Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
San Pietro Apostolo - Adrano
La Chiesa di S. Pietro sorge nel XV secolo, anche se probabilmente esisteva già un altro sito forse nello stesso posto di adesso e poi riedificata.
Infatti come si legge nel volume "Adrano nella storia: vicende e monumenti" di S. Ronsisvalle -1995, si ha notizia della Chiesa nel rendiconto della collettoria Pontificia del 1308-1310 che essa doveva già esistere nel XIII secolo come piccola cappelletta del piccolo abitato medioevale di Adernò. San Pietro fu il primo e per parecchi secoli l'unico santo protettore del paese di Adrano e la sua Chiesa diede e nome al più centrale e importante dei quartieri storici di Adrano.
Già nel '500 era una "Chiesa sacramentale e filiale della chiesa
Madre". Nel '600 fu interamente rifatta e arricchita di un imponente campanile a causa del violento terremoto dell'11 gennaio 1693 sono andati distrutti gli altari un legno realizzati tra la fine del 500 e l'inizio del 600 dal famosio scultore Claudio Engitano. Nel secolo successivo fu rivestita di pregevoli stucchi, affreschi, bassorilievi e statue. Ristrutturata più volte nel passato, la chiesa è stata ultimata nel XVIII secolo e godere del privilegio della fiera franca.
Anche la popolazione adranita partecipò a proprie spese alla ristrutturazione della Chiesa, e tra questi in particolare si distinsero Michele Grimaldi che la istituì sua erede universale, Pasquale Nocita che autenticò la sua devozione con la disposizione testamentario, il mansionario D. Stefano Liotta e soprattutto la baronessa Donna Antonia Pisani-Ciancio, di cui le ceneri sono racchiuse sotto un tumulo di scelto marmo nella Cappella della Confraternita.
Essa fu una grande benefattrice per molte opere pie e lasciò per testamento un ricco patrimonio alla Chiesa di S. Pietro. Al canonico Sac. Salvatore Alì (parroco della Chiesa omonima), va lode perchè seppe amministrare la Chiesa di S. Pietro, rinnovare l'abside e impreziosirla di sacri arredi. Anche il Sac. Antonio Ildebrando Santangelo (parroco dagli anni '50 fino al 1992) ha saputo amministrare la Chiesa con zelo, valorizzandola ulteriolmente. Si prodigò nel fare opere di beneficenza e divulgò la parola di Dio tanto nella comunità parrocchiale quanto nella comunità nazionale e internazionale. Numerosi sono i suoi scritti di carattere teologico e non, diffusi in tutto il mondo. Della vecchia struttura medievale non è rimasto nulla.
Prospetto
Architettonicamente oggi si può apprezzare soprattutto il suo grande portale, considerato uno dei più bei portali barocchi in pietra lavica, esso è costituito da una coppia di colonne sormontate da modanature che raccolgono l'ampia finestra superiore anch'essa in pietra lavica, elementi che costituiscono e caratterizzano il prospetto della Chiesa. Alla sua sinistra si erge la mole dell'alto campanile di m. 34,50. Il bellissimo campanile, il più monumentale della città, fu una delle poche strutture, assieme ai soffitti dei piani superiori del Castello, a crollare a causa del terremoto dell'11 gennaio 1693 alle ore 21. La campana cadde in linea diagonale e restò illesa posandosi a piombo fra le rovine della fabbrica. Essa ha un diametro di m 1,15 fusa il 25/01/1607. Il popolo riconoscente ai benefici del Signore fece riedificare lo stesso campanile in poco tempo a pubbliche spese ,come attesta la data "1734" incisa sulla trave che regge la campana, ed istituì la festa dell'anniversario per il ringraziamento ed in commemorazione dei fedeli trapassati per causa di quel flagello. L'imponente campanile seicentesco è a pianta quadrangolare chiuso da merlature ed è coperto da una cuspide con decorazioni in ceramica, elementi di pregevole bellezza ed elegenza per l'ambiente circostante. Il prospetto si stacca alla sua destra per mezzo di una semplice parasta anch'essa in conci di pietra lavica, dall'edificio settecentesco "Palazzo Pisani-Ciancio", residenza della nobildonna e benefattrice della Chiesa di S. Pietro.Il corpo dei servizi parrocchiali, di recente costruzione, disturba l'immagine del capanile sul fianco della Chiesa.
