Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Museo del Satiro Danzante
Il Museo è situato in piazza Plebiscito, nella chiesa di Sant' Egidio, edificio di rilevante interesse architettonico, appartenente alla omonima Confraternita fondata nel 1384 e costituita in massima parte da professionisti ed intellettuali. La chiesa fu costruita tra gli inizi del 1500 e la fine dello stesso secolo, visto che quando fu realizzata la cupola, nel 1578, la navata mancava ancora della copertura.
Il museo ospita la preziosa statua del satiro danzante dal 2005, quando alla fine del restauro, effettuato dall’Istituto Centrale per il Restauro di Roma, rientrava a Mazara del Vallo. La statua è un rarissimo esempio di statuaria bronzea greca e venne rinvenuta durante una battuta di pesca nel canale di Sicilia e precisamente in due tempi : nella primavera del 1997 venne alla luce la gamba sinistra ed il 4 marzo del 1998 il corpo, privo dell’altra gamba e delle braccia, entrambi recuperati dal motopesca mazarese Capitan Ciccio, al comando di Francesco Adragna. E’ verosimile ipotizzare che la statua facesse parte di un carico di una nave naufragata tra la Sicilia e Capo Bon in un periodo di grande diffusione del commercio antiquario nell’antichità.
Flesso sul fianco destro, con le braccia distese in avanti, è colto nell'attimo in cui sta compiendo un salto sulla punta del piede destro sollevando contemporaneamente la gamba sinistra.
Secondo l'iconografia del satiro in estasi, già nota dal IV sec., la statua doveva impugnare con la mano destra la canna del tirso, attributo di Dioniso, ornata da un nastro e coronata da una pigna, mentre il braccio sinistro reggeva una pelle di pantera e la mano sinistra una coppa di vino ( il kantharos).
L’abbandono del capo, la chioma fluente, le labbra socchiuse, la torsione del busto fanno pensare al delirio della danza vorticosa, sommata all’eccitazione del bere, in cui il danzatore andava in trance, fissando la pigna sul tirso e ruotando intorno a sé stesso fino alla perdita dei sensi.
I capelli, resi a fitte ciocche sottolineate da sottili incisioni, sono agitati dal pathos della danza orgiastica, che sconvolge ogni regola di equilibrio conferendo a tutto il corpo un movimento enfatico.
Straordinariamente conservati gli occhi, in calcare alabastrino in origine integrato con pasta vitrea colorata. La statua è alta poco più di 2 metri e pesa 96 Kg.
L’analisi stilistica della statua bronzea la fa attribuire ad un’opera di ambiente greco databile sul finire del IV secolo a.C. ed attribuibile alla scuola di un grande artista, Prassitele.
Nel percorso museale sono presenti anche testimonianze archeologiche di scavi e campagne di ricerca che si sono svolte nelle acque antistanti la costa di Mazara del Vallo e nelle acque del canale di Sicilia, fra cui il frammento bronzeo di zampa di elefante di epoca punico-ellenistica, un calderone bronzeo di epoca medievale, una selezione di anfore da trasporto di epoca arcaica, classica, ellenistica, punica, romana e medievale.
Sono esposti anche due cannoni in ferro provenienti da Torretta Granitola, da cui provengono alcuni capitelli corinzi e ionici anch’essi esposti.
Tutti reperti che testimonniano come il mar Mediterraneo rappresenta lo scrigno della nostra memoria e il recupero della nostra storia e della nostra identità, per cui è nostro dovere tutelarlo evidenziando le flebili tracce ancora leggibili delle imprese che lo hanno attraversato. Chiesa di Sant'Egidio - Piazza Plebiscito
91026 Mazara del Vallo (TP)
Tel. 0923 933917
Visitabile tutti i giorni
Orari di apertura 09.00 - 18.00