Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Chiesa Santa Domenica e Santa Venera
In Adrano, in una chiesetta campestre, vicino il Simeto, viene venerata Santa Domenica vergine, martire al tempo dell’imperatore Diocleziano, come è affermato in tutte le fonti. Circa le sue origini, alcuni sostengono sia nata in Campania, altri in Calabria a Tropea, della quale è la patrona. Fu perseguitata per la sua fede assieme ai genitori, che furono portati in esilio nella regione dell’Eufrate, mentre Lei fu sottoposta a numerose pressioni ed angherie, successivamente processata e condannata al supplizio “ ad leones”, infine alla decapitazione.
Questa chiesa rustica sorgeva una volta, forse in età bizantina nel casale di Carcaci Vecchio, sulla riva destra del Simeto.
Esisteva già al tempo del Conte Ruggero e di sua nipote Adelicia, come riferisce il Prevosto D. Petronio Russo nell’opuscolo “ cenno storico sul martirio e sul culto di Santa Domenica, vergine e martire” (Adernò 1911): In suo onore sulla riva destra del fiume Simeto, in contrada sciarone un tempio era stato dedicato a Santa Domenica (o.c. p. 31). Adelicia(che aveva ereditato dal padre il vasto territorio di Adernò e che aveva istituito il grande conservatorio delle Vergini povere in Adrano, cui aveva donato le contrade Pulichello e Sciarone) raccomandava ai fedeli cristiani, abitanti presso le due chiese di Santa Maria (che si trovava sulla sponda sinistra) e di Santa Domenica che seguitassero a vigilare perché non fossero profanate dai Saraceni (o.c. p. 33).
Dell’’antica Chiesa, forse di età bizantina, che si trovava nel casale di Carcaci vecchio, oggi all’interno della proprietà del Cavaliere Ferrante di Carcaci, rimangono alcuni ruderi dell’abside, quasi sommersi da sterpaglie. In essa nel 1517 sostarono i cavalieri lentinesi, provenienti dal Convento di Fragalà, che lasciarono delle reliquie dei Santi Alfio, Filadelfio e Cirino. Nel XVII sec. il culto fu trasferito sulla riva opposta del Simeto, nella vicina Chiesa dedicata a Santa Maria, che da allora prese il titolo assoluto di Santa Domenica (o.c. p. 33).
Come si può dedurre osservando i resti dell’affresco dell’abside che riproduce fedelmente il drappeggio in velluto, ancora esistente nella Chiesa di Santa Lucia in Adrano, la preesistente Chiesa di Santa Maria fu restaurata e dedicata al culto di Santa Domenica a cura delle suore del monastero di Santa Lucia. Al tempo del Prevosto Petronio Russo la chiesa era elegante e abbondava di distinti sacri arredi, vi si trovava l’artistica e bella statua lignea della Martire, opera del Bellini, nella mano destra in alto stringe la croce argentea, nella sinistra tiene una palma di argento, simbolo della sua verginità, sul capo la corona, simbolo del martirio.; (o.c. p. 34), di essa rimangono solo alcuni ruderi messi di recente in sicurezza dalla Soprintendenza.
Successivamente verso il XVII, venne ricostruita, forse per opera delle monache di S. Lucia, sulla riva sinistra del Simeto nel feudo di Policello.Ne primi del sec. XIX, venne in potere del clero secolare e fu sede di una celebre festa campestre, che aveva luogo l’ultima domenica di Agosto, con cerimonie sacre, e “uscita” della santa. In seguito al decreto reale di Francesco I°, nel 1826, nei giorni di sabato, domenica e lunedì dell’ultima settima di Agosto si svolgevano nel terreno adiacente alla Chiesa campestre di Santa Domenica la festa e la fiera, dato che le campagne intorno erano fertili e intensamente abitate (o.c. p. 34).
Tale fiera, a sentire qualche testimonianza, si teneva fino a 60/50 anni fa. La devozione degli abitanti (borghesi, pastori, mulattieri ed agricoltori) era grande verso la Santa, perché aveva loro concesso delle grazie liberando i loro armenti dalla epizoozia o altre malattie ( o.c. p.35).La festa si concludeva con una solenne mangiata di agnello “abbrustolito” su improvvisati bracieri a terra, il tutto innaffiato di vino, di scherzi, di cantate dei gitanti e da gare di tiro con le scopette o fucili da caccia, che spesso storpiavano qualcuno.
Il culto per Santa Domenica ad Adrano
I festeggiamenti oggi si svolgono in una chiesetta, costruita all’incirca negli anni 20, all’insegna della più assoluta essenzialità, con i fedeli provenienti da Adrano, Cesarò, San Teodoro, Troina. Nei pressi di essa si tiene la processione e la recita delle litanie lauretane, successivamente la Santa Messa cantata con offerta di doni, frutto della generosità degli ortolani. La benedizione con la Sacra Reliquiaconclude la parte religiosa, cui segue la distribuzione dei doni, ortaggi in genere, ai presenti per un momento di condivisione. Sono momenti di fraternità e di intensa commozione per la fede dei partecipanti per questa martire, lontana solo nel tempo, certamente da tenere a modello per le sue eroiche virtù, specie, in questo tempo non sempre attento ai valori morali. I fedeli, giovani e adulti, sono la testimonianza che ancora oggi c’è in molti un profondo desiderio di spiritualità.
Il Martirologio Romano il 6 luglio commemora: a Nicomedia in Bitinia, nell’odierna Turchia, Santa Ciriaca, vergine e martire sotto Diocleziano, che è oggetto di grandevenerazione in Calabria a Tropea. E’ evidente che si parla di Santa Domenica (nome che deriva dal latino dominus-Signore), nome che tradotto in greco è Ciriaca (dal greco churios - dominus - Signore) per cui Ciriaca è l’equivalente in greco di Domenica. Anche la Passio greca parla di Ciriaca, che fu arrestata assieme ai genitori a Nicomedia, al tempo di Diocleziano, e che, dopo varie torture, fu condannata alla decapitazione. Le vicende agiografiche di Ciriaca, infatti, sono perfettamente sovrapponibili a quelle di Domenica. Il culto di Domenica, diffuso nel sud dell’Italia, esiste anche in oriente, perché i Vescovi di Tropea erano di rito greco e dipendevano come giurisdizione ecclesiastica da Costantinopoli. La Santa Congregazione dei Riti concesse a Tropea l’ufficio e la Messa in onore della martire il 14 Maggio del 1672. Lo storico Niccolo De Nigris, che scrive nel 1691 e che ricorda pure l’autorizzazione del culto di Domenica, martirizzata sotto Diocleziano, afferma che le sue spoglie furono portate a Tropea, dalla località S. Abbondio di Campagna, dove era nata.
Il culto in suo onore è presente in varie località della Sicilia: a Tremestieri (a sud di Messina) la festa liturgica è la seconda domenica di Luglio e i festeggiamenti durano 7 giorni, a Mandanici (nel messinese) la festa liturgica è il 6 di Luglio, ma i festeggiamenti esterni si svolgono la seconda Domenica di Agosto, in Adrano l’ultima domenica di Agosto.
Prof.ssa Meli Franca
Chiesa di Santa Domenica C.da Sciarone - c/o chiesa San Francesco - Piazza San Francesco - Adrano 095 7692316
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Rettore Sac. Amedeo Cantali Parroco in San Francesco