Sulla vetta del Monte Barbaro, tra la fine del XII e gli inizi del XIII secolo, quando in queste contrade giunse un feudatario cristiano, fu eretto un imponente castello a torre. L'arrivo di gente di religione cristiana determinò un radicale mutamento all'interno della popolazione di Calatabarbaro e il conseguente abbandono della moschea. Per la realizzazione delle strutture medievali furono in parte riutilizzate quelle più antiche, tuttavia furono attuati anche ampi sbancamenti della roccia che hanno cancellato le tracce delle fasi più antiche di vita della città. Le vie di accesso al castello ricalcano quelle utilizzate nei periodi precedenti per la salita all'acropoli. L'edificio - nei pressi del quale sorgevano una chiesa trinavata e un cimitero - fu abbandonato, e mai più rioccupato, già a metà del XIII secolo in seguito ad un attacco bellico, come sembrano attestare le punte di frecce rinvenute e le tracce di incendi, forse legato ad una delle insurrezioni scoppiate durante il regno di Federico II. Della costruzione originaria, alta circa 8-10 m., rimane solo il piano terra, ma di certo vi era anche un livello superiore nel quale trovavano spazio le stanze del feudatario e della sua famiglia. A pianta quadrangolare ed articolata in due livelli, la dimora era organizzata intorno a un cortile centrale pavimentato in mattoni. Al piano terra, il buono stato delle strutture e degli strati archeologici ha permesso di individuare diversi ambienti: nell'estremità sud-orientale era situata la stanza da bagno, cui era adiacente un vano scale di collegamento con il piano superiore. Nell'estremità nord-orientale si trovava una legnaia; nell'ambiente più settentrionale una sorta di magazzino-deposito, nel quale sono state ritrovate numerose anfore vinarie, e due stanze a sud, dotate di pavimenti in coccio pesto e con pareti a intonaco, le quali avevano probabilmente funzioni di rappresentanza; nella zona anteriore del castello erano invece probabilmente localizzati le cucine e un altro deposito. La vita della dimora signorile si svolse tutta nel corso del '200: sorta agli inizi del secolo, venne ristrutturata nel secondo quarto, poi abbandonata intorno alla metà del secolo. Completamente abbandonato, la sua rovina si protrasse per molto tempo e fu comunque molto graduale, non escludendo anche le funzioni di rustico ricovero. Ricoperto di terra, sassi e vegetazione che ne nascondevano l'effettiva consistenza, il maniero, o meglio le sue vestigia tornarono alla luce grazie alle campagne di scavo iniziate nel 1989.