"Son dette candelore certi colossali ceri , lunghi parecchi metri, aggruppati in un fascio ed infilati in un monumentino di legno a vari ordini formante una specie di torricella, in ogni scompartimento della quale tu vedi scolpiti gli episodi del martirio di Sant'Agata, alternati con statue di santi e angioli. Tutto il monumentino è dorato, ornato di festoni, banderuole, fanaletti e ceri".
Giuseppe Pitré
celebre etnologo siciliano
Si tratta di grossi fasci di ceri trasportati su delle vere e proprie opere d'arte lignee di varie dimensioni ed altezze, dal peso che oscilla fra i 400 e gli 900 chili, riccamente scolpite e dorate. Sono dei doni della cittadinanza alla patrona della città in segno di devozione. Per tradizione le candelore precedono il fercolo, perché un tempo, quando mancava l'illuminazione elettrica, avevano la funzione di illuminare il passaggio della processione. Quasi tutte sono in stile barocco, e per questo lo storico Giovanni Lanzafame, per descrivere il loro incedere ondeggiante, la famosa "annacata", le ha definite "barocco in movimento". Altri sono in stile gotico, liberty o rococò. I maestri orafi del Trecento avevano realizzato il Busto di Sant'Agata, un capolavoro d'arte raffinato e prezioso. Ma il popolo, da sempre vicino alla patrona, ha voluto essere presente nella festa con creazioni proprie, opere di fattura artigianale che rappresentassero, inoltre, associazioni, corporazioni o mestieri di varie categorie di lavoratori. Esse derivano dall'offerta della cera: con il passare dei secoli le grosse candele di cera offerte diventavano sempre più grandi e decorate, fino a far scomparire la cera stessa sostituita da una struttura barocca o rococò in legno riccamente decorato e dorato, ornata da angeli, statue e adornata di fiori. Sono portate a spalla da un numero di portatori che, a seconda del peso del cero, può variare da 4 a 12 uomini, solitamente sono 8. In tutto le candelore sono undici: dieci cerei grandi e uno più piccolo. Un tempo superavano il numero di trenta: la guerra, lo sconquasso e la scomparsa di alcuni mestieri comportarono dolorosi tagli. Camminano in ordine di anzianita', anche se tra i "Rinoti" e gli Ortofloricultori ci fu lotta aspra per il primo posto. Una mancata intesa e una diatriba fra le due categorie portarono le candelore a procedere in coppia per molto tempo, con la piccolina a fare da apripista. Le cannalore, oltre a precedere la processione di sant'Agata nei giorni 4 e 5 febbraio, già 10 giorni prima iniziano a girare per la città portandosi presso le botteghe dei soci della corporazione a cui sono legate, scortate da una banda che suona allegre marcette. La festa piu' attesa per le candelore e' quella del giorno 3 alla Pescheria e in piazza Duomo, quando fanno l'omaggio al sindaco.
Gli undici cerei sfilano sempre nello stesso ordine nel corso della processione alla quale partecipano:
Cereo di Monsignor Ventimiglia o di sant'Aita. E' il più piccolo e fu donato nel 1766 da Monsignor Ventimiglia allora arcivescovo di Catania.
Cereo dei Rinoti. Questa è la prima delle grandi cannalore in processione, essendo la più antica (inizi del 1800), ed è costruita in stile barocco, dono degli abitanti di San Giuseppe La Rena, con i bellissimi quattro grifoni alla base.
Cereo dei degli Ortofloricultori (giardinieri e fiorai) costruito in stile gotico-veneziano, con le statue dei martiri e vescovi catanesi.Sormontato da una corona è soprannominato la regina delle cannalore. In cima c'e' ora la boccia, ma per molto tempo campeggio' un mazzo di fiori. Un grande e totale restauro nel 1970-71 ad opera dell'allora tesoriere cav. Salvatore Urzì.
Cereo dei pescivendoli (pisciari), in stile rococò, si distingue per una corona floreale, pendente dagli altorilievi del secondo ordine, che conferisce una sensazione di movimento durante le evoluzioni dell'annacata. Ricca di stendardi ed ex voto e con la statua di S. Francesco di Paola, protettore della gente di mare;
Cereo dei Fruttivendoli, detto 'a signurina per la sua semplice bellezza. Si distingue per essere realizzato su di una base costituita da quattro cigni. Pregiata e scintillante con al centro un bel busto di Sant'Agata
Cereo dei Macellai o dei chianchieri, poggia su di una base costituita da quattro leoni ed ha, nella parte alta, una statua di San Sebastiano patrono della corporazione e fa mostra del tradizionale mazzetto di fiori freschi.
Cereo dei Pastai o pastari, è il più antico di tutti, risale ai primi anni del settecento ed è costruito in stile barocco, un puro candeliere settecentesco con il cerone in vera cera
Cereo dei Pizzicagnoli (alimentaristi) è costruito in stile art noveau o liberty ed è realizzato su di una base costituita da quattro cariatidi.
Cereo dei Vinaioli o putiari, è realizzato in stile impero , secondo per pesantezza è costruito su una base rappresentata da quattro artistici leoni e grifoni che sostengono tutto l'impianto.
Cereo dei Panificatori o pannitteri il piu' pesante e il più grande di tutti ( è trasportato da ben 12 portantini o vastasi, in dieci pero' quella dei Vinaioli). La prima sua costruzione risale al XVIII secolo ed è costruito su di una base costituita da quattro statue di Atlante ad altezza naturale.
Cereo del Circolo sant'Agata, voluto dal beato Dusmet, è il meno anziano degli undici ed è realizzato in stile neoclassico. In esso sono raffigurati, oltre a sant'Agata, l'altro martire catanese, sant'Euplio. Nel restauro del 1988 è stata arricchita da un artistico mazzo di fiori.
CANDELORA DI MONS. VENTIMIGLIA
CANDELORA DEI RINOTI
CANDELORA DEGLI ORTOFLUORICULTORI
CANDELORA DEI PESCIVENDOLI O PISCIARI
CANDELORA DEI FRUTTIVENDOLI
CANDELORA DEI MACELLAI O CHIANCHIERI
CANDELORA DEI PASTAI
CANDELORA DEI PIZZICAGNOLI
CANDELORA DEI VINAIOLI O PUTIARI
CANDELORA DEI PANETTIERI
CANDELORA DEL CIRCOLO DI S. AGATA
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