L'interno
L'interno è realizzato su una pianta a croce latina, in cui il transetto sembra allungarsi nelle cappelle poste ai due lati. La volta della navata è a botte lunettata così come quella del transetto. La cupola sormontata su pennacchi, è di tipo ellittico, mentre le due cappelle laterali sono voltate a scifo. Nell'interno si conservano preziose pitture e sculture. In essa non si osservano più i vecchi altari di legno di Claudio Engitano (fine 1500 e principio 1600) che ne fu lo scultore, di quali parla l'abate Amico.
Rimangono solo le porte dorate del saccello delle stature, la custodia dell'altare maggiore, la pietosa stata del crocifisso spirante, il quadro di San Pietro che piange, quello della Madonna di Trapani (anno 1674) e due reliquie insigni: quella di S. Liborio e quella del principe degli Apostoli (San Pietro). Quest'ultima è stata portata da Roma da Pasquale Nocita, detto "Santonocita" per la sua morale e per la sua devozione verso il Santo.
Ogni anno si celebra il 1 agosto la festività in memoria della prigionia di S. Pietro sotto il titolo "De Vinculis". Questa solennità è una delle maggiori in Adrano, non tanto perchè si celebra con la "Fiera Franca" (vendita di svariate merci), quanto perchè si uniscono ad essa le feste di S. Nicolò Politi e dellaMadonna della Catena.
I beni di questa Chiesa per molti anni furono amministrati dalla Confraternita di San Pietro Apostolo. Nel secolo XVII la cura della Chiesa assò ad un procuratore vescovile.
In mezzo alle varie beneficienze di Donna Antonia Pisani si contano la fondazione della Messa quotidiana, la Messa eddemodale in ogni lunedì in beneficio della Congregazione da lei ripristinata, le contribuzioni per gli altari di marmo, il legato per foderare di mattoni di Valenza la guglia del Campanile, la spesa del baldacchino ricamato in oro e quelle delle nuove statue del Salvatore e di S. Pietro in argento che si osservano come oggetti di genio.
Questo gruppo rappresenta il Cristo che dà le chiavi a S. Pietro. E' desunto dall'affresco del Perugino nella parete a destra di chi entra nella Cappella Sistina. Questo gruppo in rilievo supera l'originale in pittura del grande artista. Le teste in legno lavorate a Roma. La veste dei due personaggi è d'argento e l'arte della loro realizzazione supera la ricchezza del metallo con il quale sono fatte. Quest'opera risale alla fine del '700, per munificenza della dottoressa Pisani. Il mezzo busto con la testa in argento dello stesso Apostolo, che ha nel petto l'insigne reliquia (la rotella del ginocchio) è un lavoro che rimonta a due secoli prima del magnifico gruppo.
Dal Sacerdote Giuseppe Lo Curlo, il 24 febbraio 1626, e dalla relazione a lui data dal rev. Girolamo Sangiorgio, maestro domenicano, si è scoperto che la insigne reliquia è arrivata a noi dal nobile Antonino Cardillo d'Adrano, il quale fu segretario dell' Em. Cardinale della Fam. Farnese, nipote di Paolo III. Durante il pontificato di costui, che durò dal 3 ottobre 1534 al 13 novembre 1549, per fervore ed incessanti preghiere, il Cardillo ottenne la preziosa reliquia ottenne la preziosa reliquia e la donò alla Chiesa di Adrano.
