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::Grotta Palombara a Melilli » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Grotta Palombara

Grotta Palombara




La Riserva Naturale Integrale Grotta Palombara si trova nel territorio del comune di Melilli, in provincia di Siracusa ed è stata istituita nel 1998 al fine di tutelare una delle più importanti grotte di origine carsica dell’intera Sicilia. E' gestita, fin dall’anno della sua istituzione, dal CUTGANA
E' una cavità carsica fossile, originatasi in seguito all’azione erosiva del fiume Anapo; sviluppandosi per 800 metri, rappresenta la seconda cavità, per lunghezza, della Sicilia sud-orientale.
Per accedervi è necessario calarsi in una grande voragine profonda circa una dozzina di metri.Una volta dentro bisogna procedere tramite corde e scalette speleologiche. Bisogna superare stretti cunicoli e piccole fessure prima di arrivare alla “Sala dei Vasi” chiamata così per il ritrovamento di due vasi a clessidra della fase castellucciana.
Dalla Sala dei Vasi è possibile accedere alla “Sala del Guano” all’interno della quale c’è un deposito di guano dovuto alla presenza di una colonia di chirotteri. Da questa sala partono due cunicoli denominati “Ramo del Geode” e “Ramo del Laghetto”.
è una grotta povera di stalattiti e stalagmiti, che presenta sulla volta numerosi camini, ossia cavità coniche a base ellittica, di grandi dimensioni, anche superiori ai 10 m.
Al suo interno sono stati rinvenuti resti fossili di numerosi vertebrati, fra cui cinghiale (Sus scrofa), ippopotamo (Hippopotamus amphibius), cervo (Cervus elaphus), lupo (Canis lupus), volpe (Vulpes vulpes) e uro (Bos primigenius).
La vegetazione della riserva è estremamente varia.
Nelle zone pianeggianti con suolo roccioso è presente una prateria steppica a barbone (Andropogon distachyus), barboncino mediterraneo (Cymbopogon hirtus) e furalago (Ferulago nodosa), mentre nei tratti poco rocciosi prevale una gariga con camedrio doppio (Teucrium flavum), timo (Thymus capitatus), ononide (Ononis natrix), spinaporci (Sarcopoterium spinosum) e salvione giallo (Phlomis fruticosa).
Sulle sommità rocciose crescono degli arbusti adattati agli ambienti aridi come la calicotome (Calicotome infesta), il mirto (Mirtus communis), l’alaterno (Rhamnus alaternus) e l’ogliastro (Olea europaea var. sylvestris).
La grotta ospita colonie di pipistrelli Vespertilio maggiore (Myotis myotis), Miniottero (Miniopterus schreibersi), Rinolofo euriale (Rhinolophus euryale) e Rinolofo di Mehely (Rhinolophus mehelyi).
Sui depositi di guano, dovuti all’accumulo degli escrementi dei chirotteri, vive una ricca fauna guanobia di invertebrati.
La grotta è popolata da molte specie adattate completamente alla vita ipogea, fra cui è importante ricordare una specie endemica presente anche nella grotta Monello, lo pseudoscorpione Roncus siculus.
La fauna epigea annovera, fra i rettili, la lucertola campestre (Podarcis sicula), la lucertola siciliana (Podarcis wagleriana), il ramarro occidentale (Lacerta bilineata)e il biacco ( Hierophis viridiflavus) e, fra gli uccelli, la gazza (Pica pica), il colombaccio (Columba palumbus), il piccione selvatico (Columba livia), il passero solitario (Monticola solitarius), l’airone cenerino (Ardea cinerea), il gheppio (Falco tinnunculus) e il falco pellegrino (Falco peregrinus).
 





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