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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Zona archeologica

Zona archeologica




Percorrendo la strada che delimita il parco archeologico, con lo sguardo si riesce ad abbracciare uno dei paesaggi più suggestivi dell'isola, dominato dalla presenza del monte Lauro e delle valli dell'Anapo e del Tellaro.
All'interno del parco archeologico, si trovano i resti dell'antica Akrai.
Mappa zona archeologica
Il Teatro Greco é sicuramente il più prestigioso monumento acrense, definito da Paolo Orsi Teatro del cielo , la sua costruzione si fa risalire alla metà del IIº secolo a.C. durante il regno di Ierone II. Una stretta galleria dà la possibilità di collegare la cava del teatro al Bouleuterion.
Questo edificio di modeste dimensioni era un luogo di raduno per le assemblee del senato acrense Nella parte alta del teatro si trovano i resti del Tempio di Afrodite. A ovest del teatro, in tempi recenti, é venuta alla luce una costruzione a pianta circolare, accoglieva probabilmente, in età imperiale, un impianto termale che nel periodo bizantino fu trasformato in Battistero.
A ridosso del lato sud-est del teatro si aprono le Latomie dell'Intagliata e dell'Intagliatella, usate inizialmente come cave di pietra per la costruzione dell'antica Akrai, in seguito divennero luoghi di sepoltura Antica strada cittadina
Sono evidenziate dalla presenza di tombe greche, romane, cristiane, ipogei ed abitazioni bizantine. Un bassorilievo raffigurante un banchetto degli eroi impressiona la parete dell'Intagliata.
Il Decumano é la strada principale che attraversa il centro della città in senso est-ovest collegando la porta Selinuntina con la porta Siracusana; il suo lastricato in pietra lavica ne fa senz'altro una delle pavimentazioni stradali più conservate che abbiamo in Sicilia. Ai margini si possono individuare i marciapiedi e le mura delle abitazioni e gli incroci delle strade secondarie.
Sul pendio della città antica , sulla strada per Noto, sorgono altre importanti latomie detti Templi Ferali. Qui si venerava il culto dei morti e degli eroi. Più in basso, in una stretta valle, una serie di grandi rilievi scolpiti sulla roccia testimoniano la presenza di un culto dedicato alla dea Cibele o Magna Mater.
Ai piedi del colle una serie di bassorilievi scolpiti nel calcare documenta il culto degli acrensi nei confronti della dea Cibele o Magna Mater, riconoscibile per il timpano, il Modio e i leoni.
I rilievi risalenti alla metà del III sec. a.C. scoperti anch'essi dal barone Judica (nel 1809)), sono 12 e nel gergo locale vengono denominati "Santoni". Scolpiti su una parete che si estende per circa 30 metri,.Sono di fattura rozza ma testimoni di valore storico e religioso, rappresentano,infatti, il più vasto complesso di figurazioni relative al culto della Magna Mater che il mondo antico ci abbia lasciato. La necropoli della pineta occupa la sommità pianeggiante di detta contrada, ed é visibile dalla strada panoramica. Per un lungo tratto della sua rupe sono visibili un buon numero di tombe a forno scavate artificialmente dalla mano dell'uomo.



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