Il Can. D. Salvatore Alì riparò la rovinosa amministrazione della Chiesa, rinnovò l'abside e la decorò di arredi.
Descrizione delle Opere della navata centrale Battesimo di Gesù sul fiume Giordano : - collocazione navata lato destro - Descrizione: Le figure di Gesù e S. Giovanni Battista sono scolpite, come anche la colomba bianca dello Spirito Santo, su uno sfondo dipinto con colori tenui è rappresentata una visione paesaggistica del fiume Giordano. S. Maria Alacoque con il Sacro Cuore : Descrizione: In un cielo molto limpido e chiaro si eleva la figura del Sacro Cuore avvolto da un candido mantello bianco. La Santa ai suoi piedi è in atteggiamento di preghiera, rapita dalla straordinaria apparizione di Gesù Cristo. In alto si notano due angioletti che portano una ghirlanda di fiorellini dai colori molto tenui. Crocifissione o martirio di S. Andrea: l'opera attribuita alla scuola di Zoppo Da Gangi è collocata presso il primo altare a destra. La scena è dominata per intero dal martirio di S. Andrea, nella parte sinistra domina la presenza di un soldato a cavallo che tiene in mano una bandiera rossa, mentre nella parte destra del dipinto si distinguono due soldati e un nobile signore. Ai piedi della croce due umili devoti sono ritratti in ginocchio in un momento di massimo sconforto. Nella parte alta del dipinto due putti si distinguono tra nuvole minacciose. Crocifisso con gli Angeli e le Anime del Purgatorio : l'opera realizzata intorno al 1960 con tecnica mista: scultura in legno con statue in cartapesta su affresco è stata attribuita al Colella o scuola di Lecce. - Descrizione - La scultura del Crocifisso si erge al centro dell'opera su uno sfondo molto scuro, simbolo del male e del peccato. Ai piedi del crocifisso vi sono alcune anime del purgatorio con due angeli ai lati e l'Addolorata al centro. L'immagine di queste anime è chiaramente simbolica. Gesù Cristo con la sua morte ha redento gli uomini e le anime del purgatorio potranno elevarsi al cielo dove troveranno la gloria di Dio. S. Pietro, S. Paolo e Santa Petronilla : L'intero dipinto è dominato dalla presenza dei Santi: Pietro, Paolo e Petronilla, ritratti in primo piano. S. Pietro occupa la posizione centrale, mentre alla sua destra si trova S. Paolo e alla sua sinistra Santa Petronilla. S. Pietro tiene nella mano destra le chiavi, mentre S. Paolo tiene nella mano sinistra un libro e nella destra una lunga spada. Santa Petronilla stringe nella mano destra un crocifisso sul petto e nella sinistra un libro, la sua veste è molto elegante ed elaborata. Liberazione di S. Pietro dal carcere : Affresco della volta - Descrizione - In questo affresco è raffigurato S. Pietro seduto con gli occhi chiusi e con le mani incatenate dietro le sbarre di una cella. Ai lati vi sono raffigurati due soldati che tengono in mano una lancia, un angelo viene a liberarlo. Si legge: "Surge velociter et sequere Me" (atti degli apostoli cap. XII) S. Pietro che cammina sulle acque : Affresco della volta - Descrizione - In questo affresco è raffigurato S. Pietro che cammina sulle acque. Il Cristo è in posizione eretta e stringe la mano al Santo come a volerlo salvare dalle acque del mare. Il mare, lo sfondo e le vesti sono caratterizzati dalle gradazioni dei colori azzurro e grigio. Sullo sfondo vi è raffigurata una barca con altri discepoli. Si legge: "Modicae fidei quare dubitasti?" (Mt XVI) . Al centro della cupola vi sono raffigurati i quattro evengelisti: Marco con il leone, Matteo con il bue, Luca essendo ispirato dall'angelo è rappresentato con un angelo, Giovanni è rappresentato con l'aquila, al centro vi è rappresentata una figura simbolo della sovranità del papa.