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(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Chiesa della SS. Annunziata

Chiesa della SS. Annunziata




Dopo il terremoto che distrusse l'antico tempio presente all'interno del castello della forza (Fortilitium), anch'esso andato distrutto, fu provvisoriamente allestita una baracca di legno.
Questa dopo la costruzione dell'attuale chiesa, fu intitolata a San Francesco di Paola e andò distrutta dopo il 1791. La prima pietra della nuova chiesa, al centro del quartiere omonimo, fu posta il 21 ottobre 1703 e i lavori durarono ininterrottamente per oltre 15 anni, grazie ai contributi di principi e dei signori del Fortilitium ed in particolare grazie al principe Francesco V Statella, allora feudatario in carica dello Stato di Spaccaforno, al quale si deve anche la ricostruzione di gran parte della città e delle altre chiese.
Lo schema a due piani, con lesene corinzie e due campanili raccordati da volute, che si riscontra in altre chiese dell' isola, risente l' influsso dei grandi architetti romani del periodo barocco.
La costruzione, a croce latina, comprendeva cinque arcate, era lunga 53 m. ca. e larga 27 e della facciata si dspone di un disegno ricavato da un grafico originale, andato perduto
Nel gennaio del 1727 un altro sisma divaricò l'arcata maggiore che venne rifatta per evitare il crollo.
Non sappiamo se il prospetto settecentesco fosse rispondente a un disegno anonimo da attribuire all'architetto netino Paolo Labisi.
Sicuramente il Labisi, attivo prevalentemente a Noto, firma nel 1779 i fogli riguardanti disegni della sagrestia (realizzati in parte) e di una cappella laterale del transetto (non realizzata).
La prima facciata era completamente differente dall'attuale, molto simile alla cattedrale di Noto con schema a due piani, dove ai lati si ergevano due campanili raccordati da volte.
Nel 1779 iniziarono i lavori di stucco, la cui ricca e festosa varietà degli elementi decorativi rendevano la Basilica la più rifinita ed elegante della città e di cui, tuttora, è possibile ammirarne la bellezza.
Il 23 marzo 1869, martedì santo, cadde il prospetto della chiesa per imprudenti lavori di restauro e quindi si rese necessario presentare immediatamente il progetto della nuova facciata. Un progetto venne ideato da un fabbro locale e un altro venne in seguito fatto nel 1874 dall'ingegnere avolese Salvatore Rizza, ma la costruzione fu affidata allo scalpellino Carlo di Gregorio che, basandosi sui testi classici del Palladio e del Vignola e su altri manuali del 1800 dimostrò grande genialità inventiva e notevole abilità, nei lavori di scultura e perfino nella decorazione a stucco dell' interno; ma bisogna tener conto del contributo degli altri maestri locali. I lavori durarono circa otto anni prevedendo la costruzione del campanile. Negli stessi anni vengono ricostruite le cupole delle navate laterali.
Per ragioni economiche non venne ricostruita la prima arcata (si passò da cinque a quattro arcate) e la lunghezza della navata si ridusse.e la lunghezza della navata si ridusse agli attuali m.47 ca. La facciata è imponente e di notevole effetto scenografico. ha tre ordini e misura m. 29,20 di larghezza e 30 di altezza. L' inferiore ha otto colonne binate a corpo libero, in stile ionico, anteposte, sopra un possente basamento in calcare duro levigato, ad altrettante lesene. Elegante il portale centrale e i due laterali.
Al secondo piano, in stile corinzio, troviamo un bel finestrone in vetro con colonnine laterali e due grandi, eleganti volute di raccordo. Infine nel terzo troviamo un'altra finestra, decorazioni con grandi rose finemente scolpite e colonne non in linea con le sottostanti. Nella parte superiore della facciata in un primo tempo si lasciò aperta la finestra centrale, per ottenere l'effetto di trasparenza del cielo azzurro, ma nel 1960 si preferì collocare una statua dell'Annunciazione, opera dello scalpellino ispicese Giuseppe Nobile. Il primo campanile fu costruito nella parte posteriore della chiesa, ma risultando inadatto alla propagazione del suono fu demolito e ricostruito nella parte anteriore nel lato sinistro su progetto dell'ingegnere Vincenzo Tomasi. I lavori furono iniziati e interrotti molte volte a causa dei costi di costruzione e terminarono definitivamente nel 1954 con la costruzione dell'attuale volta e la sistemazione della campana più antica risalente al 1811. All'esterno troviamo un loggiato risalente ai primi dell'Ottocento e fino alla fine del secolo utilizzato per la fiera di Pasqua, poi abbandonata.

INTERNO
L'interno ha un impianto planimetrico basilicale, a tre navate, divise da robusti pilastri decorati da lesene scanalate con capitelli corinzi, ed è decorato da un coerente e interessante ciclo di stucchi ad opera del palermitano Giuseppe Gianforma (1750 circa), lo stuccatore più importante del Settecento siciliano. Si contano 13 grandi pannelli di stucco, in basso ed alto rilievo, che decorano la navata centrale, il transetto e il cappellone.
La navata centrale attuale comprende, quindi, quattro arcate con volta a botte, alta m17ca. e all'incrocio col transetto si erge, su un tamburo ottagonale, la maestosa e armoniosa cupola, del diametro di m8 e per 8,70 di altezza, sostenuta da quattro solidi pilastri del perimetro di m 18ca. L'insieme delle spinte si scarica attraverso gli archi delle navatelle, alte m 9,40, sui profondi rinfianchi laterali, nei cui interspazi sono ricavati gli altari, illuminati dalle finestre delle lunette, con un sapiente gioco di luci ed ombre. Si pensa che il disegno originario appartenga all'architetto siracusano Rosario Gagliardi, il "sommo degli artisti ricostruttori di Noto".
Nell'altare destro del transetto è custodita l'immagine del Santissimo Cristo con la Croce mentre nell'altare sinistro è custodita l'immagine del Cristo Risorto entrambi oggetto di particolare devozione durante la settimana santa.
Nella navata laterale destra vi sono, inoltre, gli altari di S. Giovanni Bosco, il quadro delle anime purganti e del SS. Crocifisso, mentre nella navata laterale di sinistra quelli di S.Vito, San Vincenzo Ferreri e il quadro del Battesimo di Gesù
Tra le opere d'arte si segnalano:

- L'Annunciazione (olio su tela, sec. XVIII, altare centrale), L 'Adorazione dei Magi (olio su tela, sec. XVIII, opera non firmata, posta sopra la porta della sacrestia), S. Maria dell' Itria (olio su tela), un quadro di Maria Regina (1607)
- S.Vito (scultura), la cassa reliquiaria in argento; in sagrestia si trovano la tavola tardo rinascimentale raffigurante L ‘Annunciazione, la tela di S.Andrea Avellino (sec. XVII), la tela affigurante un componente della famiglia Statella (sec. XVIII).




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Come ci si arriva

Gli stucchi
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Ispica
Gli stucchi che ornano l'interno della chiesa della SS. Annunziata sono attribuiti, in gran parte, a Giuseppe Gianforma, un artista palermitano stabil...

Campanile
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Ispica
Demolito il precedente campanile il Di Gregorio per la sua posizione inadatta alla propagazione del suono, nel primo decennio del secolo, fu iniziata...

Opere
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Ispica
Annunciazione (olio su tavola cm. 250x205)
L'opera anonima, da collocare intorno alla metà del secolo XVI, traduce in for...

Il loggiato
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Ispica
Il loggiato esterno risale ai primi del 1800 e fino alla fine del secolo serviva per la fiera franca di Pasqua, istituita il 14-08-1802. Le logge cost...

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